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Treviso, bimbi dell'asilo cattolico pregano in moschea: scoppia la polemica
Oggi 04-05-25, 15:33
La gita in moschea organizzata per un gruppo di bambini della Scuola dell'Infanzia paritaria parrocchiale "Santa Maria delle Vittorie" di Susegana, in provincia di Treviso, ha sollevato la polemica, mai sopita del tutto, sul fenomeno dell'islamizzazione. A scatenare le reazioni più dure sono state le fotografie dei piccoli chinati in preghiera. "I bambini vanno a scuola per studiare, non per essere indottrinati con ideologie fuori dalla storia", "Siete vergognosi! Fossi il padre di uno di quei bambini, prima lo ritirerei da quell'istituto, poi prenderei dei provvedimenti nei vostri vergognosi confronti! Vergogna!", scrivono in rete alcuni utenti indignati. Scatti, quelli che stanno facendo il giro del web, che risalgono allo scorso 30 aprile. "Siamo stati accolti dall'Imam" ed "è stata un'esperienza davvero emozionante", si legge sula pagina ufficiale della scuola dell'infanzia. Poi, a mo' di racconto, il post prosegue con una spiegazione dettagliata delle attività svolte dai piccoli ospiti. "Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza dove per terra c'era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare. L'imam ci ha spiegato che la religione musulmana si fonda su 5 pilastri e ci ha detto che loro pregano 5 volte al giorno (ci abbiamo anche provato)". Un caso che da mediatico sta anche diventando politico. "Vogliono togliere i crocifissi e l'ora di Religione per indottrinarci all'Islam? Il sospetto è più che lecito dopo l'ennesima scena di sottomissione ideologica, stavolta in una scuola dell'infanzia a Ponte della Priula (Treviso): bambini portati in una moschea - molto probabilmente irregolare - costretti a inginocchiarsi verso la Mecca. Chi ha autorizzato tutto questo? I genitori erano stati informati davvero o si è agito di nascosto?", ha commentato Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega. "Noi portiamo i bambini di tutte le scuole pubbliche a visitare il museo e la Sinagoga per capire cos'é la presenza di duemila anni della comunità ebraica di Roma a Roma. Ma certo non li facciamo partecipare alla preghiera. Ogni visita in un luogo di culto deve avere il sapore della convivenza, in termini di condivisione, certo non in termini di conversione e indottrinamento", ha detto invece all'Adnkronos Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane.
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