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Jacobazzi: i togati del Csm contro Nordio perché ha detto la verità sui pm
24-01-2025, 10:13
I magistrati del Consiglio superiore della magistratura, l'organo presieduto dal capo dello Stato e che secondo la Costituzione dovrebbe garantire loro l'autonomia e l'indipendenza, hanno chiesto ieri a se stessi di essere “tutelati” dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Sembra uno scherzo ma è quanto si legge in una nota, firmata in maniera convinta da tutti i togati del Csm e dal laico del Pd Roberto Romboli, che stigmatizza le affermazioni pronunciate da Nordio il giorno prima in Parlamento in occasione della sua relazione sullo stato della giustizia. Le parole di Nordio avrebbero, scrivono i magistrati del Csm, compromesso il «prestigio dell'indipendente esercizio della giurisdizione», così da creare un «turbamento della credibilità della funzione giudiziaria». Ma cosa aveva detto di terribile Nordio? Dopo aver elencato i risultati raggiunti in questi due anni di governo, il ministro era passato ad affrontare il tema della riforma della separazione delle carriere fra pm e giudici. Riforma attesa da trenta anni e contro la quale si è scatenata da settimane l'Associazione nazionale magistrati con i suoi giornali di riferimento. Secondo l'Anm, in particolare, con questa riforma il pm diventerà una sorta di super sceriffo, che farà solo indagini a suo piacimento, e che sarà poi oggetto di controllo del governo. Tutto ovviamente falso in quanto la riforma Nordio non prevede minimante che il pm, come avviene invece negli Stati Uniti, sia assoggettato al potere politico. Nordio, che per quaranta anni ha fatto il magistrato, aveva poi raccontato ai parlamentari che lo ascoltavano cosa succede quotidianamente nelle aule dei tribunali e dunque dello strapotere del pm che “crea” indagini, con la clonazione di fascicoli, aprendone di “occulti" ed “eterni”. E aveva inoltre raccontato i danni che provocano queste inchieste tarocche. “Inchieste inventate” che costano milioni di soldi del contribuente e che si concludono con un nulla di fatto. Quanto affermato da Nordio è noto agli addetti ai lavori. IL TRUCCO Senza andare molto lontano, è sufficiente riprendere la testimonianza di qualche hanno fa dell'allora giudice milanese Guido Salvini, quello che aveva condotto i processi sulla strage di Piazza Fontana. Salvini ai tempi di Mani Pulite aveva scoperto il “trucco” escogitato dai pm del mitico Pool per far finire tutti gli indagati sempre davanti al collega Italo Ghitti. Il trucco ero lo stesso numero del registro degli indagati per tutti i reati. Dalla tangente di Mario Chiesa in poi. La clonazione citata quindi da Nordio. «Sono stupito e sconcertato che alcuni consiglieri del Csm abbiano sottoscritto una surreale richiesta di apertura pratica a tutela del prestigio dell'ordine giudiziario in relazione alle dichiarazioni rese dal ministro della Giustizia in Parlamento», ha commentato Enrico Aimi, componente laico del Csm in quota Forza Italia. «A poche ore dalle cerimonie per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2025, queste suggestioni allarmistiche non fanno altro che esacerbare i già tesi rapporti tra magistratura ed esecutivo», ha aggiunto Aimi, ricordando ai colleghi magistrati che il Csm «non è la terza Camera: tra i suoi compiti non c'è quello di fare opposizione al governo», biasimando le parole del ministro pronunciate in Senato. Sullo sfondo ci sarebbe comunque le imminenti elezioni per il rinnovo dei vertici dell'Anm e la paura di perdere voti. «Capisco che il clima da campagna elettorale porti ad alzare sempre di più l'asticella dello scontro istituzionale, ma a tutto c'è un limite. Siamo all'abc del rapporto di lealtà e reciproco rispetto dei ruoli istituzionali», ha quindi aggiunto Aimi. REAZIONI Parole che sono state subito condivise ed apprezzate da Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato. «Quella dei magistrati del Csm è una sortita tardo stalinista, che getta ulteriore discredito sul mondo togato. La condotta eversiva e incostituzionale arriva di giorno in giorno a livelli sempre più stupefacenti», ha dichiarato Gasparri, sottolineando che «il Csm è sempre stato un tallone di Achille della democrazia». «Il Csm dallo scandalo Palamara a Davigo ha scritto pagine allarmanti. Cossiga aveva ragione quando ipotizzava soluzioni drastiche», ha quindi aggiunto Gasparri, facendo riferimento all'idea dell'allora presidente della Repubblica di far circondare il Csm dai carabinieri per dare un segnale alle «intemperanze» delle toghe che anche all'epoca erano all'ordine del giorno.
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