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Francesco Storace: Di Pietrantonio contro TeleMeloni, ma a "censurarla" è stata Serena Bortone
05-10-2024, 10:56
Che figura, povero Pd. E persino alla fresca vincitrice del Premio Strega, Donatella Di Pietrantonio, non è andata meglio. Per non dire di Luca Telese e Serena Bortone. Perdonate il guazzabuglio, ma stavolta al Nazareno se la sono cercata. Un altro caso Scurati, denunciano i compagni di buon mattino, dopo essersi ripresi dalla lettura de Il Centro, diretto da Luca Telese, che dà notizia della “censura” Rai alla Di Pietrantonio. È lei a raccontare di essere rimasta amareggiata con la Rai perché era stata chiamata per un monologo sull'Abruzzo per il programma “Che sarà” proprio lo stesso del caso Scurati. Monologo che le ha richiesto un grande lavoro, assicura. «Doveva andare in onda», spiega Di Pietrantonio. «Era il sabato prima del voto per le regionali. In una lunga intervista ala Repubblica, fra le altre cose dico che voterò per il candidato del campo largo, Luciano D'Amico». Ma hanno fatto tutto da soli. È proprio l'azienda a riferire come sono andate davvero le cose. «La Direzione Rai Approfondimento precisa che non vi è stata nessuna censura. La redazione e la conduttrice Serena Bortone, che in un primo momento avevano chiesto un contributo alla scrittrice, a seguito di un'intervista rilasciata dalla stessa – in periodo di par condicio – con una precisa indicazione di voto, proprio in Abruzzo, decidevano autonomamente di non mandarlo in onda. Questo perché, come comunicato a Donatella Di Pietrantonio dalla stessa Serena Bortone, allora conduttrice del programma, «violava quanto espressamente previsto dalle regole aziendali in materia di par condicio e di questo informava correttamente la Direzione. Quanto poi al fatto che il monologo non sia più andato in onda, giova ricordare che la scrittrice Donatella Di Pietrantonio è stata nuovamente tra gli ospiti di “Che sarà” il 24 marzo, quando aveva letto un monologo sulle Fosse Ardeatine. Il programma, poi, si è chiuso lo scorso giugno e non è più nel palinsesto Rai». Insomma, altro che censura, solita fuffa. E ora chi lo spiegherà a Sandro Ruotolo, che si era detto basito? E all'onorevole del Pd Fina, pronto a sguainare un'interrogazione come fosse una sciabola? La realtà è che ogni movimento sulla Rai scatena psicodrammi in casa Pd. Perché Giuseppe Conte ora punta con uno dei suoi alla direzione del Tg3, dopo che il direttore Mario Orfeo è salito sulla corazzata di Repubblica mollando Saxa Rubra. Del resto, sono nervosi per la presidenza Rai. Tutto deriva dalla legge Renzi che varò una norma che affidava al governo la nomina dei vertici di viale Mazzini. Il solo presidente deve però avere la maggioranza qualificata in commissione di vigilanza. E quindi ci sono, ci sarebbero trattative fra i partiti di maggioranza con pezzi dell'opposizione. Sospettato numero 1 proprio Conte. Ma è Patuanelli, ex ministro pentastellato, ad escludere voti segreti pro Agnes in vigilanza: «Noi non parteciperemo al voto». Lo sfotte Gasparri per Forza Italia: «E allora a che serve convocare la commissione...”».
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