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Costanza Cavalli: Harry Potter, il sesso e le elezioni inglesi
23-06-2024, 10:57
Chissà se, finita l'epoca in cui i media britannici erano in grado di influenzare l'esito delle elezioni – ve lo ricordate l'endorsement del Sun e del Times a Tony Blair? Fece lo stesso l'Economist, che lo mise in copertina con i capelli cotonati e gli orecchini di Margaret Thatcher, il titolo era «Votate conservatore» – chissà se, dicevamo, a poco meno di trent'anni di distanza, sarà J.K. Rowling a orientare dove si poseranno le matite, quantomeno quelle delle signore, sulle schede elettorali del prossimo 4 luglio. L'autrice di Harry Potter – una volta osò dire che le «persone che mestruano» si chiamano «donne» e da allora viene definita «terf», acronimo inglese di «femminista transescludente» (si vede che «transfobica» era un epiteto ancora larvale) – ha scritto ieri sul Times che farà una gran fatica a votare Labour perché il loro leader, Sir Keir Starmer, ha «abbandonato le donne», preoccupate per i diritti conquistati dei transgender: «Finché il Partito Laburista rimarrà sprezzante e spesso offensivo nei confronti delle donne che lottano per mantenere i diritti che le loro antenate pensavano fossero conquistati per sempre, farò fatica a sostenerlo», ha scritto, «Le donne che non volevano stare zitte non hanno lasciato il Labour. Sono i laburisti ad averle abbandonate. Per questo», conclude, «non credo proprio di votare per Starmer e per il suo partito». CONVERSIONI TARDIVE Starmer – che ha il titolo di Sir perché, dopo una carriera da avvocato e magistrato, è arrivato a ricoprire il ruolo di Procuratore generale della Corona – sarà facilmente il prossimo Primo ministro a varcare i cancelli di Buckingham Palace per ricevere l'investitura da Carlo III: il sondaggio condotto una decina di giorni fa per il Sunday Telegraph indica una «estinzione elettorale» per i conservatori di Rishi Sunak, distanti di 25 punti percentuali dal partito dei lavoratori. L'intervento di Rowling, 58 anni di vita da «femminista» e «di sinistra», scrive, è una reazione al dibattito televisivo di giovedì scorso a York, quando Starmer ha poco furtivamente cambiato indirizzo sui diritti dei transgender: una volta la tesi era che «le donne trans sono donne» e che il 99,9% delle donne «non ha un pene». Da quattro giorni, invece, si dice illuminato come Paolo di Tarso: «Sono d'accordo con quanto ha dichiarato Tony Blair: biologicamente, una donna ha una vagina e un uomo ha un pene». Ma Rowling alle conversioni, soprattutto al novantesimo di una partita elettorale, crede poco. E nell'articolo ricorda le minacce di morte ricevute dalla deputata laburista e femminista Rosie Duffield (seggio di Cambridge): nel 2021 disse – insidie dell'anatomia – che soltanto le donne avevano una cervice. Starmer non la difese, anzi, commentò che «Rosie non avrebbe dovuto fare simili dichiarazioni, perché non sono corrette». Adesso però le parole quasi identiche pronunciate da Blair «suonano perfettamente ragionevoli», commenta la scrittrice. «Per le donne di sinistra come noi», prosegue Rowling, la battaglia non riguarda «i diritti dei transgender, che godono degli stessi diritti di ogni altro cittadino e sono liberi di presentarsi e identificarsi come vogliono. Si tratta del diritto delle donne e delle ragazze di stabilire dei limiti. Riguarda la libertà di parola e la verità osservabile. Si tratta di aspettare, con una speranza sempre più flebile, che la sinistra si renda conto che la sua indolente accettazione di un'ideologia quasi religiosa sta avendo conseguenze disastrose». PANICO MORALE Ieri mattina il Labour ha risposto di essere «il partito dell'uguaglianza per le donne, che sono al centro e in prima linea nel programma di governo». Eppure, sulla scia del loro leader, vari esponenti socialisti avrebbero un po' di dichiarazioni da “aggiustare”: 18 giugno 2022, «I diritti delle donne trans sono i diritti delle donne», disse Angela Rayner; 9 marzo 2022, a Ivette Cooper venne chiesto di definire il concetto di donna dal punto di vista normativo: «Evito di addentrarmi in questo labirinto. Penso che sia una questione inutile»; 20 novembre 2017, Ed Miliband, «Tutta la questione dell'identità di genere... Insomma, i tabloid marciano sull'ignoranza delle persone per alimentare un panico morale». Qualunque cosa intendesse... Tra pessime figure e umilianti slalom di paletti inforcati, conclude Rowling, «se scegli di tergiversare e di essere condiscendente piuttosto che affrontare le preoccupazioni delle donne, se continui a insistere sul fatto che i più vulnerabili devono abbracciare le tue convinzioni di lusso», ecco, allora, «non mi fido del tuo giudizio e ho una pessima opinione della tua persona».
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