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Ucraina: Meloni, convergenza Ue-Usa per pace, Mosca offra contributo. Lega contro Cavo Dragone
Oggi 01-12-25, 21:29
Lo aveva sottolineato a Johannesburg, al termine del G20 caratterizzato più che altro dal dossier Ucraina, ed è tornata a ribadirlo alla vigilia dell'incontro fissato a Mosca tra l'inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e il presidente russo Vladimir Putin. Per Giorgia Meloni è giunto il momento che anche il Cremlino "offra un fattivo contributo al processo negoziale". Un "auspicio", quello della presidente del Consiglio, emerso nel corso della conversazione telefonica avuta col presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri leader europei per fare il punto dopo gli incontri di ieri in Florida tra le delegazioni statunitense e ucraina sul percorso di pace. L'inquilina di palazzo Chigi ha commentato con gli altri leader i risultati di questa nuova fase del negoziato, sottolineando "l'approccio costruttivo sempre dimostrato da Zelensky". Inoltre ha ribadito "l'importanza della convergenza di vedute tra partner europei e Stati Uniti quale fondamento per il raggiungimento di una pace giusta e duratura". Pace che passa inevitabilmente da Mosca, con Meloni che in Sudafrica aveva 'spinto' per arrivare a una "proposta seria", partendo dal piano dell'amministrazione di Donald Trump, da mettere sul tavolo per costringere Putin a svelare il suo "bluff" sulla fine delle ostilità. La videocall è andata in scena nel primo pomeriggio, dopo che in mattinata era stata diffusa dal Financial Times un'intervista all'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, responsabile del Comitato Militare della Nato, nella quale aveva spiegato che l'Alleanza atlantica sta valutando di attuare risposte più decise nei confronti della Russia, compresa anche la possibilità di effettuare un attacco preventivo, in risposta alle operazioni informatiche, i sabotaggi e le violazioni dello spazio aereo da parte di Mosca. Parole duramente criticate via social dalla Lega che, attraverso un post su X, ha sottolineato il fatto che "mentre Usa, Ucraina e Russia cercano una mediazione, gettare benzina sul fuoco con toni bellici o evocando 'attacchi preventivi' significa alimentare l'escalation. Non avvicina la fine del conflitto: la allontana". "Serve responsabilità, non provocazioni", la chiusura polemica del partito di Matteo Salvini che da settimane ha alzato il 'volume' sul dossier ucraino sia sul fronte dei negoziati che su quello degli aiuti militari. Dossier che è stato affrontato anche nel bilaterale andato in scena nel pomeriggio a palazzo Chigi tra Meloni e il premier bulgaro Rossen Jeliazkov. Incontro in cui alla fine è emersa "ampia convergenza" sui principali dossier internazionali, ma anche su immigrazione irregolare e processo di allargamento dell'Ue. Il colloquio, ha riferito Chigi, ha inoltre permesso di definire le prossime tappe del rafforzamento del partenariato tra Roma e Sofia nei settori di interesse comune, a partire dalla firma, entro il primo semestre del 2026, del Piano d'Azione 2026-2030 Italia-Bulgaria. Domani Meloni partirà alla volta di Manama, in Bahrein, per partecipare mercoledì al Vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo. Al rientro in Italia, già fissato in agenda per venerdì 12 dicembre, l'incontro con il presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, che dopo la visita a palazzo Chigi sarà anche tra gli ospiti di Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia che si terrà dal 6 al 14 dicembre a Castel Sant'Angelo, a Roma.
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