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Camprincoli: Frassati, il San Francesco della Torino bene
Oggi 14-03-25, 09:15
Come si fa ad essere eroi? Che senso ha oggi parlare di eroismo? Quali sono le azioni che compie un eroe? Sono alcune delle domande che hanno animato il convegno Pier Giorgio Frassati. Un cammino di santità, che si è tenuto nella sala Zuccari del Senato, dedicato al suo impegno etico, politico e sociale che sarà canonizzato il prossimo 3 agosto, al termine del Giubileo dei Giovani a Roma. Pier Giorgio Frassati, poteva avere il mondo ai suoi piedi e scelse gli ultimi del mondo. Si era dato il nome di “Savonarola”, in quanto terziario domenicano. Qualcuno osò persino chiamarlo Robespierre. Aveva le idee chiare fin dai tempi dell'università quando scelse di iscriversi alla facoltà di Ingegneria mineraria, per comprendere la causa dei minatori, per poterli aiutare e sostenere nella loro battaglia. Una scelta che di certo non stupì né il padre né la madre, da sempre impegnati nell'esercizio della libertà e dell'indipendenza. Pier Giorgio apparteneva all'alta borghesia piemontese. Il padre era il fondatore de il quotidiano La Stampa di Torino, che dopo l'avvento del Fascismo fu costretto a svendere a Giovanni Agnelli. Sua madre era Adelaide Ametis, celebre pittrice (espose numerose volte alla Biennale di Venezia), che lo sostenne sempre in tutte le iniziative filantropiche. Sua sorella Luciana Frassati, poetessa e scrittrice che ebbe 7 figli tra i quali, Wanda e Jas Gawronki, oggi presenti al convegno, che hanno ricordato le profonde ragioni della “santificazione” di Pier Giorgio. A partire dalla sua morte, avvenuta a soli 24 anni (4 luglio 1925), per aver contratto la poliomielite fulminante, in una delle case presso le quali si recava a portare il suo aiuto ai malati e ai più bisognosi. «Pier Giorgio era il ragazzo di fede delle 8 beatitudini come lo definì Papa Wojtyła - ha ricordato il senatore Pier Ferdinando Casini, presidente dell'Interparlamentare italiana, che ha spiegato il senso del convegno: «Abbiamo oggi due grandi pericoli: il negazionismo e l'assoluto oblio della storia. Ricordare, coltivare il valore della memoria collettiva di figure come Frassati ci ispira a muoverci verso un impegno politico e sociale contro le disuguaglianze». È stato fatto il paragone con Salvo D'Acquisto, il brigadiere dell'Arma dei Carabinieri che aveva solo 23 anni quando si sacrificò per salvare alcuni civili dai nazisti, nel 1943. È da poche settimane che Papa Francesco ha autorizzato- nella causa di beatificazione- il decreto che riconosce “l'offerta della vita”, per farlo “beato”. Entrambi giovani. Entrambi morti troppo presto. Entrambi, però, hanno lasciato un segno indelebile. Perché sono morti da eroi. Perché per essere eroi bisogna coltivare le virtù, così spiega il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. «Fede, speranza, carità sono le virtù cardinali, poi ve ne sono altre che aveva Pier Giorgio come la prudenza, la fortezza, la giustizia che viveva gioiosamente nella pratica del bene. Il suo era un eroismo profondamente umano». «Appartiene ai santi sociali, come le figure storiche di Enrico Fermi che il Papa ha dichiarato venerabile o Alcide De Gasperi», ha detto il cardinale Semeraro ricordando la possibilità che anche loro possano essere destinati presto a diventare santi. «Era l'ultima ruota del carro di quella aristocratica famiglia piemontese. Anche in famiglia dicevano così e oggi tutti lo chiamano santo», ha concluso il cardinale Semeraro. Amava la montagna, scalare le vette. «Verso l'alto» era il suo motto. Amava ridere con gli amici quando fondò l'associazione “Tipi loschi”, perché sapeva essere divertente e sapeva divertire. Si preoccupava di trovare lavoro per ridare dignità alle persone. Promuoveva il lavoro tra le donne. Lui che tra le donne aveva vissuto e che da loro aveva attinto il valore della cura e la pratica della non violenza. Fu tra i primi a iscriversi al partito popolare fondato da Don Luigi Sturzo. «Visse durante la guerra, era quello lo sfondo storico, e oggi come ieri la guerra in Ucraina, ci richiama all'impegno civile e sociale nel costruire un futuro di pace», ha detto la nipote Wanda Gawronki, leggendo un brano dalle lettere di Pier Giorgio: “La pace senza Dio non può tornare”. “Pier Giorgio è conosciuto dai giovani di tutto il mondo, più all'estero che in Italia. Ci sono associazioni con il suo nome in Australia e negli Stati Uniti”, ha aggiunto la nipote Wanda Gawronski. “Era un santo moderno, non bigotto, con una fede che si trasmette all'aperto, senza sofferenza, con grande gioia”, ha detto il nipote Jas Gawronski, ricordando un aneddoto avvenuto durante una sua missione in un'isola caraibica sperduta. «Un giorno – ha detto Gawronski - pronunciai il nome di Pier Giorgio Frassati all'unico parroco del villaggio, egli si inginocchiò ai miei piedi e mi abbracciò commosso».
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