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"Si lamentano di Vannacci e poi...": toghe rosse, Tajani inchioda la sinistra
21-10-2024, 08:50
Giorgia Meloni è diventata il nemico numero uno delle toghe rosse dopo Silvio Berlusconi ed è ritenuta addirittura "più pericolosa" del Cavaliere perché non ha scheletri nell'armadio e si muove non per interessi personali ma per "visioni politiche". La mail pubblicata in esclusiva da Il Tempo e rilanciata dalla premier stessa sui social ha sollevato un polverone e ha portato la tensione tra la maggioranza e la magistratura a nuovi picchi. Proprio sul messaggio choc scambiato tra gli esponenti di Magistratura Democratica (braccio armato della sinistra che vuole mettere ko il governo), e l'Anm, l'associazione nazionale magistrati che fa muro contro la riforma della giustizia, si è espresso Antonio Tajani. "Le dichiarazioni su Giorgia Meloni, nella mail dei magistrati, sono inaccettabili", ha dichiarato il vicepremier in un'intervista al Corriere della Sera. L'unica strada percorribile per mettere i bastoni tra le ruote alla presidente del Consiglio nel contrasto al traffico di migranti è quella dell'assedio giudiziario. "C'è un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all'allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni", ha ricordato il leader di Forza Italia, che poi ha inchiodato la sinistra su una strategia ormai chiara a tutti: "Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa". "Dicono che un generale non deve fare politica. Sono figlio di un generale dell'esercito. Non diceva nemmeno a noi per chi votava. Ma neanche un magistrato deve essere politicizzato. Come non esistono carabinieri di destra e carabinieri di sinistra", ha fatto notare. Il governo intanto sta studiando il provvedimento che consente di trasferire i migranti nei centri allestiti in Albania, dopo che la sentenza del Tribunale di Roma ha annullato i trattenimenti e ordinato il ritorno in Italia. A quanto riportano fonti parlamentari qualificate, l'ipotesi più accreditata - su cui dovrebbe esprimersi il Consiglio dei ministri, convocato alle 18 a Palazzo Chigi - è quella di un decreto legge, immediatamente efficace, che eleverebbe a rango di norma primaria l'elenco dei paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti. "Non sono i magistrati a dover decidere quali sono i Paesi sicuri. Il potere giudiziario non può invadere gli altri due. Io rispetto le sentenze, però i magistrati non possono fare come vogliono. La Corte europea parlava di parti di territorio non sicure ma deve essere venuto meno il controllo, come accade con gli Houti. Altrimenti nemmeno l'Italia è sicura. In alcune zone dove ci sono mafia o camorra, l'Italia è sicura? Con questo principio nulla lo è più, neppure gli Usa, che in alcuni Stati hanno la pena di morte", ha commentato Tajani.
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