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Brunella Bolloli: gli spioni copiavano i dati della Digos
03-11-2024, 11:17
L'ex presidente della Camera Luciano Violante, già magistrato nonché al vertice della commissione parlamentare Antimafia dal 1992 al '94, dice che dalla vicenda dossieraggio sta emergendo la presenza di un Terzo Stato. E che «di fronte a una società fondata sui dati non abbiamo le difese adeguate, anche dal punto di vista culturale». Violante fa notare le differenze tra il caso dei presunti spioni di Roma, vale a dire l'inchiesta nella quale sono indagati il finanziere Pasquale Striano e l'ex sostituto procuratore Antonio Laudati, e quelli di Milano al centro delle cronache degli ultimi giorni. «A Milano facevano gli affari, nella Capitale si occupavano di relazioni», ha detto interpellato da Italia Oggi.E ha fatto notare come Striano, accusato di avere raccolto 224mila documenti riservati, sia in pratica ancora al suo posto, mentre gli indagati di Equalize indagati dalla Dda di Milano sono, in gran parte, agli arresti domiciliari. Perché? Una prima risposta arriva, forse, dai nuovi sviluppi dell'inchiesta milanese dove i carabinieri che stanno conducendo le indagini si sono accorti della quantità di dati esfiltrati dagli hacker operativi nella società a due passi dal Duomo e, soprattutto della loro provenienza, in gran parte da archivi rubati o copiati dalle stesse forze dell'ordine. Del resto, l'amministratore di Equalize era l'ex superpoliziotto Carmine Gallo (ora ai domiciliari) e proprio a lui, si legge in un passaggio dell'informativa dei militari, un collega della Ps in buona fede si sarebbe rivolto per riparare un hard disk nella speranza di trovare «tecnici riservati e qualificati». Non l'avesse mai fatto. Il dischetto con i dati segreti è stato poi riconsegnato all'agente della Digos ma soltanto dopo che Gallo ha copiato e archiviato l'intero documento: ecco una prova di acquisizione illegale e «fortuita di informazioni» e di cui Gallo si vanta con Nunzio Samuele Calamucci, la mente informatica del gruppo. Infatti, nel giugno dell'anno scorso i due parlano dell'accaduto. «Certo che son messi male lì in Digos», esordisce Calamucci, «l'hard disk dove hanno salvato i lavori non... come fate ad andare avanti così? Lui mi ha detto se... che riceve un cazziatone se fa presente sta roba... va beh... ci sarà qualche indagine che ci serve no?». Gallo richiede «di fare comunque una copia» e il tecnico replica: «Certo... tu prendi tutto comunque...». Sempre Calamucci, un po' la mente tecnologica della società fondata da Enrico Pazzali e Carmine Gallo, in un'altra occasione cita i Servizi tra i clienti di Equalize. Sia quelli «seri», che quelli «deviati». Dice infatti l'hacker: «I cialtroni saltano...un cialtrone fa le cose fatte male, salta, non merita lavoro, noi abbiamo la fortuna di avere clienti top in Italia...i nostri clienti importanti...contatti trai servizi deviati e i servizi segreti seri ce li abbiamo, di quelli lì ti puoi fidare un po' di meno, però, li sentiamo». E, stando sempre al racconto dei protagonisti, negli uffici di via Pattari ci sarebbe stato anche un incontro tra le presunte spie e «funzionari di Palazzo Chigi». Niente di strano, in fondo, se si considera il sottobosco in cui operava l'ex ispettore Gallo con contatti stretti nell'intelligence a cui bisogna aggiungere le relazioni politiche di Pazzali. I due, si evince dagli atti, potevano contare su una rete di “sponde” di un certo peso, reali o millantati che fossero, anche tra le istituzioni e la politica, visto il ruolo di Pazzali, già presidente di Eur spa e, da ultimo, di Fondazione Fiera Milano. Gallo, dotato per altro «di un cripto-fonino con tecnologia israeliana» per il ruolo in passato da lui rivestito in polizia ha contatti «di primo livello», scrivono gli inquirenti: da alti funzionari e magistrati a importanti studi di avvocati. Circostanza che ora fa accendere un faro sui sistemi di cybersicurezza in uso alle procure dove, peraltro, lavorava come consulente informatico Gabriele Pegoraro, l'ingegnere vicentino considerato un “genio” nel suo campo (ha aiutato a scovare anche latitanti del calibro dell'ex terrorista Cesare Battisti), il cui nome però compare nella lista degli indagati della Dda di Milano. In quanto al ruolo di Pazzali, ieri è intervenuto il sindaco di Milano Beppe Sala. «È chiaro che ci sono degli elementi che sono preoccupanti, non c'è dubbio. È una questione seria che va vista con grande attenzione e completezza di informazioni che oggi ancora non abbiamo», ha detto il sindaco di Milano. Pazzali si è autosospeso da Fondazione Fiera e la presidenza è stata assunta dal vice Davide Corritore. «C'è un consiglio generale giovedì. Vediamo che quadro fanno, dopodiché Corritore verrà da me e cercheremo di capire quale è il bene per la Fondazione», ha concluso Sala.
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