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De Soto: Milei è il paladino delle libertà contro il virus dello statalismo
04-07-2024, 09:24
Pubblichiamo l'encomio al presidente argentino Milei di Jesús Huerta de Soto, leader della Scuola Austriaca di Economia, pronunciato a Madrid il 21 giugno Oggi tocca a noi rendere omaggio a un uomo che non ha paura, che non esita ad immolarsi nella sua sete di cambiare il mondo. A un uomo il cui cuore vibra fortemente al sol suono della parola “Libertà”. Perché Javier Milei lotta e insegue questo suo grande sogno, senza sosta, senza concessioni, con un'energia e una passione che nella storia si possono trovare solo tra i grandi eroi della libertà. Perché Javier Milei è diventato un modello. Innanzitutto per chi coltiva la Scienza Economica. Perché lui, da economista affermato che padroneggia la sua materia, ha saputo umilmente rendersi conto che il mondo che ci circonda può essere compreso solo seguendo l'approccio dinamico, imprenditoriale e creativo della Scuola Austriaca di Economia (che, tra l'altro, dovrebbe chiamarsi Scuola Spagnola, visto che ha le sue origini nei nostri scolastici del Siglo de Oro). Usando i suoi stessi termini, Javier Milei è stato capace di vedere la “trappola neoclassica” del mainstream, per l'irrealismo dei suoi presupposti, il suo riduzionismo formale e metodologico e, soprattutto, per essere basato su fantasmagorici modelli di equilibrio che, nel peggiore dei casi, incoraggiano l'ingegneria sociale e lo statalismo; e, nel migliore, hanno indotto il grave errore di difendere il mercato per le ragioni sbagliate. Ad esempio, per il fatto di essere “perfetto”, quando il libero mercato non è mai in equilibrio, ne tanto meno è “perfetto”. Piuttosto, come ci insegna la Scuola Austriaca, il mercato è un processo umano di cooperazione volontaria, spontanea e meravigliosa, che impulsa la creatività e il coordinamento; un processo che non può essere migliorato, tanto meno sostituito, dallo statalismo, la cui impossibilità scientifica è stata dimostrata proprio dalla Scuola Austriaca. MODELLO Ma Javier Milei è diventato anche un modello per i politici di oggi. Solo perché Javier Milei conosce perfettamente le basi scientifiche di ciò che dice, è in grado di difendere la libertà con la convinzione e l'onestà intellettuale con cui lo fa. E, così come nessun medico dovrebbe esercitare la sua professione senza conoscere la medicina, nessun leader politico, parlamentare, ambasciatore o alto funzionario di qualsiasi ministero dovrebbe essere autorizzato a svolgere il suo lavoro senza prima conoscere la teoria di base dell'economia, della libertà e dell'etica insegnata dalla Scuola Austriaca. Ma inoltre, di fronte all'attuale deriva della democrazia, diventata un sistema perverso basato sulla menzogna e sull'acquisto di voti con denaro rubato attraverso le tasse, Javier Milei ha dimostrato che è possibile dire sempre la verità e spiegare la dura realtà ai cittadini e, nonostante ciò, che questi ti votino e sostengano massicciamente le idee della libertà, con la garanzia, inoltre, che il proprio leader, a prescindere dalle tortuose e inevitabili costrizioni della meschina politica quotidiana, non perderà mai la bussola e non rinuncerà mai ai suoi sforzi di impulsare una libertà sempre maggiore. Pertanto, tutti coloro che cercano di diventare il tanto desiderato Milei di ogni Paese, sanno già qual è la tabella di marcia: seguire alla lettera il modello Milei. Ma Javier Milei è diventato anche un modello per tutti. Perché di fronte al virus più letale che infetta l'animo umano, lo statalismo, Javier Milei ha lo straordinario merito di aver divulgato le idee di libertà come nessun altro, insegnando letteralmente la teoria economica a migliaia e migliaia di persone nelle strade e nelle piazze e attraverso i media, demolendo intellettualmente e moralmente le idee stataliste che finora avevano, come lui stesso dice, attanagliato la “gente perbene”. E soprattutto Javier Milei è un modello per i più giovani, che non sono ancora stati completamente contaminati o assuefatti dalla droga dello statalismo. Giovani che, non appena studiano e seguono le idee della Scuola Austriaca, diventano rapidamente i più ardenti difensori della libertà. Nella secolare lotta tra il bene, rappresentato dalla libertà, dalla vita e dalla proprietà, e il male, incarnato dalla violenza e dalla coercizione dello Stato, oggi possiamo dire che lo statalismo è mortalmente ferito: intellettualmente, moralmente