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L'ex Pd convertito, le moschee e i legami con la rete islamica. Così nasce il partito musulmano di Roma
Oggi 16-11-25, 07:36
Si chiama Francesco Tieri, ingegnere convertito all'islam, ed è il volto che si cela dietro la nascita di «MuRo27», che sta per «Musulmani per Roma 2027». Dopo l'articolo apparso su Il Tempo lui ha subito commentato sui propri social scrivendo «ha fatto subito notizia». Si tratta di un gruppo che «si è costituito a Roma», ed è composto da «musulmani che vivono, studiano e lavorano nella capitale e che vogliono contribuire alla discussione politica in vista delle elezioni amministrative del 2027». Il loro obiettivo è incidere nel calendario politico romano, anche se quello a cui assistiamo è certamente un modello replicabile in altre città italiane, e in questo il caso Monfalcone (dove è stata presentata da Bou Konate la prima lista interamente islamica), ha fatto scuola. Per chi conosce il mondo islamico, però, quello di Tieri non è un nome qualunque: aveva già fatto scalpore quando nel 2021 si era candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza del V municipio. Ex segretario delle Comunità islamiche del Lazio, si era espresso così prima delle elezioni: «Nel V municipio vivono circa 50 mila persone di origine straniera, il 20 per cento circa dell'intera popolazione. Di queste, circa la metà, sono musulmani. Servirebbero due moschee più grandi per feste e ricorrenze che rendano riconoscibile questa pratica collettiva, ma bisognerebbe mantenere anche le moschee più piccole di prossimità per la preghiera di tutti i giorni», aveva detto scatenando, già allora, la perplessità di chi, anche a sinistra, non vedeva il tema di buon occhio. Ed è anche con le moschee e attorno ad esse, che ha costruito la sua campagna elettorale. Numericamente un bacino di voti non indifferente, e ha ammesso di aver contato proprio su di loro: «Non ho un partito alle spalle e una struttura. Sono musulmano. Ho chiesto aiuto nei centri di preghiera per la raccolta delle firme. E questo ha avviato uno straordinario processo di protagonismo delle persone, che hanno iniziato ad attivarsi per me, organizzando comizi, scrivendo volantini in lingua. Dalle moschee ho iniziato a girare per i bar, le frutterie. Ho scoperto un mondo completamente ignorato dalla politica». Parole pronunciate quando era candidato con «Democrazia Solidale» a sostegno dell'attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri, in quota Pd. Oggi autore per il sito islamico «La Luce», gestito dai fratelli Piccardo (uno dei due è consigliere dell'Ucoii) che si è più volte scagliato contro il giornale, ha frequentato anche il mondo della moschea di Centocelle, il cui imam è Ben Mohamed Mohamed. Tanto da aver organizzato proprio in Via dei Frassini una delle tappe della raccolta firme per la sua candidatura. Un municipio, il V, dove sorgono la maggior parte dei luoghi di culto abusivi presenti nella capitale, essendo un punto di ritrovo chiave per la comunità islamica romana. Il Tempo si è occupato a lungo di quella che sarebbe dovuta essere la nuova sede dell'associazione «Al Huda» e che sarebbe dovuta sorgere nell'ex mobilificio Gaggioli, oggi oggetto di indagine per presunte irregolarità edilizie. Secondo quanto appreso, però, dietro il progetto «MuRo27» ci sarebbe proprio l'appoggio del centro culturale che fa capo a Ben Mohamed che, contattato dal giornale, non havoluto né confermare né smentire: «Non ho risposte. Non posso dire si o no». Il loro progetto spiega appieno il concetto di islam politico, ovvero l'applicazione di quelli che loro considerano "sacri precetti islamici" alla vita politica e al tessuto sociale: «La rilevanza politica della presenza islamica in Italia, rispetto al contributo che questa potrebbe dare alla società, può ad oggi essere valutata come quasi insignificante. Nella capitale il gruppo MuRo27 intende promuovere e stimolare idee e proposte politiche di utilità collettiva coerenti con l'appartenenza religiosa dei propri membri». E l'imam non se ne è discostato. Silenzio assenso? Intanto, la notizia ha fatto insorgere il centrodestra. Secondo l'Europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint, già sindaco di Monfalcone, si tratta di «un nuovo partito portatore di un messaggio ideologico-politico islamista che ambisce all'applicazione del Corano, alla sostituzione della Costituzione con la Sharia, all'annientamento delle nostre libertà e dei nostri diritti, a partire da quelli delle donne». Il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri invita a tenere gli «occhi aperti, bisogna sempre verificare connessioni e collegamenti, perché a Roma abbiamo troppi gruppi di fondamentalisti e moschee abusive». Episodio definito dal deputato di FdI Federico Mollicone «inquietante la nascita di una lista civica ispirata alla legge islamica. Serve un'attenzione massima da parte degli apparati di prevenzione. Le sure e la legge italiana non sono compatibili». Così come secondo il deputato della Lega Rossano Sasso «il loro intento e lo loro parole non lasciano spazio alla minima forma di dubbio, vogliono islamizzare l'Italia».
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