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Sinistra unita contro la legalità. Da Salis a Sala piangono il centro sociale che non c'è più
22-08-2025, 09:34
È un giorno di giubilo per la legalità, di mestizia per la sinistra. Che, non da oggi, considera le occupazioni abusive come legittime, esaltando lo spirito comunitario e culturale dei centri sociali. Lo sgombero del Leoncavallo non viene quindi visto come un trionfo dello Stato, bensì come una sconfitta. «La legalità della Meloni ? Tutelare i fascisti di Casapound e liberare i libici assassini come Almasri. La presidente invoca il rispetto della legalità per giustificare lo sgombero del Leoncavallo a Milano, ma a Roma, a pochi metri da Termini, CasaPound occupa abusivamente da vent'anni un palazzo pubblico senza che nessuno osi intervenire. Se non fosse così paradossale e grave, ci sarebbe da ridere: la legalità a geometria variabile è la cifra di questo governo- ha sentenziato Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde. E stiamo parlando della stessa Presidente del Consiglio che ha messo a disposizione un volo di Stato per rimpatriare un assassino come Almasri e che, dopo aver mentito agli italiani, è stata costretta ad ammettere di aver condiviso quella scelta. Il governo Meloni non difende la legalità, ma l'ipocrisia e i due pesi e due misure». Non poteva mancare al lagnoso coro Ilaria Salis. La donna che occupava le case (altrui), sul proprio profilo Facebook, ha difeso «l'esperienza» del Leonka. «Nessun rispetto per 50 annidi storia dei movimenti, contro-cultura, aggregazione giovanile, politica dal basso. Avanza la Milano della speculazione edilizia e della gentrificazione, la città della rendita e delle week: una Milano senz'anima, esclusiva ed escludente, contro i poveri, contro chi vive del proprio lavoro, contro i giovani». Come da programma, l'europarlamentare ha voluto ribadire la propria delirante posizione anticapitalista. «Una Milano che appare più ricca e patinata, ma che in realtà è molto più povera e brutta. Spero che il Leoncavallo possa presto riprendersi lo spazio che merita. E che mille nuovi spazi sociali vengano conquistati e restituiti alle comunità che nonostante tutto resistono, in una città sempre più ostile e meno accogliente, una città espropriata ai suoi abitanti. Una città da rovesciare. Giù le mani dagli spazi sociali. Giù le mani dalla città. Milano è di chi la vive, non di chi ci specula». Avs era talmente contigua al Leoncavallo che, proprio all'interno della struttura occupata abusivamente nel 1994, aveva organizzato la propria festa per l'inizio di settembre. Una sorta di legittimazione politica dell'illegalità. Grottesca la posizione del sindaco meneghino Giuseppe Sala, che ha manifestato il suo disappunto per non essere stato avvertito dello sgombero e ha affermato che il Leoncavallo «deve continuare a emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità». Di tutt'altro tenore le dichiarazioni dei rappresentanti del centrodestra. «Occupare uno spazio altrui è illegale. Significa violare il diritto di proprietà, significa violare la libertà altrui- ha ricordato il Vicepremier Antonio Tajani - Lo sgombero di un centro sociale a Milano, che per tanti anni ha rappresentato abusivismo e degrado, significa riportare legalità e rispetto delle regole. Per noi non è un operazione politica, ma di giustizia. Non c'è differenza tra occupazioni di sinistra o destra, entrambe configurano un reato». Una posizione condivisa anche dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro: «La solita canea ululante della sinistra si straccia le vesti per lo storico sgombero del Leoncavallo. Si arrendano: il governo Meloni continuerà a mantenere fede agli impegni contratti con il popolo italiano, senza chiedere permesso alla sinistra».
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