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Conto corrente, la svolta: primo calo dopo 7 anni, cosa sta succedendo ai tuoi risparmi
11-12-2024, 14:38
Finalmente diminuisce il costo dei conti correnti bancari. Dopo ben sette annidi rialzi, nel 2023 la spesa di gestione dei conti di tipo tradizionale (quelli in filiale, ndr) è stata pari a 100,7 euro: si tratta di 3,3 euro in meno rispetto al 2022. Questo grazie alla riduzione dei canoni e al maggior utilizzo dei pagamenti digitali, mentre nel contempo sono scesi pure i prelievi di contante. Ciò nonostante, il costo medio dei conti correnti riferibili agli sportelli bancari in Italia si attesta a 100 euro. Una spesa non indifferente per molte famiglie italiane, considerando soprattutto che i rendimenti offerti sui depositi sono nulli o quasi. È quanto è emerso dall'indagine annuale realizzata da Banca d'Italia dalla quale si evince che è calata pure la spesa di gestione dei conti online, quindi non riferibili a sportelli bancari, diminuita di 4,8 euro, attestandosi a 28,9 euro. Sono, invece, cresciute le spese di gestione dei conti postali, passati da 59,6 a 67,3 euro. L'analisi redatta dagli esperti di via Nazionale ha passato al setaccio 11.985 conti correnti bancari selezionati a partire da 605 sportelli, su 1.174 conti online non riferibili a sportelli e su 1.000 conti correnti postali, selezionati a partire da 50 sportelli postali. Da Palazzo Koch sottolineano anche come, dal 2011 al 2023, la variazione delle spese fisse «abbia contribuito in modo determinante all'andamento delle spese di gestione sia nel periodo di contrazione sia in quello di crescita». Un andamento che, alla fine, si è interrotto nel 2023: le spese fisse sono ammontate a 70,1 euro, in calo di 3,4 euro (erano aumentate di 5,9 euro nel 2022) principalmente per effetto della minore spesa per i canoni di base e in seconda istanza per le minori spese di gestione ed emissione delle carte di credito. Inoltre il minore numero di prelievi di contante e di bonifici allo sportello da un lato e l'aumento del numero di bonifici online e dei pagamenti automatici dall'altro hanno ridotto le spese variabili a 30,6 euro. «Bene l'inversione di tendenza, ma si tratta di un ribasso del tutto insoddisfacente ed inadeguato, attesi gli extraprofitti delle banche e i rialzi spropositati degli anni passati» ha dichiarato ieri a caldo Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. A spalleggiarlo c'è il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, secondo il quale «la diminuzione registrata nel 2023, il costo di gestione dei conti correnti bancari resta ancora troppo elevato in Italia, soprattutto a fronte di rendimenti nulli o quasi». Se, infatti, si allarga l'orizzonte temporale si scopre che i costi a carico dei correntisti sono saliti enormemente negli ultimi anni, visto che nel 2013 la spesa media di gestione dei conti correnti - includendo spese fisse e variabili - era di 81,9 euro, contro i 100,7 dell'anno passato. Ciò significa, per Assoutenti «che per le medesime operazioni un correntista spende, rispetto a un decennio fa, 18,8 euro in più, con un aumento dei costi del 23%» ha calcolato Melluso. Per il presidente di Assoutenti, nemmeno la digitalizzazione dei servizi bancari e il crescente ricorso a conti correnti online, all'utilizzo delle app e dell'home banking da parte di milioni di utenti, ha portato a una generalizzata riduzione dei costi in capo alle banche, che avrebbero dovuto determinare un conseguente abbattimento dei costi praticati ai cittadini. Al contrario, nonostante l'utilizzo della tecnologia, la spesa per la gestione dei conti correnti resta ancora su livelli elevati, nonostante la micro-riduzione registrata nel 2023» ha concluso Melluso.
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