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Truppe Nato in Ucraina, Zelensky accelera e Putin avverte: "Obiettivi legittimi"
Ieri 05-09-25, 21:39
Le truppe Nato in Ucraina sarebbero obiettivi legittimi per l'esercito russo. La frase del presidente russo, Vladimir Putin, pronunciata durante la sessione plenaria dell'East Economic Forum, racchiude tutto l'approccio della Russia attuale sulla questione ucraina. Per Mosca quelli sono territori di sua sfera di influenza e da cui la Nato dovrebbe tenersi lontana. "I possibili contingenti militari in Ucraina sono uno dei motivi principali per attirare l'Ucraina nella Nato. Pertanto, se dovessero comparire, partiremmo dal presupposto che questi saranno obiettivi legittimi da distruggere", ha affermato il presidente russo. Sulla stessa linea, la Russia non può permettere alla Nato di schierare un contingente in Ucraina, vicino ai suoi confini, e farà tutto il necessario per garantire la propria sicurezza, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo stesso Cremlino ammette che dal vertice in Alaska di Ferragosto non ci sono stati grandi progressi. I leader occidentali ormai sono convinti che Putin non voglia sedersi al tavolo dei negoziati e lavorano al 19° pacchetto di sanzioni. Questa volta ancora in più stretto coordinamento con gli Usa, dove è volata una squadra di funzionari della Commissione europea. Ursula von der Leyen ha anche sentito il vicepresidente Usa JD Vance, perché più le sanzioni sono coordinate con i partner, più sono efficaci, come è avvenuto con il tetto al prezzo del petrolio russo. Putin ha anche ripetuto che Mosca è il luogo migliore per un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, un invito che suona come una boutade, sapendo benissimo dello squilibrio e dei rischi che impedirebbero una soluzione del genere. Intanto, i leader della Coalizione dei volenterosi stanno portando avanti il lavoro sulle garanzie di sicurezza perché vogliono che quando sarà siglata la pace il supporto dei partner di Kiev possa essere fin da subito dispiegato. Alla riunione di giovedì a Parigi si è deciso di dare copertura su terra, aria e mare all'Ucraina e 26 Paesi occidentali, tra cui l'Italia, hanno dato la loro disponibilità in forme e modi diversi. Sulle forze di terra si ipotizzava uno schieramento da 10mila persone. "Non entrerò nel merito della quantità. Sicuramente non si tratterà di singole unità, ma di migliaia. Questo è un dato di fatto, ma è un po' troppo presto per parlarne", afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Per il presidente del Consiglio, Antonio Costa, in visita in Ucraina, l'adesione all'Ue è "la migliore garanzia per la sicurezza" per Kiev, per questo bisogna andare avanti con il processo nonostante il veto dell'Ungheria. Nel suo giro per le capitali in vista del vertice dell'1-2 ottobre, mercoledì 10 Costa sarà a Budapest per incontrare il premier Viktor Orban. Dall'Ucraina Costa non ha mancato di mandare un messaggio che mette in luce le contraddizioni della posizione ungherese. Gran parte del 20% di import di gas e petrolio russi che ancora resta da eliminare nell'Ue, osserva, "è consumato proprio nell'Ungheria, quindi il modo migliore per accelerare la fine di questa guerra è anche che l'Ungheria smetta di importare gas dalla Russia". Zelensky, invece, si dice pronto a dialogare con Orban sulle loro preoccupazioni, anche se finora tutti i passi compiuti sono stati dettati dalla Commissione europea e proprio per questo, commenta, non dovrebbero avere alcun fondamento le rivendicazioni ungheresi.
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