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Soumahoro tende la mano a Meloni: "Pronto a collaborare sul Piano Mattei. Sui migranti basta tifoserie"
Oggi 07-11-25, 10:23
«Nessuno può mettere il cappello alle mie galosce. Quelle sono state e saranno sempre nei campi, a servizio degli ultimi». A dirlo Aboubakar Soumahoro. Il parlamentare del gruppo misto, abbandona la linea polemica di Alleanza Verdi e Sinistra, accetta l'invito de Il Tempo e si presenta alla nostra edicola in Piazza Colonna con una nuova veste, quella di uomo del dialogo e delle istituzioni. Come dovrebbe comportarsi un deputato, in una fase in cui assistiamo a repentini mutamenti in tutto il globo. Occorre sempre dire “no”? «Viviamo una fase di cambiamenti epocali. Non c'è dubbio. E al centro di tutto ciò c'è un continente chiamato Africa. Nei prossimi 25 anni avrà oltre due miliardi e mezzo di persone, di cui il 60% sono under 24. Nei prossimi dieci anni, ci saranno 450 milioni di ragazzi sul mercato. Ecco perché l'Italia, considerando la sua collocazione geografica, ha davanti a sé un'opportunità straordinaria». Come comportarsi? «Pensiamo al settore dell'agricoltura. Occorrono sinergie che permettano alle nostre imprese non solo di internazionalizzare, ma di investire in loco. Ne guadagnerebbero tutti. Medesimo ragionamento vale per il tema dell'immigrazione. Diamo la possibilità ai giovani di africani di scegliere se poter restare in Africa o eventualmente migrare». La sua linea è simile a quella della premier. Su tale tema è pronto a collaborare? «Il diritto di migrare è riconosciuto a livello internazionale. Detto ciò, dire che un ragazzo può realizzare il proprio sogno laddove è nato e cresciuto mi sembra qualcosa di bello. Parliamo di temi su cui dovremmo stare tutti dalla stessa parte». Se, dunque, le chiedessero di entrare nella cabina di regia del piano Mattei. Sarebbe disponibile? «Il Parlamento è laddove si creano delle sinergie per il benessere dei cittadini. Tutti dovremmo andare oltre gli individualismi. Su certi temi bisognerebbe mettere da parte le tifoserie e approcciarli, invece, con la giusta dialettica. Il buon senso dovrebbe essere l'unica guida. Se si condividono proposte e idee, perché non fare la propria parte. Su certi temi bisognerebbe mettere al primo posto l'Italia. Voglio solo mettere un'esperienza decennale a disposizione del Paese». A cosa si riferisce? «Le faccio un esempio. In questi ultimi anni è aumentato il numero delle imprese africane che sono pronte a investire in Italia e pochi, quasi nessuno, lo dice». C'è chi, intanto, chi ha provato a mettere il cappello su determinate questioni, vedi il caporalato. Non lo ritiene un errore? «Se oggi esiste un tavolo nazionale a riguardo è grazie a una proposta mia e di alcuni braccianti. Constatato ciò, vedere sempre più istituzioni, aziende, organizzazioni sindacali e anche ministeri collaborare in tal senso, non può che farmi piacere, indipendentemente da chi è al governo o in maggioranza». Da un po' di tempo a questa parte è nel gruppo misto. Possiamo dire che quella sinistra che l'ha candidata si è dimenticata degli ultimi, come tra l'altro ha detto in un'intervista a Il Foglio? «La politica tutta dovrebbe ritornare tra la gente o meglio al suo servizio. La politica nobile e alta è quella di prossimità, di ascolto. Dovremmo essere sempre dalla parte di chi non ha voce. Quando dico di uscire dalle Ztl, mi riferisco all'esigenza di uscire da quell'eurocentrismo che finisce per non farci avere una visione complessiva del pianeta». Militava tra le file di Avs, in cosa ha sbagliato il suo ex partito? «Non sto a dare le pagelle ai partiti. Tutti sbagliano e fanno cose buone, sia a destra che a sinistra. Dovremmo chiederci, al contrario, cosa sta davvero succedendo nel globo, senza che ce ne rendiamo conto. Questo è l'interrogativo che conta». La forza guidata da Fratoianni e Bonelli l'ha sempre accompagnata nelle sue battaglie? «Sono venuto a Roma per rappresentare innanzitutto il mio popolo. Per questo ho sempre lavorato». Ritornando alle questioni d'attualità, è ormai chiusa la vicenda sul business della sua famiglia, che per mesi, ha occupato le pagine dei giornali? «La nostra Costituzione dice che le responsabilità sono individuali. Dopodiché esiste la presunzione d'innocenza. Ecco perché non ho mai smesso di fare il mio dovere con serenità e per quello in cui credo, la mia unica priorità. Ho sempre ragionato sui progetti, sul fare. Gli atti parlamentari depositati lo dimostrano. Basti pensare a quello sui pescatori di Lampedusa, accolto dalla maggior parte dell'Aula». Tema del momento è quello della giustizia. Ritiene giusto riformare? «Quando si vuole fare qualcosa per migliorare è sempre utile. Molto importante è la questione legata ai tempi della giustizia. Snellire la burocrazia, accorciare i processi è una sfida che dovrebbe riguardare chiunque. Soumahoro è dalla parte di chi lavora». Non è, dunque, da quella di chi blocca il Paese con proteste, a volte esagerate? «Nel nostro Paese scioperare è un diritto costituzionale che va tutelato e garantito, a mio parere sacrosanto. Detto ciò, essere in strada non basta. Bisogna presentare delle soluzioni per risolvere i problemi».
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