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Vip e leader della sinistra testimonial strapagati. La propaganda dell'Anm contro il governo
Oggi 28-07-25, 07:53
Quei testimonial strapagati dalle toghe rosse per la propaganda contro il governo. È una delle voci di spesa che ha scatenato la bagarre nell'Anm, all'interno della quale si è aperta una guerra senza quartiere per il buco nelle casse del sindacato. E quando le toghe brune hanno chiesto conto della «spregiudicata gestione delle risorse economiche disponibili dell'Associazione», sotto la guida dell'allora presidente Giuseppe Santalucia, si è arrivati alla resa dei conti. Con i magistrati conservatori che rinfacciano ai colleghi di sinistra l'utilizzo di fiumi di denaro per fare politica antigovernativa attraverso eventi propagandistici onerosi, che hanno aperto la strada allo sciopero generale contro la riforma della giustizia del 27 febbraio scorso. L'ultimo di una lunga serie di show, che ha visto l'acquisto di coccarde tricolori per i dimostranti e la discesa in campo di uno dei testimonial d'eccezione delle toghe di sinistra, Antonio Albanese, che ha letto Piero Calamandrei a difesa della Costituzione, mai stata in pericolo. Ma ancora prima c'era stato il trionfale evento congressuale di Palermo nel dicembre 2024, che nella lettera firmata dai rappresentanti di Articolo 101 viene indicato come l'iniziativa che avrebbe quasi del tutto azzerato le risorse economiche dell'Associazione, la quale già nel maggio precedente aveva dovuto sborsare decine di migliaia di euro per il Congresso nel capoluogo siciliano che ha visto, tra gli ospiti, la segretaria dem Elly Schlein e il capo dei 5 Stelle Giuseppe Conte. A esibirsi sul palco la comica Teresa Mannino. E ora scopriamo, dall'aspro scambio di accuse in chat, che i testimonial delle toghe rosse contro il governo sono pagati profumatamente. È il giudice anti-correnti Andrea Reale di Articolo101, uno dei firmatari del documento che chiede conto delle spese e ha spinto Santalucia a minacciare querele, a incollare un suo intervento del 2014, quando già criticava la gestione dei fondi dell'Anm. «Pensate che abbiamo pagato oltre 50mila euro per il cachet del bravissimo Antonio Albanese e per l'affitto del teatro Capitol. Ma a ripensarci bene doveva essere lui a pagare l'Anm per la grande ispirazione che ha ricevuto il suo spassosissimo personaggio Cetto la qualunque», scriveva Reale. «L'Anm maestra di Cetto: chissà che non possa diventare il titolo del prossimo congresso nazionale! Ed il sottotitolo? Tu mi voti? Ed io ti sistemo a tia e a tutta a famigghia. E se non mi voti?...», ironizzava, aggiungendo: «Evviva l'Associazione Nazionale Milionari!». A fargli eco il giudice Felice Lima, con una mail del 26 luglio scorso dall'oggetto «camerati», in cui riporta la reazione della collega di Magistratura Democratica Rachele Monfredi alla critica sullo sperpero di denaro, racchiuso nella frase: «A Palermo se so magnati tutto», che la toga rossa bolla non come una critica legittima, ma come «un'affermazione falsa». E Lima: «Camerati... si rinchiudano in galera questi autori di critiche "illegittime". E votiamo per la camerata Monfredi a capo del MinCulPop, a ciò che possa dirci sempre quali sono le verità a cui ci dobbiamo attenere». Che conclude: «Il carcere per i dissidenti si, ma la pena di morte mi spaventa».
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