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Inter-Milan, profezia Giovanni Galli: "Ecco chi deciderà il derby"
Oggi 23-11-25, 10:04
Nel Milan stellare di Silvio Berlusconi c’era un portiere-totem: Giovanni Galli. Rossonero dal 1986 al 1990 e vincitore di tutto, Champions e scudetto compresi, se ne intende di derby e con noi ama ricordare quegli anni belli durante i quali ne perse solo uno. Galli, ci ricorda il suo derby indimenticabile? Quello che le è rimasto nel cuore? «Era il 1988 ed eravamo all’inseguimento del Napoli di Maradona. Vincemmo contro l’Inter, che in quel derby non riuscì a superare quasi la metà campo, per 2-0. Segnarono Gullit, che era in forma strepitosa, e Virdis. Una lezione di calcio. Poi andammo a Napoli e stravincemmo lo scudetto». E il meno nobile? «L’unico che persi, l’anno dopo: 1-0 con gol di Serena che in quella stagione segnava a raffica. Era l’Inter dei record, dei tre tedeschi». L’atmosfera di quegli anni era elettrizzante? «Sì. Incredibile, San Siro era una polveriera, il clima del derby veramente coinvolgente come non ero abituato a Firenze, dove giocavo prima di essere acquistato da Berlusconi. Fui io il primo acquisto del cavaliere, nell’estate del 1985. Il Milan mi pagò 5 miliardi». Come viveva il derby, sua Emittenza? «Ci trasmetteva una carica speciale. Alla vigilia atterrava con il suo elicottero a Milanello e ci spronava. Ricordo sempre la sua frase: ragazzi, voi non dovete preoccuparvi di niente, il mio Milan vi darà il meglio, a voi e alle vostre famiglie. Concentratevi solo sul calcio e vincete. Dobbiamo conquistare l’Europa e il mondo. Il bello è che ci riuscimmo per davvero». Quello di oggi sarà il primo derby giocato in un San Siro di proprietà di Milan e Inter.Che effetto le fa? «Questo stadio è storia e gloria, epos e grande calcio. Sentire i tifosi a pochi metri è una sensazione che ti dà emozioni, per alcuni può far paura ma è uno spettacolo pazzesco giocare la stracittadina. San Siro vive di ricordi ed è ancora bellissimo esser lì dentro da protagonista. Ma il mondo va avanti ed è comprensibile pensare a un impianto moderno e degno del nuovo millennio». Le piace questo Milan di Max Allegri e Igli Tare? «Sì, mi sembra solido e ben costruito da un uomo che conosce il calcio e sa bene quali giocatori acquistare e vendere sul mercato. Rabiot è stato un arrivo importante». Un cocco di Max Allegri. «Allenatore pragmatico e senza fronzoli Max, uno che ama partire dallo 0-0. Dice: mi copro in difesa e penso, a quel punto, di offendere. Giusto». Leao sta tornando lui. «Tutti entrano e sanno cosa fare con spirito encomiabile. Anche Pulisic potrà essere decisivo in questo derby». Dell’Inter, chi temere? «I soliti assi, da Lautaro a Barella. Per non parlare di quel fenomeno di Chalanoglu. Ma c’è un ragazzo che diventerà un grande». Sucic? «Esattamente. In lui intravedo un talento e una qualità nelle giocate assolutamente uniche». A proposito, il suo erede in rossonero Maignan sta tornando il portierone del primo anno. «Mi piace, è forte e risponde bene. La difesa di Allegri lo scherma al meglio ma ho una mia convinzione. Qui in Italia nascono i migliori portieri del mondo, quelli che vengono dall’estero come Maignan, Skorupski o, in passato, Allison e Dida vengono migliorati dal nostro calcio». Nostalgia del derby, Galli? «Parecchia. Aver giocato in quel Milan e aver vinto e pareggiato una quantità incredibile di stracittadine in una squadra che aveva giocatori eccezionali come Van Basten, Maldini o Baresi, le ritengo sensazioni indimenticabili». E stasera? «Vinca il migliore. Indovinate voi chi...»
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