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Svolta in Ucraina? La decisione di Trump sui missili Tomahawk a Kiev. Ira della Russia
Oggi 07-10-25, 09:29
Donald Trump ha annunciato di aver “preso una decisione” sull'invio dei missili Tomahawk all'Ucraina, ma senza svelare quale. Il presidente degli Stati Uniti ha spiegato di voler prima “porre alcune domande” a Kiev su come intenda utilizzare le armi, assicurando di non aspettarsi “un'escalation” del conflitto con la Russia. La dichiarazione, rilasciata nello Studio Ovale durante un breve briefing con la stampa, non ha però chiarito né i tempi né la forma concreta del sostegno. Trump ha affermato di aver “più o meno” deciso, ma di voler prima avere chiarezza. In particolare, avrebbe voluto sapere “dove” e “contro quali obiettivi” verrebbero usati i missili. Le sue parole sono state interpretate da alcuni analisti come un passo verso un possibile via libera condizionato, mentre altri osservatori sottolineano l'assenza di un annuncio formale o di un pacchetto di trasferimento già approvato. Il Cremlino e il presidente Vladimir Putin hanno avvertito che la fornitura di Tomahawk a Kiev costituirebbe una grave escalation e danneggerebbe “in modo significativo” i rapporti russo-statunitensi. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato nei giorni scorsi di una possibile risposta “appropriata” qualora gli Stati Uniti o Paesi della Nato trasferissero missili a lunga gittata all'Ucraina. Anche Putin ha pubblicamente indicato che un simile passo “distruggerebbe” i miglioramenti nelle relazioni bilaterali e potrebbe avere conseguenze molto serie. I Tomahawk sono missili da crociera a lungo raggio (range operativo indicato fino a circa 1.500–2.500 chilometri, a seconda delle varianti) e, se usati dall'Ucraina, potrebbero teoricamente raggiungere obiettivi ben oltre le linee del fronte russo, fino ad aree centrali del territorio di Mosca. Proprio per questo motivo il Cremlino considera la loro consegna una “linea rossa”. Kiev aveva sollecitato più volte l'accesso a sistemi in grado di colpire in profondità il territorio russo per aumentare la pressione su Putin e costringerlo a negoziare; una richiesta che ha un forte impatto politico e militare. Negli ultimi giorni diversi media internazionali hanno riferito che, sebbene le consultazioni sul trasferimento di missili a lunga gittata siano in corso, l'effettivo invio di Tomahawk dagli arsenali statunitensi rimane incerto e, secondo fonti attendibili, “improbabile” nel breve termine. Alcuni reportage indicano che Washington sta al contempo valutando altre opzioni tecniche e normative (ad esempio vendite dirette, trasferimenti tramite Paesi terzi o forniture di sistemi meno sensibili) e che esistono resistenze anche all'interno dell'amministrazione statunitense per il rischio di una escalation diretta con la Russia. La dichiarazione di Trump arriva in un momento di intensificazione degli attacchi su entrambi i fronti. Nelle ultime 24–48 ore Kiev ha rivendicato attacchi a infrastrutture militari russe e a depositi in territorio occupato e non, mentre la Russia ha segnalato di aver intercettato una vasta ondata di droni e missili. Le agenzie riportano che l'Ucraina ha compiuto attacchi contro stabilimenti e depositi in diverse regioni russe, che Mosca ha definito “raid su larga scala” e che hanno alimentato il dibattito su quale arsenale permetta a Kiev di colpire obiettivi profondi senza provocare reazioni imprevedibili. Se gli Stati Uniti autorizzassero la consegna – direttamente o indirettamente – di missili Tomahawk, la mossa avrebbe rilevanti conseguenze politiche: aggraverebbe le tensioni con la Russia, riaprirebbe il dibattito interno su quanto debba essere il coinvolgimento occidentale nel conflitto e potrebbe innescare ulteriori richieste da parte di Kiev per sistemi ancora più potenti. D'altro canto, i sostenitori della consegna sostengono che il possesso di capacità di “deep strike” aumenterebbe la deterrenza nei confronti di Mosca e potrebbe accelerare una soluzione negoziale con perdita limitata di territorio ucraino. Al momento non esiste un annuncio formale né una data di trasferimento: la “decisione” menzionata dal presidente Trump appare per ora condizionata a chiarimenti operativi e politici. È probabile che nelle prossime ore e giorni il presidente e il suo staff contattino funzionari ucraini e alleati Nato per stabilire garanzie d'uso e limiti operativi; contemporaneamente Mosca continuerà a reagire pubblicamente e, secondo le sue dichiarazioni, potrebbe adottare contromisure. Va comunque ricordato che in passato notizie su possibili forniture di Tomahawk sono state accompagnate anche da smentite o da valutazioni prudenti sulle difficoltà logistiche e legali di un trasferimento.
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