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Ucraina, le vere vittime del conflitto: Iryna Sturk racconta il suo dramma
Oggi 18-11-25, 09:39
Quando la guerra travolge un Paese, a pagare il prezzo più alto sono spesso i bambini e le loro famiglie. È la storia di Iryna Struk e di sua figlia Varvara, 12 anni, fuggite nel marzo del 2022 dalla loro città natale in Ucraina, Berdyansk, affacciata sul Mar d'Azov. Da allora, quel territorio è passato sotto controllo russo e la loro casa è stata occupata: un passato che oggi sopravvive solo nei ricordi e in alcune fotografie sfuggite alla devastazione. Approdate pochi giorni fa in Italia alla ricerca delle cure necessarie per Varvara, grazie al sostegno dell'associazione La Memoria Viva, Iryna e sua figlia portano con sé il peso di un viaggio segnato da paura e determinazione. Una mamma che rievoca con lucidità e coraggio la fuga dal suo Paese, le difficoltà e la forza che ogni giorno trova per proteggere la sua bambina. Una testimonianza preziosa, capace di illuminare il lato più umano — e più vulnerabile — di un conflitto che continua a chiedere il suo tributo più doloroso alle vite innocenti. Come siete arrivate in Italia? Da chi siete stati contattati? Siamo qui grazie a quelli che per noi sono veri angeli sulla terra: gli amici dell'associazione La Memoria Viva di Castellamonte (TO). Li avevamo conosciuti nel marzo 2022, quando ci aiutarono a fuggire da Berdyansk. Quando il 5 novembre abbiamo scoperto della grave malattia di nostra figlia, li abbiamo subito chiamati. Il Presidente Roberto Falletti, il 10 novembre era già in viaggio per venirci a prendere: aveva organizzato tutto. Come avete vissuto il viaggio dall'Ucraina fino a Torino? Iryna Struk : Per noi non è stato un viaggio, ma un pellegrinaggio per salvare nostra figlia. Siamo partiti in macchina e abbiamo percorso 250 km dalla zona di Černivci fino a Leopoli, dove ci aspettava già Roberto. Da lì tutto era preparato: Cracovia, poi Milano e infine Castellamonte. Non pensavamo di ricevere un'accoglienza simile. Siete davvero un popolo straordinario e non potremo mai ringraziarvi abbastanza. Qual è la condizione medica della bambina e quali cure aveva ricevuto in Ucraina? Mancava qualcosa? La mia bambina Varsavia ha un tumore raro, molto grave e aggressivo, che sviluppa metastasi rapidamente. In Ucraina, da agosto, cercavamo di capire come procedere, ma le condizioni sono estremamente difficili: tutto è complicato dalla guerra. Abbiamo perso tutto a causa dell'invasione russa. Come potevamo curare nostra figlia, l'unica cosa che ci è rimasta? Il 4 novembre è arrivato il risultato della biopsia: per noi il mondo è crollato per la seconda volta. Non sapevamo cosa fare. L'unica soluzione era chiamare Roberto in Italia. Chi vi sta sostenendo in questo periodo? Iryna Struk : Purtroppo non abbiamo nulla. Lo abbiamo spiegato chiaramente a La Memoria Viva: se potete aiutarci, ve lo supplichiamo, perché non possiamo pagare nulla. Non abbiamo più niente da vendere: tutto è rimasto dove oggi ci sono i russi. Com'è cambiata la vostra vita dall'inizio della guerra in Ucraina? Qual è la situazione oggi? Per noi è cambiato tutto. Abbiamo perso casa, lavoro, parenti sotto le bombe. Siamo rimasti solo con nostra figlia Varvara e ci rimbocchiamo le maniche per fare qualche lavoretto e avere da mangiare. Mio marito era ingegnere, io funzionaria del comune, ma ora non siamo più nulla: solo rifugiati in attesa che questa maledetta guerra finisca. Quali ricordi portate sempre con voi? Descrivere ciò che abbiamo vissuto è quasi impossibile. Per percorrere 200 km ci abbiamo messo 26 ore: senza cibo, senza nulla, solo con la speranza di scappare. Morte e distruzione lungo tutto il viaggio. Ma alla fine siamo arrivati in salvo. Come descriverebbe le emozioni di sua figlia in questo periodo difficile? In Ucraina era spaventata, non sapeva cosa l'aspettasse. Da quando è in Italia tutto è diverso: è tornata a sorridere e ad abbracciarmi dicendo: “Mamma, non siamo più soli, grazie a Dio siamo con persone che vogliono aiutarmi”. Cosa pensa dell'Italia e dell'accoglienza ricevuta? Mi inchino davanti a voi: siete straordinari. Non so come potrò mai ringraziare tutti, a partire da Memoria Viva, dal sindaco di Castellamonte, dalla Questura di Torino, dall'ospedale di Ivrea, l'Ospedale Regina Margherita, da tutti i medici, gli infermieri e i cittadini che ci sono vicini. Se potesse rivolgere un messaggio al mondo riguardo alla guerra, cosa direbbe? La guerra è la cosa più terribile che l'uomo possa fare. Quello che abbiamo vissuto e che viviamo resterà per sempre una ferita insanabile. Prego per la guarigione di mia figlia, ma anche per la pace del mio popolo e del mondo intero. Grazie Italia, grazie da una famiglia ucraina che senza il vostro aiuto avrebbe sicuramente perso anche sua figlia.
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