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Toghe in rosso: il buco da 590 mila euro e lo scontro interno all'Anm
Oggi 28-07-25, 07:35
Volano gli stracci nell'Anm, al grido di «a Palermo se so' magnati tutto». Con i magistrati indipendenti che accusano le toghe rosse di aver dilapidato centinaia di migliaia di euro del sindacato per portare avanti la guerra contro la riforma della giustizia del governo Meloni. Iniziative di lotta politica che avrebbero causato una voragine nel bilancio dell'Anm, un buco di quasi 590mila euro, messo nero su bianco dai revisori dei conti il 16 giugno scorso e appuntato sul petto dell'ex presidente Giuseppe Santalucia come la lettera scarlatta della «mala gestio» dei fondi, al punto da scatenare l'ira della toga rossa, oggi presidente di sezione della Cassazione dopo essere stato sostituito alla guida dell'Anm da Cesare Parodi, di Magistratura Indipendente. Un ammanco tale da necessitare l'aumento della quota associativa per ciascun iscritto a 15 euro al mese. Santalucia non ha gradito un resoconto del 12 luglio, denominato appunto «mala gestio», inviato dopo il deposito del bilancio dalle toghe brune, proprio quelle che secondo Matteo Renzi stanno portando avanti un regolamento di conti sulla separazione delle carriere quando invece restano l'ultimo baluardo a quella chiamata alle armi avviata con il manifesto del giudice di Magistratura Democratica Marco Patarnello, che nella mailing list dell'Anm aveva definito la premier Giorgia Meloni più pericolosa di Silvio Berlusconi perché non si muove per un salvacondotto, ma in virtù di una visione politica in grado di mettere in difficoltà la giurisdizione, portando a compimento la tanto odiata riforma della giustizia che elimina lo strapotere delle correnti. Ed è proprio in quella stessa mailing list dell'Anm che, negli ultimi giorni, si è consumato lo scontro tra toghe rosse e toghe brune. Ad accendere gli animi la pubblicazione del verbale dell'ultima riunione della Giunta esecutiva centrale del 16 luglio scorso, in cui si dava conto nella delibera approvata «di fornire i documenti richiesti da Giuseppe Santalucia e di comunicare solo i nomi e gli uffici di appartenenza dei firmatari del documento diffuso dagli eletti di Art. 101 durante il Cdc del 12 luglio 2025». Insomma, Santalucia intende procedere a carte bollate nei confronti di quei magistrati che si sono permessi di criticare l'era dell'ex capo per il bilancio in profondo rosso, che ha fotografato «una situazione di spregiudicata gestione delle risorse economiche disponibili dell'Associazione, quasi del tutto azzerate dal trionfale evento congressuale svoltosi a Palermo nel dicembre 2024», si legge nella missiva firmata dai rappresentati di Articolo101 nel Comitato direttivo, che fa esplicito riferimento alla kermesse delle toghe rosse contro la riforma, dopo il Congresso di maggio in cui sfilarono Elly Schlein e Giuseppe Conte. «Si parla», prosegue il documento, di «svariate centinaia di migliaia di euro, impiegate per ospitalità alberghiera, catering e cachet degli artisti invitati all'evento, la cui "indispensabilità" i gruppi di Area, Md ed Upc hanno rivendicato con forza, a fronte delle timide perplessità contabili avanzate dal gruppo di Mi e della chiara e netta denuncia di sperpero proveniente unicamente dal nostro gruppo, trasfusa nel documento allegato, che invitiamo tutti a leggere con attenzione al fine di avere un'idea della portata del fenomeno di progressivo svuotamento delle casse sociali». Passaggi da lesa maestà, che anziché suscitare il dibattito su quei testimonial di sinistra che si riempiono la bocca di Costituzione e le tasche di denaro, hanno spinto Santalucia a minacciare querele. In una mail del 21 luglio, con oggetto «sul bilancio in rosso e altre falsità», il magistrato precisa che «la Giunta Esecutiva Centrale che ha lavorato stabilmente nella scorsa consiliatura ha sempre gestito i fondi dell'associazione con trasparenza e attenzione alla diretta realizzazione degli scopi statutari», ricordando che non solo le decisioni in materia di spesa sono sempre state sottoposte al direttivo da lui guidato, ma anche che «l'Anm dispone di accantonamenti finanziari per circa 1.700.000 euro, che rendono il bilancio ampiamente attivo». La mail si conclude con «ovviamente offriremo puntuale e dettagliato riscontro ad ognuno degli aspetti in questione, nelle sedi opportune, ove chiameremo i responsabili a render conto di queste affermazioni infamanti». Una minaccia di querela alla quale risponde il giudice Andrea Reale, esponente del gruppo anti-correnti Articolo101, tra i firmatari del documento sulla mala gestio. «Stupisce non poco il fatto che il dr. Santalucia si sia risentito a titolo personale (visto che non ha più alcuna legittimazione come organo associativo) e abbia sentito l'urgente bisogno di inviare una missiva dal contenuto così piccato in relazione ad un documento, dal chiaro contenuto "politico", che ha ad oggetto una responsabilità collettiva», scrive Reale, annunciando che «non ci faremo intimidire da nessuno, e porteremo avanti la nostra richiesta di chiarimento sulle spese dell'Anm che la precedente gestione ha inteso sostenere, a precisa e doverosa tutela degli interessi degli associati».
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