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Sequestrati di nuovo computer e cellulari all'ex pm Venditti: che succede
Oggi 26-10-25, 08:29
Nuovi sequestri e sospetti nella corruzione sul delitto di Garlasco. Con la Procura di Brescia che «scopre» le carte dell'inchiesta sull'archiviazione lampo di Andrea Sempio per mantenere i «sigilli» su cellulari e dispositivi elettronici sequestrati all'ex procuratore Mario Venditti, accusato di essersi fatto corrompere per scagionare l'amico del fratello di Chiara Poggi, e agli ex carabinieri della «squadretta» Silvio Sapone e Giuseppe Spoto. Nei provvedimenti, firmati dal pm Claudia Moregola con il procuratore Francesco Prete e notificati venerdì sera dopo che il Riesame aveva annullato il sequestro di pc e smartphone, gli inquirenti fanno leva sull'eco mediatica del caso, che potrebbe consentire ai sospettati di interloquire per concordare versioni di comodo sui fatti. E spiegano cosa cercano nei dispositivi: file, foto e chat per delineare contatti, pagamenti e rapporti tra gli investigatori e la famiglia Sempio, la quale ha fatto sparire un fiume di denaro, servito, secondo l'accusa, per l'archiviazione del 2017, come dimostra l'appunto «Venditti gip archivia per 20. 30. Euro €». Oltre all'individuazione dei corruttori, «tra gli elementi su cui occorre fare chiarezza, vi è l'accertata disponibilità da parte dei Sempio della consulenza di Linarello», scrivono i pm, «prima che essa fosse oggetto di discovery, atteso che è stata consegnata al loro consulente tecnico generale Garofano il 13 gennaio 2017 e vi è dunque la necessità di cercare chi ne abbia avuto la materiale disponibilità in quel periodo, verificando se essa fosse memorizzata negli apparati informatici in sequestro e se essa sia stata inviata a terzi a mezzo di canali informatici». Si tratta della relazione genetica sul Dna sotto le unghie di Chiara, alla base dell'apertura dell'inchiesta contro Sempio, il quale sarebbe stato informato delle domande dell'interrogatorio davanti a Venditti. Per questo si cerca «la documentazione e i dati di tipo informatico contenuti o memorizzati all'interno dei dispositivi e dei supporti consistenti in comunicazioni effettuate mediante c-mail, sms, mms o applicativi di messaggistica istantanea, file di documenti e fotografie presenti sui pc, sui dispositivi smartphone o tablet e sui supporti di archiviazione di dati» relativi ad alcuni «temi investigativi», si legge. L'obiettivo è superare lo stop del Riesame al precedente sequestro di dispositivi elettronici, annullato in parte non per la mancanza dei gravi indizi, ma perché non ben circostanziato. L'avvocato dell'ex pm Venditti, Domenico Aiello, aveva contestato il fatto che non fossero state indicate le parole chiave della ricerca nei dispositivi, ma l'indicazione, per gli inquirenti, farebbe correre «il rischio di tralasciare elementi di rilievo investigativo non più recuperabili dopo la restituzione della copia-mezzo». Non sarebbe possibile, infatti, trovare con parole chiave foto utili alla ricostruzione dei fatti o conversazioni contenenti un linguaggio criptico. Per questo la Procura preferisce indicare i temi dell'indagine.
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