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Autovelox riaccesi dai sindaci: dove si rischia la stangata
Oggi 03-09-25, 00:57
Riparte con l’inizio di settembre la lunga e infinita (per ora) telenovela degli autovelox. Con i tanti Comuni che continuano a far cassa e gli automobilisti vessati da multe sempre più esose. Sappiamo che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,guidato da Matteo Salvini, sta lavorando a tambur battente per spegnere al più presto molti dei rilevatori di velocità in giro per l’Italia. Ma, nel frattempo, ci sono Comuni che nelle prossime ore li faranno ripartire. Ad esempio, alcuni municipi del Veneto. I quali, nei mesi scorsi, avevano disattivato gli autovelox a causa del caos normativo, e però ora - in seguito alle mappature delle prefetture, effettuate secondo le regole imposte dallo stesso Salvini nel 2024 col nuovo codice stradale («contro i velox selvaggi per fare cassa») - hanno deciso per l’appunto di riattivarli, proprio adesso che molti cittadini, terminate le vacanze estive, sono tornati a casa. E tutto ciò avviene anche se per il momento la controversa questione dell’omologazione dei dispositivi non è ancora stata chiarita definitivamente: stanchi di attendere le lungaggini dei tempi del decreto, hanno dunque deciso di tornare a stangare con multe salate chi supera i limiti di velocità lungo le strade dove gli autovelox sono presenti. D’altro canto, ci sono però anche dei sindaci che hanno invece scelto di tenerli ancora spenti, anche se autorizzati dalle prefetture, in attesa per l’appunto di un decreto ministeriale completamente chiaro sulla materia. E così- dopo un annodi sentenze, dispositivi spenti, altri addirittura abbattuti dai contestatori e i ricorsi di tanti automobilisti al giudice di pace per l’annullamento delle sanzioni - la vicenda si arricchisce ancora di un nuovo “caro” capitolo. Come annunciato, l’“operazione verità” del Mit sarà operativa entro questo mese di settembre sul sito istituzionale del ministero, con un’applicazione al servizio degli enti locali, i quali avranno due mesi di tempo per inserire tutti i dati dei dispositivi installati - dovranno infatti indicare per ciascun dispositivo la conformità, la marca e il modello - evitando così il rischio sollevato dal Codacons che dal prossimo 18 ottobre tutti gli autovelox installati lungo le strade italiane possano essere spenti.L’intento del ministro Salvini è quello di «garantire esclusivamente l’efficacia dei dispositivi che aumentano la sicurezza stradale. Ma non saranno più tollerati i dispositivi fuori norma, o utili più a fare cassa che a prevenire comportamenti scorretti alla guida». Insomma, una vera e propria inversione di marcia. D’altro canto, come detto, in attesa di novità, diversi Comuni dalle prossime ore riaccenderanno i rilevatori. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43797740]] Il Codacons da tempo ha lanciato l’allarme proprio in ordine alla situazione di confusione che si è creata, richiamando quanto previsto dal Decreto Infrastrutture (legge n. 105/2025). L’associazione dei consumatori ha rimarcato «una situazione paradossale venutasi a determinare a causa di ritardi, leggi macchinose e inutili complicazioni burocratiche», sottolineando comunque che il decreto «stabilisce l’obbligo in capo a Comuni, Province e Regioni, di censire e comunicare al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tutti i dispositivi autovelox presenti sui rispettivi territori, per la pubblicazione nell’apposita sezione del portale telematico istituzionale dello stesso ministero». Una comunicazione che «è condizione necessaria ai fini del legittimo utilizzo delle apparecchiature». In altre parole, «i Comuni che non forniranno i dati non potranno più utilizzare gli autovelox sul proprio territorio».Sempre il Codacons sottolinea che «gli enti locali, pur volendo», ad oggi non possono «adempiere a tale obbligo: manca infatti il decreto attuativo del Mit che fornisce loro il modulo digitale indispensabile per comunicare i dati richiesti, modulo da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Infrastrutture». A partire poi dal via libera al decreto attuativo e dalla pubblicazione del modulo digitale, «gli enti locali avranno 60 giorni di tempo per comunicare al Mit i dati sugli Autovelox, e chi non lo farà non potrà più utilizzare gli apparecchi di rilevamento della velocità».Chi la spunterà, stavolta? La velocità del decreto Salvini ormai in arrivo, la velocità dei sindaci nel far ripartire i Velox o la velocità degli automobilisti di correre immediatamente davanti al giudice di pace per farsi togliere la multa? Vedremo... [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43853295]]
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