s
La zuppa non è pan bagnato ma una vera arte
Ieri 13-12-25, 22:00
Fu uno dei primi piatti elaborati dai cavernicoli. A Sparta la facevano con sangue di porco e vino. Beethoven ne era ghiotto, Francesco I la scoprì dopo la sconfitta nella battaglia di Pavia e la portò in Francia. Cézanne, Picasso e Warhol la resero immortale nelle loro opere.È possibile che tra il movimento finale della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Inno alla gioia e una zuppa calda, assaporata con somma soddisfazione in una di questa fredde serate invernali, ci sia qualcosa in comune? A costo di passare per sulfurei sacrileghi, diciamo che sì, qualcosa c’è. Entrambi, inno e zuppa, generano una profonda emozione. L’uno e l’altra vanno diritti al cuore. L’inno lo riempie di gioia transitando per gli orecchi, la zuppa lo conforta passando per il palato. Cambiano i sensi interessati, ma il risultato non cambia: in entrambi i casi è assicurata una sincera e profonda emozione.Continua a leggere
CONTINUA A LEGGERE
4
0
0
La Verità
Ieri, 22:00
La zuppa non è pan bagnato ma una vera arte
La Verità
Ieri, 21:00
«Peccatori di gola» sì, ma tutti da assolvere
La Verità
Ieri, 20:00
Tra dazio europeo e tassa italiana, i pacchi costeranno 5 euro in più
La Verità
Ieri, 19:00
Meno francese e più americana: ora la finanza italiana sceglie con chi stare
La Verità
Ieri, 18:00
In silenzio rieducano la famiglia del bosco
La Verità
Ieri, 17:00
