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Ue, faccia a faccia Meloni-Costa: "Leadership condivisa e pragmatica"
22-07-2024, 21:55
Un'ora di faccia a faccia per discutere delle priorità di azione dell'Unione europea per il prossimo ciclo istituzionale, a partire dai principali scenari di crisi a livello internazionale e dai temi della competitività e della gestione dei flussi migratori. Tanto è durato l'incontro a palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Antonio Costa, che ha scelto Roma quale prima tappa del suo giro di presentazione nelle capitali europee. Il presidente eletto del Consiglio Europeo ha varcato a piedi l'ingresso di palazzo Chigi per poi stringere la mano della premier e dialogare anche dei metodi di lavoro del Consiglio europeo, con l'obiettivo di valorizzarne ulteriormente il ruolo e l'efficacia. A fine giugno Meloni, nella riunione in cui arrivò il via libera al pacchetto dei top jobs europei, era stata l'unica leader a votare contro la candidatura del portoghese alla presidenza. Una posizione che oggi non le ha impedito di ribadire i propri auguri di buon lavoro a Costa, esprimendo apprezzamento «per il proposito di assicurare una leadership condivisa e pragmatica del Consiglio europeo». «È stato un ottimo incontro di lavoro - le parole di Costa all'uscita della sede del governo -, per me adesso è importante valutare quali sono le prospettive e le priorità dei vari paesi membri, ed essendo l'Italia un paese fondatore dell'Ue è molto importante conoscere e prendere nota delle priorità della premier Meloni». A salutare positivamente l'incontro è Paolo Gentiloni. «Ho visto che oggi Meloni ha accolto Antonio Costa, ha fatto molto bene», sottolinea il commissario Ue all'Economia dichiarandosi convinto che «avremo ciò che ci spetta, non credo nelle ripicche. Non penso ci saranno ripercussioni nei rapporti tra von der Leyen e Meloni. C'è stata però da parte di Meloni una scelta di campo». Scelta che anche a palazzo Chigi sono convinti non inciderà sulle trattative sull'asse Roma-Bruxelles nella formazione della futura Commissione europea. Le deleghe già cerchiate in rosso da Meloni sono quelle di carattere economico, e quindi principalmente industria, competitività e coesione. Non viene presa in considerazione invece quella legata al Mediterraneo anche se il ministro Raffele Fitto, che sarà uno dei due nomi che Meloni farà a Ursula von der Leyen per il ruolo di commissario, non si sbilancia sul tema: «Non ho alcuna competenza e ruolo per determinare che tipo di portafoglio deve eventualmente indicare il nostro governo». A confermare il «grande interesse» di palazzo Chigi per un portafoglio economico è il vicepremier Antonio Tajani ricordando che dovrà essere il Consiglio dei ministri a indicare il componente italiano della Commissione europea, «e se è vero che von der Leyen chiederà due nomi, un uomo e una donna, l'Italia farà le sue proposte». «Ho detto che Fitto sarebbe il miglior commissario possibile, ma anche quello dell'ambasciatore Elisabetta Belloni è un curriculum di rilievo», aggiunge quindi il segretario di FI precisando però che nessuna discussione è stata ancora aperta sulla direttrice generale del Dis: «Non ne abbiamo mai parlato, non ci sono pregiudizi sulle persone. Ci sono anche tante altre persone che potrebbero fare il commissario europeo bene tra le donne. Valuteremo i nomi che arriveranno sul tavolo e il Consiglio dei ministri prenderà le sue decisioni. Quanto a nomi femminili anche FI ha dei nomi da indicare alla presidente del Consiglio, poi valuteremo». Sul fronte interno intanto, da quanto filtra da palazzo Chigi, sono continui i contatti tra Meloni e i due vice Tajani e Matteo Salvini, i quali nei giorni scorsi si sono reciprocamente attaccati in seguito al voto di Strasburgo che ha portato all'Ursula-bis. Un botta e risposta circoscritto però a normale dialettica tra alleati che in Europa sono su posizioni diverse appartenendo a famiglie politiche differenti. La situazione tuttavia, secondo quanto si apprende, avrebbe spinto la premier a richiamare all'ordine Lega e FI consigliando di abbassare i toni.
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