e storicamente. E che la nostra missione in questo secolo è quella di dargli il chiodo finale nella bara. E grazie a Javier Milei, e a coloro che senza dubbio verranno dopo di lui, il futuro è nostro, ovvero di coloro che amano e credono nella libertà. E non c'è da stupirsi se oggi i politici e gli statalisti di ogni tipo o, come direbbe Javier Milei, le “sinistre mondiali” anche se io aggiungerei, parafrasando Hayek, le “sinistre di tutti i partiti”, siano essi di destra odi sinistra - sono in un vero e proprio stato di shock, terrorizzati e sulla difensiva. FRANCHEZZA E LEALTÀ Infine, e in quarto luogo, Javier Milei è un modello di generosità. E non solo di generosità con i suoi ex avversari, da qualunque parte provengano, se, con franchezza e lealtà, hanno finalmente il coraggio morale e l'onestà intellettuale di riconoscere i propri errori, convertirsi e abbracciare l'ideale della libertà. Di fatto, sono tanti, e sempre di più, quelli che si dicono: «Non lo sapevo, ma ascoltando Milei mi rendo conto che quello che sono sempre stato, o che ho sempre voluto essere, è anarcocapitalista». Ma soprattutto generosità intellettuale, perché Javier Milei non si è mai divinizzato, né manca di citare i suoi grandi mentori ogni volta che ne ha l'occasione, compresi quelli che, come me, non meritano di essere messi accanto a giganti come Ludwig von Mises, Friedrich von Hayek, Murray Rothbard, Israel Kirzner o Hans Hermann Hoppe. IL TORO DELLA BUROCRAZIA (...) Ho quindi l'obbligo morale, imprescindibile, di ringraziare quest'uomo per la sua generosità intellettuale e la felicità che mi ha regalato. E qui, grazie a Dio, mi è venuto in aiuto l'artista cubano Richard Somonte, arrivato a Madrid in fuga dal socialismo e specializzato in ritratti ciclopici di grandi personaggi, soprattutto toreri come Juan Belmonte, di cui, tra l'altro, mio nonno fu banderillero. E Somonte mi suggerì subito l'idea di completare un grande ritratto di questo vero matador de toros, o torero della politica del XXI secolo, che è Javier Milei. In questo caso, ovviamente, il toro da combattere e uccidere è senza dubbio lo Stato. Un ritratto che abbiamo qui oggi da regalargli in questo atto, con la dedica che tutti potranno leggere non appena finirà la mia laudatio e che recita come segue: «Al Titano della Libertà, il Presidente Javier Milei, dal suo professore Jesús Huerta de Soto, il 21 Giugno 2024». E concludo, in questo caso parafrasando Martin Luther King, con il suo “I have a dream”: ho un sogno. Perché sogno il giorno in cui lo Stato sarà finalmente smantellato e sarà ricordato solo come un'oscura e tetra reliquia storica. Sogno un mondo in cui la logica e la ragione di Stato, insieme ai conflitti sociali e alla violenza infinita che generano, siano scomparsi completamente e per sempre. Sogno un mondo senza Stati che vogliono accumulare il maggior numero possibile di territori ed esseri umani da sfruttare e saccheggiare fiscalmente. Sogno un mondo in cui i burocrati non facciano il lavaggio del cervello ai nostri figli e non li considerino proprietà dello Stato. Sogno un mondo in cui la grande menzogna dello “stato sociale” sia stata sostituita da una società senza Stato, soprattutto per il benessere dei più bisognosi e vulnerabili; e in cui la coercitiva e prostituita “giustizia sociale” sia stata sostituita dalla prosperità illimitata del libero mercato e dalla solidarietà umana volontaria basata sull'amore, che è vera solo se è libera ma non se è imposta con la coercizione o la violenza. Sogno, quindi, un mondo volontario, autoregolato e anarco-capitalista, sì, e in cui tutti i servizi pubblici che oggi sono coercitivamente, immoralmente e malamente forniti dallo Stato- compresi quelli della Giustizia, con la maiuscola e senza cognomi, dell'ordine pubblico e della prevenzione, repressione e punizione del crimine - siano forniti in modo pienamente morale, efficiente e privato. Proprio come insegna la Scuola Austriaca. Sogno, insomma, un mondo in cui gli esseri umani siano finalmente liberi dalle catene dello statalismo e possano scegliere Dio, se lo desiderano, in totale libertà. Con Javier Milei, e grazie alle forze del cielo che sempre ci accompagnano, oggi è iniziata la Storia del Futuro e il mio sogno comincia a realizzarsi. E concludo con quattro ovazioni: Viva la Scuola Austriaca di Economia! Viva la Grande Nazione Argentina! Viva il suo Presidente Javier Milei! E, naturalmente, Viva la Libertad Carajo!
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