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Storace dopo la sentenza Open Arms: “Un processo politico che ha danneggiato Salvini e la Lega”
Oggi 19-12-25, 11:14
«È stato un processo politico che ha creato un danno. È stato portato alla sbarra il ministro degli Interni ma non il primo ministro. Su un fatto che, come ha stabilito la Suprema Corte, non sussiste». Francesco Storace, giornalista, conduttore radiofonico e politico di grande esperienza commenta così la sentenza sul caso Open Arms. La grottesca inchiesta su Salvini ha prodotto dei danni, in termini politici, al segretario della Lega e al partito? «Appena uscì la notizia vi fu una forte risposta popolare. La Lega aveva organizzato dei banchetti, la gente firmava, anche sui social vi erano dimostrazioni di solidarietà. Ma si sa, il tempo affievolisce tutto. Non è un bel vedere un leader politico che deve recarsi in aula, processi, accuse. È evidente quindi che vi siano stati danni a Matteo Salvini». E alla Lega? «Ovvio. D'altronde Salvini è la Lega». È stato un processo politico su un punto programmatico di enorme importanza, in precedenza votato dagli italiani? «Assolutamente sì, si può e si deve dire. A maggior ragione è stato un processo politico visto che si è passati anche da un voto parlamentare. Suggestivo che sia stato indagato solo il ministro degli Interni e non il primo ministro o tutta la maggioranza politica (formata da Lega e Cinque Stelle) che bloccavano gli sbarchi e, evidentemente, condividevano quella posizione politica». La Lega è stata toccata anche dall'inchiesta (poi archiviata) sui presunti legami con la Russia. I Cinque Stelle, che col Carroccio hanno governato, no. Due pesi e due misure? «Le voglio rispondere con una frase non mia, ma di Luca Palamara. Salvini ha ragione, ma dobbiamo attaccarlo». Questo disastro è responsabilità dei magistrati o anche di quegli esponenti della sinistra che hanno votato per fare processare Salvini? «Entrambi hanno avuto responsabilità, sia chi indossava la toga che chi indossava la divisa di partito. Non so a chi tocca la palma di vincitore. Anche perché tutto il Paese è stato appeso ad una sentenza, voluta dalla Procura di Agrigento, per cinque anni. Una decisione politica che, come ha stabilito la Cassazione, non è un reato». Se tra sei mesi dovesse presentarsi un caso identico a Open Arms i magistrati si comporterebbero nello stesso modo? E la sinistra italiana? «Spero sinceramente che la sinistra possa aver imparato da questa vicenda. Discorso completamente opposto lo farei peri magistrati, che hanno deciso di intraprendere la guerra mondiale contro la politica». Salvini fa bene ad ambire al ritorno al Viminale nel 2027 o dovrebbe considerare quella parentesi chiusa? «Oggi non mi pare un tema da mettere sul tappeto, è inimmaginabile un rimpasto e, da qui al '27, troppe vicende, politiche e non, possono succedere».
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