s

Garlasco, ecco le intercettazioni che erano "sparite"
Oggi 28-09-25, 09:36
Mancavano solo i soldi, in quest’inchiesta costellata da dubbi e colpi di scena che ruota intorno al delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Le indagini coordinate dalla procura di Pavia, che vedono al centro Andrea Sempio come unico indagato per concorso nell’omicidio della giovane impiegata laureata in economia, si allargano a quelle portate avanti dai magistrati di Brescia. Un’inchiesta che ne incrocia un’altra, e che aggiunge il carico di un’accusa pesante nei confronti dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, iscritto nel registro degli indagati per corruzione in atti giudiziari. Secondo la procura bresciana, infatti, l’ex magistrato, che ai tempi fu titolare del fascicolo sul delitto e ora è in pensione e direttore del Casinò di Campione, avrebbe accettato denaro raccolto dai familiari di Andrea Sempio affinché archiviasse la posizione del 37enne. Una scelta, quella di archiviare, che «rifarei anche adesso», ha comunque sostenuto Venditti, perché convinto dell’innocenza dell’amico d’infanzia di Marco Poggi e non certo in cambio di una somma di denaro «mai ricevuta». Con quella dell’ex procuratore sono al vaglio anche le posizioni di due carabinieri, al momento non indagati, che avrebbero intrattenuto rapporti personali con la famiglia Sempio. «FARE CHIAREZZA» L’indagine ha preso il via dopo la scoperta di alcune intercettazioni che, nella prima inchiesta, vennero trascritte in modo scorretto o addirittura omesse e a seguito della perquisizione disposta nell’abitazione del 37enne il 14 maggio scorso, durante la quale è stato ritrovato un biglietto con scritto: “Venditti gip archivia x 20 30 euro”. Ma Venditti contesta tutta la ricostruzione. «Spero vi sia dell’altro materiale di indagine che giustifichi una simile aggressione, con un massiccio impiego di risorse e di uomini sul territorio, nei confronti di un incensurato servitore dello Stato», ha attaccato il difensore dell’ex magistrato, Domenico Aiello, nella lettera inviata al ministro della Giustizia Carlo Nordio, con la quale chiede di fare chiarezza sull’operato della procura di Pavia. Il difensore ha ricordato che il suo assistito non è mai stato gip e dunque non avrebbe potuto archiviare, ma soltanto richiedere un’archiviazione. «L'intero sistema giudiziario si destabilizza con una simile surreale impostazione - ha continuato il legale -. Un singolare e variegato iter giudiziario, con diverse istanze di revisione respinte, anni e anni di processo, cede il passo di fronte a un solo rigo di un appunto, il cui contenuto è stato già spiegato dal difensore dell’allora indagato Sempio», Massimo Lovati. «Un’accusa che lede la mia dignità e il mio onore, dopo aver servito lo Stato italiano per oltre quarant’anni», ha aggiunto lo stesso Mario Venditti, che secondo gli inquirenti avrebbe invece favorito in cambio di una somma di 20-30mila euro la prima archiviazione di Sempio, risalente al 2017. «Non meritavo tutto questo. Al di là del risultato delle indagini, verrà fuori la verità che mi scagionerà sicuramente. Non ho mai preso soldi o benefit da nessuno per esercitare la professione». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44290787]] Le parole di Venditti arrivano dopo una giornata di perquisizioni e al termine delle audizioni, al comando della Guardia di finanza di Pavia, dove sono stati ascoltati per ore i genitori di Andrea Sempio e Giuseppe Spoto, l’ex maresciallo dei carabinieri che con Silvio Sapone, ex luogotenente, si occupò dell’inchiesta nel 2017. I genitori del 37enne hanno risposto a tutte le domande, sostenendo che: «Il dottor Venditti l’abbiamo visto una volta sola a Pavia, quando siamo stati chiamati nel 2017, non lo conosciamo personalmente e nessuno della famiglia Sempio ha mai dato un euro all’ex magistrato». In particolare, Daniela Ferrari, madre di Andrea, ha sottolineato che «questa accusa verrà smentita come tutte le altre che sono state fatte finora», spiegando di aver utilizzato quel denaro contante per pagare gli avvocati. Una versione sostenuta anche dal legale del 37enne, che ha dichiarato di ricevere il saldo delle sue parcelle preferibilmente solo in contanti. «Chi non si fa pagare in nero?», ha ironizzato Lovati davanti ai cronisti. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44290110]] PARCELLA A GAROFANO Chiarita dalla difesa di Sempio anche la somma trovata dalle Fiamme Gialle e indirizzata a Luciano Garofano, l’ex generale dei Carabinieri ed ex comandante del Ris di Parma. Secondo Lovati, si tratterebbe solo di una normale parcella per una consulenza chiesta nel 2017, con tanto di regolare bonifico e fattura. All’epoca Garofano non era un consulente di parte dei Sempio come oggi, e dopo quella somma non ci fu alcun deposito agli atti di qualche documento: questo ha alimentato dei sospetti smentiti categoricamente dall’ex generale. «Voglio respingere con forza le vergognose illazioni - ha detto Garofano -. Io sono stato incaricato di fare una consulenza tecnica forense per analisi genetiche per contrastare le conclusioni sul Dna. E il pagamento è avvenuto con un bonifico dimostrato da una fattura». «È vero- ha confermato Lovati- ho deciso io di non depositare la consulenza di Garofano allora. Fu una mia scelta».
CONTINUA A LEGGERE
1
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
13:15
A Milano prosegue il presidio pro-Gaza in Piazza della Scala
Libero Quotidiano
13:15
Flotilla, l'arcivescovo di Genova non ascolta Mattarella: "Andate avanti!"
Libero Quotidiano
12:56
Vladimir Putin "ha un tumore", "morirà presto": montano i rumors
Libero Quotidiano
12:54
Secondo voi Idf attaccherà la Flotilla se provasse a forzare il blocco?
Libero Quotidiano
12:43
Marche, bassa l'affluenza alle 12: paura a sinistra, come leggere il dato
Libero Quotidiano
12:32