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Beatrice: Ungaretti, Pirandello e l'incubo della guerra, stavolta la maturità mette tutti d'accordo
20-06-2024, 15:01
Addirittura l'Accademia della Crusca, nella persona del presidente onorario Claudio Marazzini, ha promosso a pieni voti il Ministero della Pubblica Istruzione per le sette tracce del tema di maturità, la prima prova scritta che come ogni anno interessa milioni di studenti italiani. «Non sono tutte facili- dice Marazzini, professore emerito di storia della lingua italiana all'Università del Piemonte Orientale- anche se si riferiscono a questioni di largo respiro e di attualità. Tutte le proposte sono comunque fattibili e interessanti». Un inizio maturità senza polemiche, e meno male, perché la scuola dovrebbe esserne sempre risparmiata, ritornando laboratorio e palestra di formazione e di cultura. Laddove furono evidenziati errori, vizi di forma, persino qualche sottotesto ideologico e persuasione occulta, il Ministro Giuseppe Valditara ha evidentemente fatto un ottimo lavoro e c'è davvero da esserne felici perché le sette tracce risultano culturalmente mai banali, consentendo ai più dotati di esprimere il proprio grado di preparazione senza però escludere studenti che amano rivolgere l'attenzione all'attualità, sempre fonte di interessanti riflessioni. Esaminiamoli dunque, tali enunciati, che molto più complessi e articolati rispetto a quando la maturità l'abbiamo data noi o quando l'ha cantata, con pathos e commozione, Antonello Venditti. Si parte come sempre dall'analisi e comprensione di un testo letterario. Gli autori scelti sono Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello: Pellegrinaggio, la poesia compresa nella raccolta L'allegria del 1931, non chiede soltanto di riflettere sul messaggio del grande poeta ermetico a proposito dell'uomo in guerra, ma anche di studiarne la metrica libera. Per lo scrittore siciliano gli studenti si sono ritrovati un testo meno noto che invece risulta tra i suoi capolavori, ovvero i Quaderni di Serafino Gubbio operatore. Quel «viva la macchina che meccanizza la vita» avrà sicuramente fornito molti spunti ai candidati, cominciando da una riflessione cui spesso non siamo abbastanza attenti: la vera rivoluzione tecnologica non è nel presente ma databile all'inizio del XX secolo, questo strano romanzo fu scritto nel 1916, durante la Prima guerra mondiale e con il Futurismo nel momento migliore. Fossi stato io un maturando del 2024, ricordando di aver scritto a mia volta di Pirandello nel lontano anno scolastico 1981, sarei tornato ancora sudi lui, che più lo studi e più lo studieresti da quanti spunti riesce ad offrire questo immenso uomo di lettere italiane. Rispetto all'analisi e alla produzione di un testo argomentativo, le tre proposte mi pare vadano sotto il comune segno della «storia come attualità e dell'attualità come storia». Si è chiesto di commentare un lungo passaggio di Giuseppe Galasso a proposito di termini come “Guerra fredda” ed “equilibrio del terrore”. Si potrebbe parlare di catastrofe totale se qualcuna tra le superpotenze facesse ricorso all'atomica o, per contro, è possibile ipotizzare una lotta per il totale disarmo? Tra utopia e realtà. Tecnico e insieme poetico l'enunciato di Maria Grazia Cabiddu sulla bellezza della Costituzione: non si tratta di un pippone retorico alla Benigni ma di sollecitare la riflessione degli studenti sulla funzione civile del patrimonio storico-artistico, sulla crescente domanda di arte, di musica, di paesaggio, di letteratura, «in una parola di “bellezza” che non può, in alcun modo, essere ricondotta alla categoria dei “beni di lusso” o, peggio, all'effimero e al superfluo». È un ragionamento giusto e coerente sull'inclusività del patrimonio culturale. Pare in coda tra le scelte, forse troppo complesso, davvero affascinante. A proposito di complessità- la sfida su argomenti non prefabbricati risulta peraltro stimolante - molto intenso il brano di Nicoletta Polla-Mattiot sull'arte di riscoprire il silenzio, in un'epoca rumorosa se non ciarliera come la nostra. «Si parla perché esiste un pubblico, un ascoltatore. Si parla per impostare uno scambio», e invece in tanti, troppi, parliamo per riempire i vuoti e occupare degli spazi. Sarebbe stato da affrontare con sobrietà, mi viene da dire con poche parole, evitando una certa logorrea che piace agli insegnanti. Bello ma con qualche insidia. Docente al dipartimento di comunicazione, arti e media dello Iulm, Polla-Mattiot si è detta felicissima che un suo passaggio sia stato inserito nelle tracce dei temi di maturità, fatto piuttosto raro per un autore vivente e non proprio conosciutissimo. I temi di attualità sono stati tra i più gettonati e svolti, sia per la fama del personaggio che per la contemporaneità della provocazione. Da Rita Levi Montalcini gli studenti avranno imparato cosa significa convivere con l'imperfezione, elogiandola come un valore. «Il fatto che l'attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l'imperfezione nell'eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione». Parole sagge che non possono non colpire una giovane mente. In testa alla classifica del gradimento il tema numero sette, che parte dalla riflessione di Maurizio Caminito sulla persistenza del diario nella nostra epoca digitale. Si rischia di perdere «uno degli elementi essenziali del diario come lo abbiamo conosciuto finora: la ricerca di sé attraverso il racconto della propria esperienza interiore». Qui in tanti avranno avuto qualcosa da dire, ma ciò che importa e che nell'era dei social indiscriminati i nostri cari giovani hanno dovuto studiare sui vecchi libri per prepararsi alla prima sfida della vita e, credetemi, non c'è cosa migliore.
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