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"Gigio Donnarumma massacrato. Ma...": la sentenza di Dino Zoff
22-06-2024, 16:00
Un Europeo l'ha vinto (da portiere) con una doppia finale e uno l'ha perso (da ct) per 30 secondi. In mezzo, si è concesso un indimenticabile mondiale. Dino Zoff è il monumento azzurro al quale è impossibile non voler bene e, con realismo, analizziamo con lui la “bambola” vissuta dalla nazionale contro la Spagna. Zoff, l'Italia è stata piccola, piccolissima. Se l'aspettava? «Tutto può accadere in 90 minuti di calcio. Anche una batosta. Ma vado controcorrente: è stato un ko utile». Prego? «Sì, proprio così: ci sono sconfitte che fanno bene e il trionfalismo dopo il 2-1 all'Albania aveva elevato la nazionale a rango di super-squadra». E invece? «E invece piedi per terra: è una buona squadra dalla quale possiamo aspettarci ancora ottime cose». Per esempio? «Una vittoria contro la Croazia e il passaggio del turno». Brutte gatte da pelare i croati? «Boh, nelle prime due uscite mi sono sembrati battibili». Spalletti ha detto: contro la Spagna ci sono mancate le gambe. Grave dopo due sole partite... «Bisogna resettare e ripartire. Tutta la squadra è andata in tilt, fisico e psicologico». Tutta meno Donnarumma, vero? «Da sempre lo considero fra i migliori del mondo, anche se ne hanno dette di tutti i colori per qualche sua incertezza. Un errore è all'ordine del giorno, ma l'altra sera Gigio ha fatto parate strepitose». Poteva finire con un cappotto tennistico. «Ma non è andata così, abbiamo perso 1-0, per giunta su autogol». Contro i croati lei cambierebbe qualcosa? Sulle fasce De Lorenzo Dimarco hanno sofferto. «Deciderà Spalletti, è lui che li vede in allenamento ma non ci sono stati singoli colpevoli, tutti i reparti sono mancati». A centrocampo è andata meglio quando è entrato Cristante: un segnale? «Parziale e solo negli ultimi dieci minuti. Dove, però abbiamo rischiato lo 0-2». Difesa a 3 o a 4? «Dipende dagli uomini che hai: da ct alternavo queste due difese già 20 anni fa ma pochi se ne accorgevano». Scamacca? Troppo isolato? «Tutta la squadra si è isolata». Esorcizziamo la batosta con un rigenerante salto nel tempo: Roma 1968. Emozioni? «Tante. Ero giovane, c'era l'Europeo da giocare in casa e, in semifinale, eliminammo a Napoli l'URSS grazie alla monetina. All'epoca si faceva così, niente rigori». La finale la giocaste due volte. Altra stranezza? «Sì, nella prima Domenghini ci salvò con una punizione. Nella ripetizione ci pensarono Riva e Anastasi. Quella sera del '68 ebbi la sensazione di aver fatto qualcosa di grande». Gigi Riva, un amico più che un collega? «Sì, ma quanti gol mi ha fatto con il Cagliari. Era un fuoriclasse e un uomo molto in sintonia con me». Saltiamo Spagna 1982, quel mondiale ce l'abbiamo sottopelle. Andiamo al 2000, Europei nei Paesi Bassi. Quella volta solo rabbia alla fine, vero? «Sì, dopo l'impresa in semifinale contro l'Olanda, eravamo 1-0 in finale contro la Francia». Poi la mazzata... «I minuti di recupero erano solo tre, ne diedero quattro: al 93'30”arrivò un pallone in area, Trezeguet fece la sponda e Wiltord uccellò Toldo». 1-1 e supplementari: era tutto scritto? «I ragazzi erano rintronati, Trezeguet ci giustiziò con il golden-gol. Altra regola assurda subito cancellata dalla Uefa». Secondi in un Europeo: beffa o buon risultato? «Beffa, Enzo Ferrari diceva: il secondo è il primo dei perdenti». Berlusconi tuonó parole dure dopo la finale persa... «E io mollai la nazionale. Era stata ferità la mia dignità». Torniamo a oggi: la squadra che l'ha più impressionata? «La Germania anche se è presto per dare giudizi. E poi c'è la solita Francia». Il giocatore candidato a diventare la stella degli Europei? «Naso a parte, Mbappé. La novità invece è Nico Williams: veloce e con un gran fisico, difficile tenerlo». La squadra jolly? «L'Inghilterra. Non ha mai vinto un Europeo, ha deluso sinora ma farebbe bingo se vincesse». E l'Italia? «Abbiate fiducia».
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