Bolloli: le dimissioni dei giovani di FdI dopo gli insulti antisemiti

Fuori due: le “terribili” Flaminia ed Elisa, nomi da bimbe innocenti ma lingua biforcuta e pensieri irripetibili. Sono le esponenti di Gioventù nazionale filmate nella video-inchiesta di Fanpage, il sito specializzato nella caccia al fascista con segugi infiltrati e servizi ad hoc. Stavolta il reportage a tradimento nel covo dei ragazzi di destra è andato così bene che mentre la premier Giorgia Meloni stava provando a dare all'Italia il ruolo che merita nella vicenda nomine in Europa, la batteria delle agenzie di stampa era piena di dichiarazioni di esponenti di sinistra e Cinquestelle all'attacco di Fratelli d'Italia e dei suoi ragazzi «razzisti e antisemiti». A indignare il Parlamento (tutto, senza distinzione di colore politico) sono stati, in particolare gli sberleffi rivolti alla senatrice Ester Mieli, esponente di Fdi nonché ex portavoce della comunità ebraica di Roma. «Gioventù nazionale va sciolta» è il mantra dell'opposizione, che reputa tutti gli attivisti responsabili. In ordine sparso parlano Peppe De Cristofaro, di Avs: «Gn è un'organizzazione neofascista»; Barbara Floridia dei Cinquestelle: «Meloni dica qualcosa sull'antisemitismo o ne è complice»; il capogruppo grillino alla Camera, Francesco Silvestri: «Meloni sta in silenzio sugli antisemiti perché sapeva»; la vicepresidente M5S a Palazzo Madama Alessandra Maiorino: «Meloni prenda le distanze da quei saluti fascisti e da quelle parole nelle chat». Poi, Verdi, Iv, Azione.   IL NODO DEI PROBIVIRI Lo stato maggiore del Pd condanna, in particolare, la frase indirizzata nel video di Fanpage alla segretaria Elly Schlein («quella testa di cavolo che se potessi vederla impalata lo farei molto volentieri») e incalza la premier a dare solidarietà alla dem. Il leader M5S, Giuseppe Conte, parla di «reponsabilità dei dirigenti di Fratelli d'Italia, ma anche di un humus diffuso di queste sezioni giovanili di Gioventù nazionale che vanno ripulite e vanno buttati fuori i colpevoli». Detto, fatto. Flaminia Pace, presidente del circolo Pinciano, 21enne, studentessa di Giurisprudenza alla Luiss, con la passione della politica e il mito di Giorgia, è fuori. Ma non dal movimento giovanile quanto dagli incarichi istituzionali e non da ieri, bensì dal 21 giugno, dopo le pressioni seguite alla prima puntata della video -inchiesta di Fanpage, quando da alcuni big era già arrivata la richiesta di provvedimenti disciplinari a suo carico. Ora il destino della militante che sfotteva la senatrice Mieli è nelle mani dei Probiviri del partito e ci vorrà un mese affinché si arrivi a una decisione finale: sanzione o espulsione. Toccherà a Giovanni Donzelli, capo dell'organizzazione di Fdi, e ad Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di via della Scrofa, stabilire il verdetto. La premier ha voluto che a occuparsene fossero due delle persone più fidate. Anche perché il partito ribolle sul caso Fanpage e Fabio Rampelli, ad esempio, invoca fermezza. E così è vero che il Consiglio nazionale dei Giovani (Cng), si è subito mosso ritenendo «gravissimo ed in palese violazione di tutti i valori e principi che da sempre ci animano», le esternazioni della Pace del filmato. Ma non c'è ancora una formale espulsione. Per Tommaso Foti, capogruppo a Montecitorio: «In Fdi chi sbaglia paga». Anche Elisa Segnini, capo segreteria della deputata Fdi, Ylenja Lucaselli, ha rassegnato le dimissioni. Nata nel '95, è un'ex candidata al consiglio comunale di Bergamo. Nel video incriminato si definisce «razzista e fascista» e attacca la neo eurodeputata Ilaria Salis («Vado a Budapest e dico a Orbán che la Salis deve marcire in galera con i topi e i ratti che le mangiano i piedi»). Su di lei, che aveva un incarico istituzionale, è calata direttamente la scure. Via. Intanto contro la Pace ieri si è scatenato l'odio social e il body shaming: i profili della ragazza si sono riempiti in poche ore di insulti, oltre a critiche politiche anche quelle sulla persona: «Sei pure cessa». Registrate anche minacce di morte all'indirizzo dei giovani meloniani.   DONZELLI E RAMPELLI Di sicuro la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le frasi, nel video di Fanpage, rivolte alla senatrice Mieli. Tutti i senatori, con il presidente Ignazio La Russa e il capogruppo Lucio Malan in testa, si sono stretti attorno alla collega. Idem alla Camera. Netto Donzelli: «Esiste un limite che non è superabile, che è quello dell'antisemitismo, un germe pericoloso e contagioso che è tornato e sta tornando in Italia, soprattutto a sinistra, nei centri sociali. Con la scusa della difesa della Palestina vediamo un pericoloso ritorno dell'antisemitismo e non possiamo consentire che ci contagi. Quindi», ha aggiunto, «sull'antisemitismo noi siamo inamovibili». Durissimo il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, grande scopritore di tanti giovani di destra che ha “allevato” nel circolo di Colle Oppio di Roma: «Il nostro mondo, soprattutto il nostro movimento giovanile, sono e sono sempre stati intransigenti verso qualsiasi forma di razzismo e di antisemitismo. Le espressioni deliranti di intolleranza, nascoste dietro una facciata di paraculesca presentabilità, vanno immediatamente sanzionate. Chi sbaglia paga e deve essere messo alla porta. È il partito che deve “dimetterli”». Un messaggio diretto a quanti, in Fdi, provano a minimizzare o a rimandare le decisioni difficili. Perché ora non si può dire: 'so ragazzi. Hanno sbagliato.

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