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Israele attacca Gaza e Hamas fa la vittima
11-08-2024, 07:09
Strage di civili. Bombardamento ingiustificato. Hamas, l'organizzazione terroristica specializzata nel massacro, nel rapimento e nello stupro di civili israeliani (obiettivo diretto) e maestra di scudi umani palestinesi (obiettivo secondario) ieri ha puntato il dito contro Israele. La Israel Defense Forces (Idf), accusa il gruppo jihadista, avrebbe ucciso almeno 90 civili nel bombardamento del complesso scolastico al-Tabin nel quartiere Duraj di Gaza City. Qua si nascondevano non meno di 20 terroristi, secondo le Idf; qua trovavano ospitalità numerose famiglie di sfollati palestinesi, secondo Hamas. Fadel Naeem, direttore dell'ospedale al-Ahli a Gaza City, ha riferito all'Associated Press che la struttura sanitaria avrebbe ricevuto 70 corpi di coloro che sarebbero stati uccisi nell'attacco assieme ad arti smembrate di almeno altre dieci persone. E secondo il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas altre 47 persone sarebbero rimaste ferite. «Abbiamo ricevuto persone con alcune delle più gravi ferite viste dall'inizio della guerra», ha aggiunto Naeem. Hamas ha poi escluso che nell'istituto scolastico vi fossero degli operativi del gruppo, sostenendo che i gruppi armati di Gaza seguono «la politica rigorosa» di non mescolarsi ai civili. I morti fra i gazawi sarebbero così arrivati a quota 39.790, una cifra contestata da Israele. Mesi fa anche le Nazioni Unite hanno dubitato della veridicità dei numeri forniti da Hamas. Ieri il vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell, ha reagito su X all'attacco su al-Tabin: «Sono inorridito dalle immagini di una scuola di Gaza colpita da un attacco israeliano, che avrebbe causato decine di vittime palestinesi. Almeno dieci scuole sono state prese di mira nelle ultime settimane. Non c'è giustificazione per questi massacri». Francesca Albanese, inviato Onu per i Territori palestinesi e critica acerrima di Israele, si è spinta più in là: «Gaza è il più grande e il più vergognoso campo di concentramento del XXI secolo, Israele sta compiendo un genocidio i palestinesi un quartiere alla volta, un ospedale alla volta, una scuola alla volta ma anche una ‘zona umanitaria' alla volta». Parole che supportano la più bieca propaganda antisionista; in queste ore un canale televisivo iraniano ha messo in circolazione uno spot legato alle Olimpiadi di Parigi in cui si vede un atleta israeliano ripreso di spalle che viene accolto dai colleghi degli altri paesi che gli porgono gentilmente la mano (prima bugia). Uno alla volta, gli atleti si guardano la mano appena entrata in contatto con l'israeliano con orrore; lo raggiungono nello spogliatoio e si puliscono la mano da lui sporcata di sangue sulla sua tuta bianca e celeste. Lo spot si conclude con un dettaglio della Stella di Davide che sanguina. Uno spot niente male per un regime che da anni dichiara la propria intenzione di distruggere lo stato ebraico, che lo scorso aprile ha lanciato 300 fra missili e droni contro il territorio dello stesso e che da dieci giorni promette che attaccherà di nuovo. La tensione in tutta la regione resta dunque altissima: Israele continua a dare la caccia ai terroristi di Hamas mentre dal sud del Libano Hezbollah continua a bombardare il nord d'Israele colpendo indiscriminatamente obiettivi arabi ed ebraici, civili e militari. In questo quadro, con la Casa Bianca «molto preoccupata», Joe Biden spera ancora che il governo d'Israele e Hamas possano trovare una tregua, giovedì, che passi dalla liberazione dei 115 ostaggi israeliani nelle mani del gruppo terrorista dal 7 ottobre 2023. Uno dei forum per la liberazione dei rapiti è tornato ad accusare il premier Benjamin Netanyahu di cercare la loro liberazione solo a parole: «Se Netanyahu continua a tirare perle lunghe, se non conclude subito un accordo che preveda il rilascio di tutti, riceveremo in cambio solo cadaveri, se mai ce ne saranno», ha dichiarato Einav Zangauker, il cui figlio Matan è detenuto a Gaza. Sempre ieri il ministero degli Esteri egiziano ha affermato che l'«uccisione deliberata», di civili palestinesi a Gaza è la prova della riluttanza di Israele a porre fine alla guerra.
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