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Francesca Albanese, un dossier per insultare Italia e Giorgia Meloni
Oggi 28-10-25, 04:31
Ancora lei. Per Francesca Albanese l’Italia “è complice del genocidio” e di tutto ciò che è accaduto nella striscia di Gaza negli ultimi tre anni. Nel suo nuovo report, infatti, la relatrice speciale Onu spara su Roma, Berlino e Washington. Oltre a lei altri "esperti" nelle Nazioni Unite dimostrano di essere ultrà anti-Occidente. Lo studio, intitolato “Genocidio di Gaza: un crimine collettivo”, la Albanese torna a porre una questione sull’imparzialità delle Nazioni Unite e dei suoi consulenti. L’aspetto più incredibile, come si legge su “Il Giornale”, è l’accusa a Stati Uniti, Germania e Italia di essere conniventi e spiega il perché: “Il genocidio in corso a Gaza è un crimine collettivo, sostenuto dalla complicità di Stati terzi influenti che hanno permesso violazioni sistematiche e prolungate del diritto internazionale da parte di Israele. Incorniciata da narrazioni coloniali che disumanizzano i palestinesi, questa atrocità trasmessa in diretta streaming è stata facilitata dal sostegno diretto, dall’aiuto materiale, dalla protezione diplomatica e, in alcuni casi, dalla partecipazione attiva degli Stati terzi”. In pratica, dopo il brutale attacco del 7 ottobre, la Albanese sostiene che questi Paesi abbiano fornito a Israele “un sostegno militare, politico ed economico di alcuni Stati terzi”, legittimando così le azioni del governo Netanyahu. Per quanto riguarda l’Italia, la colpa che la relatrice ONU le attribuisce è quella di aver continuato a rifornire di armi il paese aggressore. Una fornitura “continuata, nonostante l'aumento delle prove di genocidio, con Stati Uniti, Germania e Italia tra i maggiori fornitori”. Sempre su “Il Giornale” vengono, poi, scandagliati i profili social di alcuni dei relatori di questo report per capirne l’imparzialità. In primis c’è quello Twitter di Obokata Tomoya, relatore speciale sulle forme contemporanee di schiavitù. La sua pagina è piena di condivisioni e attacchi all’Occidente, Israele e a favore dei migranti. Già pochi giorni dopo il 7 ottobre, il 12 ottobre 2023, ha equiparato Israele ad Hamas scrivendo: “Gli attacchi indiscriminati contro i civili da parte di Hamas e Israele costituiscono crimini di guerra: dichiarazione degli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani”. Anche lui ha puntato il dito contro l’Italia, affermando che “il 40% dei migranti nel settore agricolo italiano sono lavoratori irregolari” e, riferendosi a Gran Bretagna, Italia, Canada, ha aggiunto: “questi ricchi Paesi occidentali dipendono dai lavoratori migranti, ad esempio, nell’agricoltura, nell’edilizia e in altri”. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44626880]] Michael Fakhri, relatore speciale sul diritto al cibo, ha affermato alla BBC: “Posso parlare in relazione alla complicità americana. Gli americani continuano ad ignorare i fatti (...). I politici stanno scegliendo di continuare a fornire armi ad Israele. Questo rende gli Usa complici di genocidio”. Il collega Ben Saul, relatore per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il 3 ottobre ha scritto sui social: “La guerra del Presidente Trump contro’i narcoterroristi’ è palesemente illegale secondo il diritto internazionale: il presidente dovrebbe essere indagato e processato per omicidio”. Insomma, da un tema all’altro, l’agenda dell’ONU sembra essere tutt’altro che imparziale, ma animata da una precisa direzione ideologica. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44700803]]
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