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Fin che la barca va, Piero Chiambretti fa impazzire la sinistra
Oggi 12-10-25, 03:45
C’è uno scafo che da inizio settimana solca le acque non proprio gradevolissime del Tevere, a zonzo per la Città eterna all’ora di cena: è la motonave di Rai Cultura, sulla quale Piero Chiambretti è in onda ogni sera alle 20.15 su Raitre con la seconda stagione del suo Fin che la barca va. Una ventina di minuti in access prime time con cui l’ex ragazzino terribile della tv torna a parlare di attualità a modo suo: ritmo, battute e interviste un po’ impertinenti. Un esempio? Giovedì sera per il faccia a faccia con il conduttore si siede sulla tolda Antonio Padellaro, fondatore del Fatto quotidiano. «Prendiamo il Covid, nessun premier italiano si è mai ritrovato a dover affrontare un’emergenza nazionale come quella, io come cittadino dico grazie a Giuseppe Conte», spiega il giornalista. E Chiambretti lo fulmina, portandosi un fazzoletto agli occhi: «Sto lacrimando, non per quello che lei dice ma per una congiuntivite». Si alternano immagini di repertorio impagabili (il Chiambretti del 1992 versione postino de Il portalettere, con intervista al presidente Cossiga finita molto male proprio per colpa di... Padellaro) a riprese suggestive della Roma fluviale by night. Presenza fissa dello show (che nella folta squadra di autori conta anche Tiberio Fusco e Irene Ghergo) è l’esperto di comunicazione Patrick Facciolo. Che, sorpresa, non critica Donald Trump ma semplicemente ne analizza il comportamento mediatico, scoprendo quello che a sinistra nessuno vuole ammettere: il presidente americano è un genio, o perlomeno si circonda di uno staff geniale. «Quando vuole parlare di soldi indossa una cravatta gialla, quando vuole ispirare autorevolezza quella blu, quando invece evocare urgenza e presenza usa quella rossa. Prima di dargli del pazzo, bisogna considerarla una pazzia estremamente costruita e regolamentata». Come sempre con Chiambretti c'è anche lo spazio-tormentone: «Adesso stiamo per passare sotto il ponte dei sospiri, anzi il ponte dei fantasmi». La barca fila veloce sotto Ponte Sant’Angelo e sulle sue colonne ecco proiettata l’immagine di Elon Musk, spiritata e minacciosa. «L’uomo più ricco del mondo. Felice? No: troppi soldi», chiosa l'intervistato. C’è spazio per un ultimo interrogativo: «Tutti prima di morire portano con sé un segreto. Qual è il suo?». «No, non posso dirlo», sorride Padella ro. E si chiude con «meglio le domande delle risposte o le risposte delle domande?». A Gigi Marzullo l’ardua sentenza.
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