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Iacometti: le leggi in attesa stanno sparendo
05-07-2024, 08:58
A chiacchiere sono tutti bravi. Poi, però, ogni tanto arrivano pure i numeri. E qui, per i contaballe di professione, il compito diventa più arduo. Intendiamoci, il modo di cavarsela c'è sempre. Abbiamo il record storico di occupazione certificato dall'Istat? Si tratta di lavoro sottopagato e di scarsa qualità, spiegano sindacati e opposizioni. Siamo primi in Europa nell'attuazione del Pnrr, come dimostrato dal via libera alle rate da parte di Bruxelles? Ci danno i soldi in base alla documentazione, ma non c'è ancora un'opera realizzata, dicono gli espertoni di Recovery che evidentemente girano l'Italia tipo umarell avisionare i cantieri. Anche stavolta il modo si troverà. Si potrà sempre dire che essendo la Settima Relazione sul monitoraggio dei provvedimenti legislativi e attuativi stilata dal Dipartimento per il programma di governo i numeri sono taroccati e le cifre farlocche. Valutazione che però possiamo applicare anche a tutte le rilevazioni precedenti, effettuate sempre dagli uffici di Palazzo Chigi, chiunque fosse il suo inquilino. Ammettendo per un attimo che qualcosa di ufficiale e incontrovertibile ci sia, anche perché i dati sono pubblici e ognuno può fare i suoi conti e tutte le sue verifiche, anche i detrattori dell'attuale governo dovranno ingoiare il fatto che l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni è il più efficiente degli ultimi 10 anni. Il giudizio, ovviamente, è di tipo quantitativo e non qualitativo. Ma accumulare nei cassetti centinaia di decreti attuativi che impediscono alle norme varate di entrare in vigore non è sicuramente un buon indicatore dell'azione di governo, neanche sotto il profilo della qualità. E su questo terreno i risultati sono abbastanza chiari. Considerando l'andamento del tasso di adozione dei provvedimenti attuativi di iniziativa del governo in carica e dello stock dei provvedimenti attuativi di iniziativa dei governi della XVIII legislatura ereditato al momento dell'insediamento, si legge nella relazione, si osserva che, al 28 giugno 2024, è stato raggiunto il valore più alto». A tale data «il 53,9% dei provvedimenti attuativi pendenti», tenendo conto anche degli arretrati, «è stato definitivamente adottato». Il risultato, udite udite, è che lo stock dei decreti ancora da varare al 28 giugno, pari a 488 provvedimenti, «è il minimo storico registrato negli ultimi 10 anni alla medesima data». Per avere un'idea, Mario Draghi, nel secondo annodi governo ne aveva 535, che è un ottimo risultato. Ma nel primo, ereditando una consistente mole di scartoffie dal Conte II, che nel 2020 aveva 927 provvedimenti arretrati (anche a causa delle numerose misure pandemiche), era arrivato a giugno 2021 con ben 952 decreti da attuare, che è il record negativo dell'ultimo decennio. Non molto meglio Renzi e Gentiloni , che in alcuni anni hanno viaggiato sui 750 provvedimenti arretrati. In molti casi non è solo una questione di norme, ma di soldi. Sbloccando il 92,1% dei 376 provvedimenti ereditati dalla scorsa legislatura, infatti, il governo Meloni ha reso disponibili oltre 8 miliardi di risorse che altrimenti sarebbero rimaste prigioniere dei libri contabili. Ovviamente non si tratta di una magia di Giorgia, né di un semplice rimboccarsi le maniche (anche se c'è pure quello), ma di un cambio di strategia. Dall'analisi dei provvedimenti legislativi di iniziativa governativa pubblicati in Gazzetta Ufficiale, spiega la relazione, emerge «l'impegno del governo a limitare il rinvio a provvedimenti attuativi e a rendere quanto più possibile “autoapplicative” le norme deliberate». Dei 164 provvedimenti legislativi pubblicati in Gazzetta, infatti, 72 sono autoapplicativi e 28 rinviano ciascuno a un solo provvedimento attuativo. Nel complesso, gli atti che hanno previsto nessuno o un solo provvedimento attuativo ammontano al 61% dei provvedimenti legislativi emanati. Questo ha consentito, sempre al 28 giugno, di portare il tasso di adozione dei provvedimenti attuativi, con 353 atti sui 682 previsti, al 51,8%. Insomma, non è che in due anni siano stati rivoluzionati i tempi della burocrazia, che restano purtroppo simili all'andatura dei gasteropodi. Si è semplicemente deciso di ridurre il ricorso ad essa, producendo meno norme che richiedano altre norme, nella migliore logica kafkiana, per poter essere applicate.
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