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Strage di alberelli a Monte Antenne: "Ha fatto tutto il Comune di Roma"
Oggi 26-06-25, 15:38
La vicenda della pineta di Monte Antenne, pineta adiacente a Villa Ada, iniziata ormai nel lontano2022, ha ancora molto da raccontare. E non tanto per come si sta concludendo - in modo, sembrerebbe, tutto sommato positivo -, ma per ciò che è successo nel frattempo. Come raccontato da Il Tempo lunedì scorso, la piantumazione dei nuovi alberi, avvenuta dopo l'abbattimento dei mille vecchi pini (pinus pinea) colpiti dalla cocciniglia tartarugata, non è filata esattamente liscia come si sperava. Molti dei nuovi alberelli messi a dimora tra il 2020 e il 2023, infatti, si sarebbero seccati piuttosto presto: in tutto 243, ovvero quasi un quarto del totale, alcuni dei quali recentemente sostituiti. Ben oltre, dunque, la soglia del 10-15% di morti fisiologiche prevista in questi casi. Qualcuno ha ipotizzato che a contribuire al mancato attecchimento delle giovani piante sarebbe stato un "tira e molla" tra il Comune e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, incentrato sulla tipologia delle nuove alberature da ripiantare. Da una parte ci sarebbe stato l'ente statale, che in virtù del principio di mantenimento dell'assetto originario, avrebbe voluto altri mille "pini marittimi", uguali a quelli appena abbattuti dall'altra il comune, che invece avrebbe indicare alberature diverse, per evitare che si ammalassero di nuovo della stessa patologia. Tutto questo avrebbe in un certo modo rallentato le operazioni in attesa che si arrivasse a un accordo, concorrendo alla morìa degli alberelli. Ma fonti vicine alla stessa Soprintendenza hanno categoricamente smentito questa ricostruzione. Nessun "tira e molla" e nessun rallentamento. Anzi. Ciò che è avvenuto non sarebbe stato altro che un regolare scambio di pareri tra istituzioni, iniziato praticamente da subito, con il comune che comunica l'abbattimento dei mille pini alla Soprintendenza. Quest'ultima, soprattutto per ragioni storico-paesaggistiche, avrebbe sì proposto di ripiantare la stessa tipologia di alberi, ma avrebbe anche immediatamente accolto i successivi rilievi del Comune. Rilievi fondati su autorevoli pareri scientifici, i quali sconsigliavano la messa a dimora delle medesime piante che erano appena state attaccate dalla cocciniglia, proponendo alberi diversi. Ovviamente la Soprintendenza- davanti a solide motivazioni scientificamente sostenute - avrebbe infine sposato la linea comunale, senza tentennamenti, né lungaggini. Resta dunque da capire quale sia stato il motivo che ha causato la morte di un quarto delle nuove piante. Un motivo che, a questo punto, solo il Comune può conoscere, avendo seguito e gestito il cantiere di Monte Antenne sin dal primo giorno. Ed è ciò che abbiamo provato a chiedere agli uffici competenti, senza però ricevere risposte esaustive.
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