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Stasi si proclama innocente. Bruzzone: "Perché non è vincolante per la semilibertà"
11-04-2025, 18:19
Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Una scelta che di fatto non accoglie il parere negativo espresso dalla Procura generale per l'intervista televisiva concessa a Le Iene durante un permesso premio da Stasi in cui l'ex bocconiano si è professato ancora una volta innocente. "Considerato il tenore pacato dell'intervista, ritiene il Collegio che tale comportamento, se valutato nel contesto di un percorso carcerario connotato dal rigoroso e costante rispetto delle regole, anche nel corso dei benefici penitenziari concessi (grazie ai quali già usufruisce di considerevoli spazi di libertà), non sia idoneo ad inficiare gli esiti della relazione di osservazione", si legge tra l'altro nelle motivazioni del Tribunale di sorveglianza. Se ne parla nel corso della puntata di Ore 14, il programma condotto da Milo Infante su Rai 2. La criminologa Roberta Bruzzone osserva che "sotto un profilo squisitamente tecnico il tempo che ha trascorso in carcere" Stasi "è sufficiente per poter avanzare le richieste, che naturalmente va vagliata dal Tribunale di Sorveglianza. So che ci sono delle valutazioni a suo riguardo da parte degli educatori del carcere estremamente favorevoli che sicuramente avranno avuto un peso nel ampliare sempre di più il suo tempo trascorso fuori dal carcere. Lui già comunque gode del lavoro extramurario". Insomma, per gli educatori del carcere "i tempi erano maturi", commenta Bruzzone. "Dal punto di vista del nostro ordinamento non c'è nessun tipo di ostacolo", anche perché il parere negativo della Procura generale "non è vincolante per quanto riguarda la lettura generale che può offrire il tribunale", che ha optato per il sì alla semilibertà. Insomma, per i giudici Stasi "è pronto per questo ulteriore passo verso il reinserimento", spiega la criminologa, "non mi sento di commentare in nessun modo negativamente perché di fatto questo prevede l'ordinamento. Sto sul dato tecnico - conclude - e che lui non abbia mai ammesso le sue responsabilità non è un elemento vincolante all'accesso o meno di questa possibilità".
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