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Dario Pregnolato: due lune e una super-cometa, quanto traffico c'è in cielo
20-10-2024, 13:15
Ora immaginate due lune lassù in cielo distanziate come le vostre braccia aperte, orbitanti in mezzo a un anello di altri blocchi e corpi più piccoli. C'era una volta... eccole là», scrive Erik Ian Asphaug nell'introduzione a quella che è a tutti gli effetti l'avventura di un'idea straordinaria: ripercorrere la “storia dimenticata del cielo notturno”, come recita il sottotitolo del suo libro. Un saggio appassionato, sulla storia particolare della nostra Luna e sui misteri del nostro Sistema solare, che si legge come un romanzo seducente e profetico, a partire dal titolo Quando la Terra aveva due lune (Adelphi, 2021 pp. 445). E pensare che secondo la logica interna del nostro Sistema planetario, la Terra non dovrebbe avere alcun satellite o, nella migliore delle ipotesi, ne dovrebbe avere uno insignificante, del diametro di poche decine di metri o chilometri. Proprio come quello che dal 29 settembre è intrappolato nella gravità terrestre. Una sorta di mini Luna temporanea, anonima, paragonabile alle due di Marte, che però ci consentirà di riflettere e, perché no, di rivalutare la maestosità della nostra Luna che, ricordiamolo, è un unicum del nostro Sistema solare. Lo comprese bene già Leopardi, che di Luna seppe illuminarsi ancor prima che di infinito, e in «O Canto notturno di un pastore errante dell'Asia si chiese: «Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?», quasi a meravigliarsi della sua presenza, così glaciale “solido nulla”, non toccata dalle miserie umane, ma alla quale confidare la propria condizione di inadeguatezza. A SCADENZA La stessa che starà provando il piccolo asteroide, del diametro stimato di soli undici metri, che ha avuto la ventura di intrecciare la sua esistenza, e il suo ciclico orbitare, con quella dell'orbita terrestre e di venirne catturato dalla gravità. Per due mesi, fino al 25 novembre, avrà il privilegio di essere considerato una mini-Luna, pur senza completare alcuna orbita attorno alla Terra, ma solo compiendo la caratteristica orbita a “ferro di cavallo”, quasi a designarne la caducità, che le consentirà di allontanarsi nuovamente verso lo spazio profondo, oltre la cosiddetta fascia principale di asteroidi tra Marte e Giove, e di tornare ad essere un mero “sasso cosmico” con la sua caratteristica orbita eliocentrica attorno al nostro Sole. Quest'ultimo, giusto ribadirlo, si trova sempre al centro delle danze cosmiche che ci riguardano da “vicino”, rinnovando legami meccanici che ricordano il delicato equilibrio cosmico che circonda la nostra irripetibile navicella spaziale, dalla quale osserviamo fenomeni affascinanti e allo stesso tempo inquietanti. Come le eclissi, rovesciamento del quotidiano con la notte che irrompe in pieno giorno, e il passaggio di comete, che in passato suggerirono presagi di varia natura, anche diametralmente opposti, come testimonia quello del 1301 della cometa di Halley, che ispirò il pittore fiorentino Giotto, il primo ad introdurre una cometa nella rappresentazione sacra con il celebre affresco dell'Adorazione dei magi, ma anche i versi nefasti di un Dante al cospetto di Bonifacio VIII e ormai condannato all'esilio da Firenze. Fenomeni che da sempre suscitano la curiosità e lo stupore anche dei non addetti ai lavori per la loro natura non malvagia, ma dis-umana, nel senso che non ha nulla a che fare con l'uomo. Che potrebbe essere spazzato via se solo nella sua traiettoria un asteroide, del diametro di 200 metri, o una cometa, impattassero contro la Terra, secondo i calcoli della Nasa esiste una possibilità su 50mila che ciò possa avvenire nei prossimi 100 anni. TSUCHINSHAN ATLASLA «In un istante le dispute tra le potenze mondiali sarebbero risolte», chiosò in merito nel suo Almanacco del Povero Richard (1757), il primo americano Benjamin Franklin, le cui parole riecheggiano fino ai giorni nostri. L'auspicio è che possa invece destreggiarsi tra queste serate uggiose, in cui s'annega (non solo) il pensier, e allietarci con la sua effimera coda, la cometa C2023 A3 Tsuchinshan Atlas, il cui nome impronunciabile deriva dal fatto che è stata scoperta a inizio 2023 in contemporanea dall'osservatorio cinese di Tsuchinshan, vicino a Nanchino, e dal programma di ricerca. All'epoca si trovava a oltre un miliardo di chilometri da noi, all'altezza di Giove e Saturno per intenderci, in queste sere si trova sopra le nostre teste a soli 70 milioni di chilometri. Prematuramente ribattezzata “la cometa del secolo”, e candidata a diventare la seconda grande cometa, dopo la Hale-Bopp del 1997, la cui luminosità andò ben oltre le aspettative, lo scorso 28 settembre ha superato il test più probante: il temutissimo passaggio al perielio, il punto di minima distanza dal Sole. Ciò avrebbe potuto risultare fatale per la cometa, che ha corso il rischio di disintegrarsi, considerate le sostanze volatili che la compongono. Dopo lo scampato pericolo, e qualche flash stupefacente proveniente in particolare dal deserto di Atacama in Cile, che ha ritratto la polverosa cometa con una spettacolare coda dovuta all'interazione con il Sole, dovremmo riuscire a scorgerla la prossima settimana, meteo permettendo, anche nei cieli del nord Italia, subito dopo il tramonto sopra l'orizzonte ovest.
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