s
Cronaca Milano
Anna Scavuzzo, la fedelissima di Beppe Sala che agita la sinistra
Oggi 26-12-25, 01:00
C’è chi già inizia a storcere il naso dopo le parole rilasciate dalla vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo, sulla sua possibile corsa alle prossime amministrative. Lei non si nasconde più, non ci gira più attorno. La confessione rilasciata al Corriere della Sera apre già le prime polemiche. Certo, era evidente che la numero due di Palazzo Marino avesse in questi mesi preparato il terreno, ma ora è certezza. È stata lei a prendere in mano le redini del parlamentino milanese a seguito delle vicende giudiziarie che hanno colpito la giunta, assumendo anche le deleghe all’Urbanistica dopo la maxi inchiesta che ha travolto la città coinvolgendo l’assessore Tancredi e anche il sindaco Sala. Oltre a non aver nascosto il piacere all’idea di sedere sulla poltrona più importante di Palazzo Marino, Scavuzzo ha ammesso al quotidiano di pensare di «poter avere un ruolo nella definizione delle linee strategiche. Non so se sarò io la candidata sindaca, ma mi piacerebbe». È vero, il periodo non è stato dei migliori per il Comune, ma la vicesindaca è riuscita a tirare fuori tutta la sua energia. Del resto è abituata a fare più cose contemporaneamente. La numero due di Beppe, infatti, è anche assessora all’Istruzione e dal 2017 coordina anche la Food Policy cittadina. Eletta consigliera comunale per la prima volta nel 2011, è diventata assessore nel 2015: quasi undici annidi lavoro. Un lavoro che non viene messo in discussione da chi siede tra i banchi della maggioranza, ma è altrettanto vero che per alcuni il curriculum della vice di Sala potrebbe non bastare. Per il segretario di Azione, Francesco Ascioti, «non si parte dai nomi ma dai progetti»; mentre per il consigliere dei Verdi, Tommaso Gorini, oltre al curriculum servono «un dibattito e una tornata preliminare di coalizione». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45415186]] Di certo c’è che con la gestione del dossier San Siro Scavuzzo aveva già mostrato di voler andare dritta per la sua strada. Azione e buona parte del Pd avevano dato il proprio sostegno senza se e senza ma, mentre i Verdi di Palazzo Marino hanno sempre manifestato la loro contrarietà, arrivando anche a “minacciare” l’uscita dalla maggioranza. Al momento, l’unico ad averlo fatto è stato il consigliere Monguzzi, che dopo la partita su San Siro ha voluto mettere un punto fermo alla vicenda. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45393427]] La numero due di Palazzo Marino aveva un solo obiettivo: chiudere uno dei dossier più caldi sul tavolo del sindaco. E nonostante le richieste di cambio di passo, la vice ha continuato a detenere le deleghe anche dopo il tema stadio. Al Corriere ha spiegato che «la scelta di un nuovo assessore spetta al sindaco. Io continuo a mettere a disposizione tutto il mio impegno e il mio tempo anche per contribuire a quel cambio di passo. Diciamo che per l’equilibrio della giunta servirebbe un nuovo assessore, al quale cederò volentieri qualche delega». Ed è forse proprio questo il punto: concentrare così tante deleghe e ruoli su una sola persona, che per quanto possa essere brava e competente, rischia di non riuscire a garantire la giusta attenzione a ogni settore. Nonostante l’entusiasmo mostrato dalla vicesindaca sui nidi, nel corso degli anni non sono mancate critiche sulla loro gestione. Liste d’attesa infinite e carenza di posti sono state la causa principale del malcontento di molte famiglie milanesi, un problema che si ripresenta ogni anno. «Contrariamente a quanto dichiarato nelle sue interviste, molte strutture stanno uscendo dal convenzionamento con il Comune. Il motivo è evidente: le rette e le retribuzioni non sono state aggiornate, nonostante l’aumento delle spese, creando