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Gonzato: Chiamate "Chi l'ha visto?": il Pd si perde la Rai
27-09-2024, 06:42
Elena Ethel Schlein detta Elly, 39 anni, capelli castani, nata a Lugano, nella tasca dell'eskimo aveva tre passaporti: svizzero, italiano, statunitense. Segni particolari: segretaria del Partito democratico, dipendenza da armocromia e sorriso Durban's. Parenti e amici sono molto preoccupati e si sono rivolti a “Chi l'ha visto?”. Ieri, Elly, non l'hanno vista arrivare, né in parlamento né in Rai. Ci arriviamo subito. Prima la diagnosi del “campo largo”, ormai quasi defunto. Pd, 5Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Azione e Italia Viva sono spaccati su tutto o quasi: politica estera, salario minimo, referendum sulla cittadinanza, candidature varie, e da qualche ora anche sulle nomine del Consiglio d'amministrazione del servizio pubblico. Per una volta il “Verde” Angelo Bonelli ci azzecca: «Il campo largo, lo ripeto sempre, non esiste. Se esistesse», ha sottolineato lo scopritore di Soumahoro, «avremmo una situazione differente». A sinistra la situazione è grave, non seria, se è vero, com'è vero, che Fratelli d'Italia è d'accordo col Bonelli: «Come ha ammesso anche lui», ha commentato il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, «il campo largo non è mai nato». Veniamo alla Rai. IN ORDINE SPARSO I nuovi consiglieri sono Alessandro Di Majo (indicato dai 5Stelle e votato anche da Avs), Federica Frangi (nome di Fdi votato dall'intero centrodestra), Roberto Natale (uomo di Avs e sostenuto dai 5Stelle) e Antonio Marano (indicato dalla Lega con l'appoggio di tutta la maggioranza). Alla Camera hanno votato solo 231 deputati su 400: alla chiamata non hanno risposto i parlamentari dem, secondo l'Aventino precedentemente indicato dalla segretaria, così come gli onorevoli di Matteo Renzi e Carlo Calenda; al Senato i voti sono stati 131 su 200, con le stesse defezioni. «Il campo largo non esiste», ha tuonato anche Calenda, «se non si parla di contenuti». Il capo di Azione, dove i rappresentanti che lasciano il partito sono all'ordine del giorno, in mattinata aveva dichiarato: «Non parteciperemo al voto sul Cda Rai, rispettando l'accordo con le altre opposizioni». E però Calenda forse non aveva calcolato che all'opposizione di questo governo ci sono opposizioni delle opposizioEletta alla Camera, indicata da FdI e sostenuta da tutto il centrodestra ni. I dem non hanno ottenuto neanche un rappresentante Rai, fatto storico. Sono gli stessi che accusano il centrodestra di aver lottizzato il servizio pubblico, loro che, quando hanno governato, a Viale Mazzini hanno lottizzato anche il cavallo. Sennonché Elly, prima di far perdere le tracce, ha sentenziato: «Noi abbiamo dimostrato coerenza, non siamo interessati alle poltrone». Andiamo bene... o meglio, andiamo avanti. C'era una cosa, una, che poteva dare una parvenza di campo largo – almeno ai più distratti – ed era il referendum contro l'autonomia. Bene (per la maggioranza): ieri mattina giallorossi, Verdi, rosso fuoco e altri sono andati a depositare le firme in Corte di Cassazione, hanno posato sulla scalinata, ma tra Giuseppe Conte e Schlein – l'ha riportato anche l'Ansa – è stato gelo. Sempre l'agenzia di stampa ha descritto la scena: «Il leader M5S arriva all'ultimo e si posiziona al lato del nutrito gruppo, accanto agli esponenti di Avs. La segretaria dem è al centro. Dopo la foto Schlein resta a parlare con Maurizio Landini (capo della Cgil, ndr), mentre Conte si sgancia immediatamente per un punto stampa. Poi il leader pentastellato va via quando è il turno della segretaria dem davanti alle telecamere». C'è inoltre la politica estera: i 5Stelle votano contro il sostegno militare all'Ucraina, il Pd a favore, anche se gli eurodeputati dem si sono appena divisi in 8 posizioni diverse su 21 rappresentanti. Sull'altro referendum, quello sulla cittadinanza, Conte e Calenda hanno deciso di chiamarsi fuori. FAR WEST Ieri, dicevamo, l'opposizione è andata in frantumi pure sul “ddl Lavoro”, e sentite le bordate del vicecapogruppo M5S alla Camera, Agostino Santillo: «Leggiamo dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd che lasciano basiti. Se abbiamo abbandonato l'aula il motivo è solo uno: l'inammissibilità dell'emendamento sul salario minimo, che la maggioranza non ha avuto la faccia di bocciare. Avrebbero dovuto farlo anche i dem che», ha accusato il pentastellato, «dopo anni di ostruzionismo si sono accorti che il salario minimo è una priorità. Invece li abbiamo visti fare spallucce. Insomma», ha concluso Santillo, «non pago, il Pd spacca anche il fronte sul salario minimo». Torniamo alla Rai. Calenda: «M5s-Avs? C'è una questione di rettitudine morale...». Controreplica di Bonelli-Fratoianni: «Calenda ha perso la testa». Conte invece ha di nuovo attaccato Elly: «Noi siamo stati coerenti, non capisco la decisione del Pd. La spaccatura c'è stata da parte loro insieme a Renzi». Sfogo della Schlein, ai cronisti: «Chiedete ad altri perché hanno cambiato posizione». Poi la sparizione. La redazione della Sciarelli è al lavoro.
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