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Beatrice Venezi, il retroscena: la strategia di Giulia Bongiorno
Oggi 03-10-25, 10:45
Polemiche politiche, pretestuose, contro Beatrice Venezi per la sua nomina a direttore musicale de La Fenice di Venezia. Polemiche che non accennano a diminuire, anzi. Scelta dal sovrintendente Nicola Colabianchi, la Venezi è stata immediatamente impallinata dal fronte progressista, che ne ha nuovamente messo in dubbio capacità e curriculum. Una vicenda che di artistico, in verità, ha ben poco: la questione è politica. Ma la questione sta anche nel fatto che la Venezi ora sta subendo un linciaggio, tra attacchi personali fino alle minacce di morte. Venezi, che rivendica di essere chiamata “direttore” e non “direttrice”, ha reagito affidandosi all’avvocata Giulia Bongiorno, penalista di lungo corso e presidente della commissione Giustizia del Senato, nota per il suo impegno in difesa dei diritti delle donne e per aver contribuito al varo del “codice rosso” contro la violenza sulle donne. Alla Bongiorno il mandato di difenderla da questa colata di fango e odio. La musicista ha rivendicato la sua decisione con parole nette: “Di fronte ad attacchi tanto violenti quanto infondati, i sacrifici quotidiani compiuti per costruire il mio percorso professionale e il rigore che mi ha sempre ispirato mi impongono di conferire mandato all’avvocato Bongiorno affinché valuti le azioni giudiziarie contro coloro che non hanno esitato a diffondere gravissime falsità sul mio conto”. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44353897]] E ora, il Corriere della Sera anticipa quelli che saranno i capisaldi della strategia difensiva della Bongiorno, strategia che si muove su più fronti. Da un lato la giurista sottolinea la differenza fra critica legittima e odio organizzato: “Le critiche vanno bene se basate su fatti oggettivi. Ma qui, tante volte, mi sembra che si parta da forti pregiudizi. E siccome si è andati molto, ma molto oltre, valuteremo anche i danni”. Un secondo punto riguarda la dinamica, inquietante e ricorrente, di una reazione sproporzionata quando incarichi di prestigio vengono affidati a una donna, aggravata - rimarca Bongiorno - dall’appartenenza politica percepita: "Quando certi incarichi vengono dati a una donna si verificano sempre reazioni. E se poi non è di sinistra apriti cielo. Quindi si è scatenata una guerra, suo malgrado, fra giornali di un lato e dell’altro. Ma il problema non è questo, è che i social fanno da amplificatore delle aggressioni violente. E può diventare pericoloso", sottolinea il legale. Infine, c’è una dimensione internazionale, che allarga il caso oltre i confini italiani: "Lei è sempre in giro per il mondo a fare concerti. Avrebbe volentieri ignorato le polemiche, ma sono arrivate a grandi testate internazionali come il New York Times. E tutto questo non lo possiamo trascurare. Quindi invito a usare toni pacati e a fermare questa campagna denigratoria", spiega. La difesa di Venezi, per la Bongiorno, assume infine un significato che va oltre il singolo caso: trasformare un attacco personale in un banco di prova sulla possibilità per una donna di rivendicare la sua autorevolezza professionale senza dover subire campagne d’odio. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44217307]]
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