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Vetulonia si candida a polo della cultura con il suo Museo Archeologico
Oggi 21-08-25, 17:39
Vetulonia, con il suo Museo Archeologico, si conferma straordinaria catalizzatrice di cultura che comprende ideali che danno lustro alla Nazione. Il direttore scientifico del Museo e il sindaco di Castiglion della Pescaia mettendo in sinergia le specifiche competente realizzano eventi di grande risonanza internazionale con record di presenze. Simona Rafanelli d'inesauribile vivacità ideativa, per l'alta credibilità scientifica dei suoi progetti caratterizzati da metodi di ricerca rigorosi e per il prestigio personale, riesce a ottenere per le sue mostre annuali prestiti di capolavori generalmente prerogoativa di musei del calibro del Metropolitan o del Louvre. L'autorevolezza scientifica è supportata da quella strategica del sindaco Elena Nappi all'avanguardia per visione etica, civica e sociale di straordinario livello. E' riuscita ad invertire la tendenza allo spopolamento dei piccoli paesi trasformando il Borgo di Vetulonia in centro di grande attrazione. "Una donna dotata di eccezionale positività e cordialità", così la descrive Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona "spero che il suo modello di leadership competente e armonico di dedizione e immaginazione ispirerà altre realtà. Ho visto intorno a lei empatia e capacità di tenere unita la propria comunità e vorrei proporla come candidata alla World Mayor Prize per il giusto riconoscimento nell'ambito del premio biennale organizzato dalla City Mayors Foundation che dal 2004 ha lo scopo di onorare chi ha contribuito al benessere del proprio territorio a livello nazionale e internazionale". Dopo "i corridori di Ercolano" della Villa dei Papiri del I secolo d.C., tra le grandi testimonianze dell'età classica, giunti a Vetulonia nel 2023, superando i limiti della normale prevedibilità, accanto al classicismo contemporaneo di Igor Mitoraj e nel 2022 i gessi di Antonio Canova la "Danzatrice con mani sui fianchi” e la “Venere italica” a confronto con la statuaria classica nella mostra “A tempo di danza. In armonia, grazia e bellezza”. Quest'anno "Un mecenate e i suoi tesori", una mostra-evento in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma, con una selezione di una delle più prestigiose collezioni private di ceramica vascolare etrusca, greca e magnogreca del marchese Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, noto per il mecenatismo che ha portato alla costituzione di vari musei a Roma, Salerno, Cosenza, Rende, Palermo e di filantropia con i progetti "Arte Sanitaria", nelle varie applicazioni della scienza medica come servizio neurofisiologico aggiuntivo negli ospedali Ruggi d'Aragona di Salerno. Preziosi vasi attici del VI e V a.C. con le figurazioni dei miti greci, avventure epiche, eroi, gli articolati intrecci tra uomini e dei, sono stati modello per la cultura etrusca e poi romana e che si perpetua in quella occidentale. Continua il dialogo tra antico e moderno con il "Giano Bifronte" di Gino Severini, reinterpretazione cubista da un bronzetto etrusco che si trasfigura tra mimesi e astrazione nella simultaneità dell'immagine in una visione combinata di più prospettive lineari che ispirò anche Picasso e gli "Archeologi" di Giorgio de Chirico, due manichini i cui corpi sono costruiti con rovine architettoniche classiche e di memorie del Mediterraneo. Il marchese collezionista ha una intensa storia familiare, lo zio Carlo Bilotti celebre negli anni '50 per le "eccezionali scoperte subacque del tempio di Hera Lacinia" a Crotone, collezionista di marmi romani, legato al classicismo presente nei dipinti del Museo a lui intitolato a Villa Borghese ricco di elementi lapidei, colonne scannellate e due colossali statue di togati di Gabi e di Vespasiano; Paolo Emilio Bilotti (1860-1027) definito da Bendetto Croce «studioso solitario e schivo», la cui collezione costituita da 11.000 reperti; Giovanni Carlo Barracco (1829 - 1914) intellettuale e collezionista, la cui raccolta museale di antichità è ritenuta una delle più belle a carattere privato nel panorama internazionale.
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