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Si può contrastare l'Alzheimer con iniziative nuove e creative, come il giardino sensoriale proposto dalla cooperativa Medihospes
Oggi 05-11-25, 17:47
Che risposta può dare Medihospes a chi soffre di Alzheimer? “Sappiamo tutti che non esiste un farmaco che blocca il progresso della malattia”, risponde Luigi Grimaldi, direttore dell'ufficio sviluppo di Medihospes, “ma sappiamo anche che si deve lavorare sulle capacità cognitive conservate di ciascun malato, attraverso interventi e terapie non farmacologiche, tra cui la stimolazione dei sensi. E dobbiamo farlo con convinzione, perché l'Alzheimer e, in generale, il decadimento cognitivo, è una delle principali sfide sociosanitarie attuali e future”. Parte da qui il lavoro quotidiano di Medihospes all'interno dei Centri diurni per malati di Alzheimer, dove la progettazione e la realizzazione di giardini sensoriali crea spazi terapeutici che ottengono un miglioramento importante della sfera comportamentale. La demenza colpisce oggi oltre 55 milioni di persone nel mondo, saranno 75 milioni entro il 2030 e 132 milioni nel 2050, cioè 10 milioni di nuovi casi ogni anno, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità. “Le statistiche ci dicono che in Italia sono affette da demenza oltre 1,2 milioni di persone, di cui 600.000 con Alzheimer, e sono più di 3 milioni i familiari coinvolti nell'assistenza quotidiana dei loro cari. Medihospes opera anche in questo contesto” spiega Grimaldi, fornendo qualche numero di questa grande cooperativa nazionale: 6000 addetti, oltre 22mila persone assistite ogni anno e 5 milioni di ore di lavoro dedicate. “A Roma in particolare il numero delle persone colpite dall'Alzheimer è in costante crescita, segue il trend nazionale” riprende Grimaldi, “migliaia di famiglie sono coinvolte direttamente e l'impatto sui servizi sociali e sanitari della città è sempre più evidente”. Proprio nella Capitale Medihospes vuole attivare con i “giardini sensoriali” quelle sinergie in grado di offrire ambienti terapeutici sempre più rispondenti alle esigenze degli anziani. “Gli studi scientifici dimostrano che la presenza di spazi verdi progettati per sollecitare i sensi favorisce il benessere psicofisico, riduce i disturbi comportamentali come ansia e agitazione, migliora l'umore e contribuisce a mantenere attive le capacità cognitive conservate di chi soffre di Alzheimer”. Il progetto dei “giardini sensoriali” di Medihospes a Roma ha luoghi e volti precisi. Il primo è stato inaugurato nel 2024 presso il Centro diurno Alzheimer San Giuseppe Sognatore, “è il frutto di un significativo lavoro di rete con l'Associazione Linaria nonché del fondamentale contributo della professoressa Luisa Bartorelli, dell'associazione Alzheimer Uniti, geriatra celebre a livello internazionale per avere elaborato, tra le prime, risposte creative non farmacologiche alla malattia”, sottolinea Grimaldi, “su questi obiettivi lavoriamo in squadra e in maniera interdisciplinare”. E si inserisce qui il convegno “Alzheimer e stimolazione sensoriale: progettare spazi che curano”, organizzato da Medihospes il 29 settembre scorso presso il Centro diurno Alzheimer Tre Fontane. È stato un momento di riflessione e confronto tra noi operatori del settore, istituzioni e territorio” sottolinea Grimaldi, “abbiamo condiviso i risultati delle sperimentazioni che abbiamo realizzato negli ultimi anni nei centri diurni di Medihospes sui giardini sensoriali, grazie appunto alle sinergie con l'Associazione Linaria, L'Istituto Europeo di Design di Roma e prima tra tutti Luisa Bartorelli”. Sempre a Roma, il 22 ottobre scorso c'è stata l'inaugurazione del giardino sensoriale Angelina Di Prinzio, presso il Centro Alzheimer Le Betulle, ad Ostia. Ogni evento è per Medihospes l'occasione di rinsaldare la rete a supporto di queste iniziative, con la presenza dei vertici degli assessorati alle Politiche sociali e della Salute della Capitale e dei municipi interessati, insieme alle ASL e alle comunità locali, “perché il giardino sensoriale significa cura e benessere per gli anziani dei nostri centri ma anche per i caregiver e per chiunque arriva a conoscere questa esperienza” continua Grimaldi. “Come gli spazi, anche le piante sono frutto di un progetto ben definito, vengono scelte quelle che si prestano alla stimolazione di tutti i cinque sensi, i percorsi sono ben tracciati e con una segnaletica chiara per prevenire il wandering, cioè il possibile smarrimento dei nostri anziani”. Un giardino sensoriale merita di esser visto e vissuto, ha materiali naturali in legno e attività distribuite su tutte e quattro le stagioni, per scandire chiaramente il trascorrere del tempo: in inverno con laboratori indoor usando elementi del giardino, in primavera con semina e piantumazione, in estate con la raccolta e l'utilizzo di frutti e fiori, e ora, in autunno con la creazione di decorazioni tematiche e riprese di “memorie”. “In ogni giardino sensoriale di Medihospes si lavora privilegiando materiali di recupero e di scarto, per promuovere la consapevolezza ambientale” conclude Grimaldi, “ma soprattutto coinvolgiamo gli ospiti, gli operatori e la comunità locale, perché così rafforziamo il senso dell'appartenenza, che è un grande conforto per chi è malato e per chi gli è vicino. È uno dei modi in cui realizziamo quello che diciamo, cioè che a Medihospes siamo persone che incontrano persone”.
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