s

Su e giù per l'Italia con l'elettrico Bmw
Oggi 04-05-25, 18:23
Cinquemila chilometri su e giù per l'Italia, a bordo di una BMW iX1, per capire se l'auto elettrica è pronta davvero. Da Roma a Milano e ritorno. Poi Bologna, Imola, Riccione, Vercelli, Cecina, paesini come Stagno e provincie come Viterbo. Sempre lei, la iX1, silenziosa, scattante, razionale. Elettrica sì, ma con spirito da premium vera. Parliamo di un best in class: compatto da 313 CV, doppio motore, trazione integrale, 440 km di autonomia WLTP e un 0/100 in 5,6”. All'interno, materiali di qualità, infotainment con display curvo, Android Auto e Apple CarPlay wireless. È una BMW a tutti gli effetti: comoda nei viaggi, precisa tra le curve, ottima anche in città grazie alle dimensioni contenute. I consumi? In ambito urbano si confermano vicini a quelli dichiarati. In autostrada, viaggiando a velocità codice, salgono un po' ma restano accettabili. Durante la lunga prova, abbiamo verificato tutto: l'auto, la rete, le app. Le colonnine ci sono, l'Italia ne ha circa 65mila, e le più diffuse sono quelle di Enel. Sulle autostrade principali, come la A1 o la tratta tirrenica, quasi tutte le stazioni di servizio sono attrezzate con punti di ricarica ultrafast. Persino nel tratto un tempo “scoperto” dell'Aurelia, tra Rosignano e Tarquinia, ora si trovano infrastrutture moderne. Buone notizie per chi guida elettrico, ma ancora c'è qualcosa da mettere a punto: alcune colonnine erogano meno potenza del previsto, altre sono guaste. Peggio ancora, molte sono occupate abusivamente da auto termiche o da elettriche che restano ferme ore dopo la ricarica. A Roma, poi, c'è stato un fenomeno che sta rientrando fortunatamente: gli hub di ricarica sono diventati terra di conquista per i ladri di rame. Bastano pochi minuti per causare migliaia di euro di danni. Le pene? Minime. Servirebbe inasprirle, classificando questi reati come attentati alla mobilità collettiva. Tra gli episodi più suggestivi, la ricarica serale alla rocca di Populonia con un tramonto dorato sull'arcipelago toscano. Abbiamo testato anche le App più diffuse: quella di Enel X, Telepass, Evway, Charge Point, Ionity. Ognuna con pro e contro. Completa l'offerta di Telepass, soprattutto per chi sottoscrive un abbonamento, come quella di Enel X che ha anche un buon servizio clienti. Ionity, nel nostro caso, ha impiegato 14 minuti per risponderci ma ha subito ripristinato una colonnina difettosa. Non perfetto, ma quasi accettabile. C'è poi un dettaglio banale, ma cruciale: ricaricare di notte spesso significa maneggiare cavi al buio. Sarebbe utile che tutti i costruttori – auto e colonnine – trovassero una soluzione semplice ed efficace per illuminare l'area del connettore. Un piccolo accorgimento che migliorerebbe molto l'esperienza quotidiana. Dunque, l'elettrico sì o no? Sì, se è una scelta consapevole in base alle proprie esigenze: chilometraggio, possibilità di ricarica domestica, abitudini. No, se deve diventare un dogma. Bloccare la produzione di motori a combustione – benzina o diesel – sarebbe un errore. L'Europa non può permettersi di smantellare un comparto industriale strategico senza garantire alternative reali. In conclusione: l'elettrico può essere una scelta valida. Ma il futuro non può essere monocromatico. Servono più colori sulla tavolozza: elettrico, ibrido, idrogeno, benzina, diesel. Insieme. E con libertà.
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0
Guarda anche
Il Resto del Carlino

Come ricaricare auto elettriche. Installate le colonnine di Poste
Il Sole 24 Ore

Auto elettriche, la ricarica Ionity si paga con Telepass
Il Tempo
20:28