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Castro: manovra, oggi il sì. Giorgetti: nuove regole
28-12-2024, 07:45
E come ogni anno in “zona Cesarini” si compie il miracolo di evitare l'esercizio provvisorio e - a colpi di fiducia, sedute notturne fiume e liti infinite - arriva in extremis, alla fine dell'anno, la sospirata approvazione della legge di bilancio. Altrettanto periodiche sono le polemiche con le opposizioni che si infuriano, la maggioranza che fa quadrato, qualche magica manina che infila nottetempo emendamenti ad personam. È pur vero che se la responsabilità del governo è presentare cornice e quadro della legge di bilancio (che da qualche anno è diventato un provvedimento con proiezione triennale), il Parlamento ha (avrebbe) la facoltà di rimetterci mano. Ma arrivando sul filo di lana delle scadenze spesso solo la prima camera che affronta il testo riesce a modificare qualcosina, compatibilmente con le poste di bilancio. Prima in commissione e, semmai, in aula. Ma il condizionale è d'obbligo. Il tempo fugge via e per non incorrere nell'esercizio provvisorio (che congelerebbe le uscite in un calendario di spese spartite mese per mese), si pone la fiducia, si blinda così il testo con buona pace delle proteste di chi non riesce a metterci mano. C'è da ricordare che quel furbacchione di Giulio Andreotti che non disdegnava l'ipotesi dell'esercizio provvisorio. Perché? Faceva risparmiare, tagliava le uscite di bilancio di un mese nella peggiore delle ipotesi. Giusto il tempo di mettersi d'accordo. Risparmi sicuri. CAMBIO DELLE REGOLE «Certo una revisione dei meccanismi e delle regole è necessaria, noi siamo disponibili e abbiamo dato disponibilità», ha messo le mani avanti ieri il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ai giornalisti che in Senato, a margine dell'esame in Aula della legge di Bilancio, gli chiedevano delle lamentele dell'opposizione, ma anche della maggioranza, sul fatto che non si riesca a fare un doppia lettura parlamentare. «Questa», ha osservato Giorgetti, « non è una cosa di oggi e neanche di ieri, non so da quanti anni purtroppo è così. Siccome la legge di contabilità bisogna riformarla comunque, anche in base alle regole europee, è già partito un lavoro preliminare. Però giustamente è materia parlamentare non di governo e l'iniziativa deve essere parlamentare». Per il ministro quindi una riforma «sarebbe benvenuta». Giorgetti, di tutto questo “circo” di polemiche ammette di avere un solo rimpianto: «Un rammarico? Probabilmente avrei voluto fare di più per la famiglia e per i figli», confida in serata. A dirla tutta la mancata “seconda lettura” va avanti da anni scatenando un diffuso mal di pancia trasversale. Per il 2024 il voto finale è atteso per oggi, 28 dicembre all'ora di pranzo. Si finirà in Aula anche senza mandato al relatore, un evento che non ha precedenti. Dal 2018 si è andati avanti con diverse maggioranze e differenti compagini governative senza lasciare la parola a tutte e due le camere. L'impossibilità di una doppia lettura si era già palesata - calendario e presenze parlamentari alla mano nelle settimane scorse. Tanto che «In Commissione Bilancio si è preso atto dell'impossibilità tecnica di esaminare utilmente il provvedimento, di fronte ai quasi 900 emendamenti presentati dalle opposizioni», ha puntualizzato il senatore aquilano Guido Liris, capogruppo di FdI in Commissione Bilancio, confermato anche quest'anno relatore del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ricostruisce che «è accaduto come negli scorsi anni, che non si è potuto dare mandato ad alcun relatore». PRESENTAZIONE PUNTUALE Ribadendo che «il governo aveva trasmesso la manovra in tempo utile per un esame approfondito, ma purtroppo dal 2018 ad oggi la legge di Bilancio viene esaminata senza la doppia lettura nelle due Camere», taglia corto Liris, augurandosi «che dalla prossima legge di Bilancio sia la Camera che il Senato possano dare il loro contributo, come peraltro da sempre Fratelli d'Italia ha auspicato». Insomma, intercettando la disponibilità del governo (Giorgetti), quella della maggioranza c'è solo da far combaciare la consapevolezza che per il futuro (e per non lamentarsi a posteriori), bisognerà approfittare dei prossimi mesi per far quadrare gli equilibri politici, scrivere un testo condiviso e trasformare una proposta di riforma in un regolamento a cui adeguarsi. Così da poter conciliare i tempi europei di presentazione della legge di Bilancio a Bruxelles con le comprensibili e differenti volontà e sensibilità politiche.
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