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Silvia Sardone: "Il centro islamico di Milano e l'Ashura della vergogna"
Oggi 08-07-25, 11:26
«Il centro islamico di via Valsolda che ha organizzato le celebrazioni dell'Ashura in stazione Centrale è sia abusivo che pericoloso. Ovviamente Sala e compagni non dicono nulla perché la comunità islamica nella sua interezza rappresenta un buon bacino di voti, guai a toccarli». A dircelo è la vice della Lega Silvia Sardone, che interviene anche sulla celebrazione avvenuta domenica a Milano. L'ennesimo caso di una moschea abusiva in cui però l'imam sciita è addirittura sceso in piazza per celebrare il momento di preghiera. «Il centro islamico di via Valsolda che ha organizzato le celebrazioni dell'Ashura in stazione Centrale è sia abusivo che pericoloso, visti i precedenti delle commemorazioni pro-Soleimaini. Ovviamente Sala e compagni non dicono nulla perché la comunità islamica nella sua interezza rappresenta un buon bacino di voti, guai a toccarli. Le scene viste a Milano domenica sono la rappresentazione plastica di cosa sia l'islamizzazione crescente che noi denunciamo nelle principali città italiane. Come giustamente avete titolato voi del Tempo: siamo a Teheran, non più a Milano». Lei però è vice della Lega, partito che è al governo. Non crede che dobbiate dare risposte più concrete ai cittadini? «La Lega da sempre, e sempre lo farà, si batte per fermare l'islamizzazione del nostro Paese: proprio di recente abbiamo presentato una risoluzione contro l'islamizzazione nelle scuole e l'abitudine pericolosa di imporre gite a bambini e ragazzini nelle moschee ad ascoltare i discorsi degli imam. La nostra parte la stiamo facendo e siamo certi che anche i nostri alleati siano sulle nostre stesse posizioni, al contrario della sinistra, fin troppo morbida sui pericoli insiti nell'islam. La sinergia che abbiamo creato con i cittadini èvincente: ricevo tantissime segnalazioni di moschee irregolari e abusi compiuti dalle comunità musulmane e sono sempre in prima linea per recepire le loro sacrosante lamentele. Purtroppo, a Milano, ci scontriamo con l'ideologia filoislamica di Pd e compagni». Compatti, ma FI chiede dialogo sullo ius scholae. Solo idee diverse o ci sono crepe? «Lo ius scholae non rientra nel programma di governo e ciò dovrebbe bastare per spegnere ogni tipo di polemica. Non è certo una priorità, visto anche che siamo il Paese che in Europa concede più cittadinanze, e mi permetto di dire che non sarà mai all'ordine del giorno. All'interno di una coalizione è normale avere sensibilità diverse, altrimenti saremmo un partito unico, ma su questo non c'è spazio per negoziazioni. L'ultimo referendum è stato indicativo della volontà popolare, non credo che se il quesito fosse stato sullo ius scholae il risultato sarebbe stato diverso. La politica deve saper ascoltare e interpretare la volontà popolare e su questo tema è chiara». Come Governo, quale l'obiettivo per contrastare l'Islam radicale? «Il governo, come dicevo, è unito e in prima linea per dare risposte agli italiani su un tema decisivo nel futuro prossimo. Fino a quando i musulmani non firmeranno un'intesa con lo Stato nulla dev'essere loro concesso a livello religioso e soprattutto politico. Sermoni in italiano, finanziamenti trasparenti, stop al velo nelle scuole, stop alle trascrizioni di atti maturati all'estero (ripudio, matrimoni combinati), stop a pratiche indecenti come poligamia e infibulazione, stop all'indottrinamento islamico nelle scuole. Si deve partire da qui: la battaglia della Lega è una battaglia di civiltà e libertà». E in Europa cosa pensano di fare i patrioti essendo questo un tema di rilevanza internazionale? «I danni creati dall'islam radicale in Francia, Belgio, Inghilterra e Paesi scandinavi sono sotto gli occhi di tutti e devono fungere da monito per l'Italia. In Europa contiamo su alleati di spessore, Marine Le Pen e il RN su tutti, che remano nella nostra direzione e sono intenzionati a fermare il fondamentalismo islamico a ogni costo. Purtroppo, l'Ue di Von der Leyen, tra campagne pubblicitarie pro -velo e fondi a pioggia alle università per studi sull'islam, è fuori rotta da tempo e non si accorge dei pericoli incombenti».
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