una situazione economicamente insostenibile», spiega Deborah Giovanati consigliere di Fi. TROPPE DELEGHE Non sono mancati problemi anche sul fronte della manutenzione delle scuole. Edifici fatiscenti, tetti che crollano a pezzi, aule allagate e inagibili. Basti pensare alla scuola “Gaetana Agnesi” di via Tabacchi a Milano o alla scuola Tiepolo, che da diverso tempo porta avanti una battaglia per avere una struttura degna di essere chiamata tale. Da non dimenticare, inoltre, il caso della scuola dell’Istituto dei Ciechi, che ha appena festeggiato i suoi 180 anni e che è stata costretta a trasferirsi da via Vivaio a via D’Annunzio. In quell’occasione l’assessora Scavuzzo aveva spiegato che la storica scuola media, con un alto numero di studenti con disabilità, non poteva più rimanere nell’Istituto e doveva essere trasferita a causa delle spese eccessive. Valutazioni, quelle dell’amministrazione, che hanno lasciato l’amaro in bocca a molti. «Una delle cose più incredibili è che lei sia stata l’artefice dello spostamento della Scuola dei Ciechi, una battaglia sulla quale avevo combattuto a lungo per il territorio. Allo stesso tempo non è riuscita a realizzare uno dei più grandi interventi finanziati con i fondi PNRR, ovvero la scuola di via Scialoia, in zona Affori», spiega ancora Libero la consigliera Giovanati. Sul fronte educativo «Scavuzzo non ha mai realmente brillato, eppure continua a godere di una sorta di aura di intoccabilità, come se non se ne potesse nemmeno discutere. Una cosa pazzesca, e non è chiaro il perché». E poi c’è il tema della scuola di via Crespi 40, «che non verrà realizzata, così come non è mai stata costruita una rampa per disabili in via Bussero, nonostante per mesi avessi chiesto chiarimenti. Solo dopo un grave incidente, in cui una mamma con una bambina disabile si è fatta male, la questione è stata finalmente presa in considerazione». SCUOLA C’è poi «tutta la vicenda dello spostamento delle scuole in zona Corvetto, che rischia seriamente di trasformarsi in un’operazione di segregazione di fatto, anziché in un’apertura verso bacini più ampi. Su questo, come su molti altri fronti legati all’educazione, Scavuzzo ha sempre gestito le cose in modo molto altezzoso, senza un reale confronto con studenti, famiglie e dirigenze scolastiche». Per l’azzurra, il fatto stesso che non abbia mai lasciato la delega all’Educazione nemmeno dopo aver assunto quella all’Urbanistica è significativo: «due deleghe enormi, che richiederebbero un impegno totale. Pensare di poterle gestire entrambe dimostra che, in realtà, l’educazione non è mai stata seguita con il tempo, l’attenzione e la cura che avrebbe meritato». E va aggiunto «anche che aveva dichiarato che lo avrebbe fatto, ma non lo ha mai fatto: una migliore articolazione e scaglionatura delle fasce di reddito per le rette delle scuole dell’infanzia. Ancora oggi, infatti, il sistema resta sostanzialmente invariato». Intanto, a restare aperto è il capitolo rimpasto nella giunta di Milano. Il sindaco Beppe Sala, riferisce Repubblica che sarebbe orientato a nominare un assessore tecnico. La figura ideale sarebbe un esponente della società civile, non un funzionario interno né una figura direttamente riconducibile ai partiti della maggioranza. E chissà che il nome non venga fatto oggi.
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0
Libero Quotidiano
03:08
Milano, i misteri della casa di via Cavezzali: sentinelle, abusivi e subaffitti
Libero Quotidiano
03:00
Il tariffario della morte: quanto costa commissionare un omicidio
Libero Quotidiano
02:26
Beppe Sala-choc: dove vuole far tornare il Leoncavallo
Libero Quotidiano
02:00
Milano, impennata di stupri: ecco quanti sono commessi da stranieri
Libero Quotidiano
01:00
Sesso, dai miti alle alcove: alle origini della libido
Libero Quotidiano
01:00
