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Cultura e Spettacolo
James Senese, addio a un gigante: Napoli, gli Usa e Pino, l'epopea del "nero a metà"
Oggi 29-10-25, 09:02
Non ce l'ha fatta, James Senese: il grande musicista napoletano è morto a 80 anni all'ospedale Cardarelli, dove si trovava ricoverato da un mese in rianimazione per una polmonite. Se ne va così uno degli artisti più influenti e creativi degli ultimi 40 anni, un ponte tra Napoli e Stati Uniti: grande amico e collaboratore di Pino Daniele, un'anima partenopea capace di raggiungere l'altra sponda dell'Atlantico, ma anche un simbolo della contaminazione musicale che si allungava sino all'Africa e al Mediterraneo. Con Luigi Senese, questo il suo vero nome, il jazz italiano perde uno dei suoi maggiori interpreti. Una scomparsa che segna, in un certo senso, la fine di un'epoca fatta di note vibrate dal suo sax e collaborazioni con mostri sacri italiani e internazionali: da Bob Marley a Gil Evans, dagli Art ensemble of Chicago a Tullio De Piscopo e, appunto, Pino Daniele. Proprio con il cantautore partenopeo, Senese – assieme a De Piscopo, Joe Amoruso ed Ernesto Vitolo – forma il 'supergruppo' che lo segue, collaborando nei suoi dischi d'esordio. Musicisti che torneranno insieme per l'incisione dell'album di Daniele Ricomincio da 30del 2008. Lo stesso Daniele, che definiva l'amico Senese Nero a metà,aveva militato per un breve periodo (come bassista) nei Napoli Centrale, tra i più rilevanti complessi jazz-rock italiani degli anni 70, capitanato proprio da Senese. Più che una collaborazione, quella con Daniele diventa unveroe proprio sodalizio umano e artistico. Quando muore Pino Daniele il 4 gennaio del 2025, Senese afferma: "Con lui se n’è andata metà della mia anima". Le contaminazioni che emergono dalle sue opere rappresentano, in un certo senso, le sue origini. Luigi nasce, infatti, nel 1945 da madre italiana e padre afro-americano, un soldato della 92nd Infantry Division, rischierato nel capoluogo partenopeo in seguito allo sbarco di Salerno che poi abbandona la famiglia per tornarsene negli Stati Uniti. A supplire alla figura paterna ci pensa il nonno Gaetano, che lo cresce nel quartiere di Miano, dove ha sempre abitato. Nel 1961, insieme a Mario Musella e ad altri amici fonda il complesso di Gigi e i suoi Aster. Nel 1963 Senese e Mario con Vito Russo danno vita al gruppo Vito Russo e i 4 Conny, in cui Russo è alla voce, al pianoforte e alle chitarre, Senese al sax, Mario Musella alla voce e al basso, alla chitarra e Ino Galluccio alla batteria. La formazione più nota è, però, quella dei Napoli Centrale, che arrivano nel 1974. Con loro scrive pezzi come Simme iute e simme venute, Campagnae O nonno mio, raccontando una Napoli reale, senza folclore. Il gruppo si scioglie nel 1983 (per poi ricomparire sulla scena nel 1992) e si apre la fase da solista di Senese che realizza – tra i tanti – album come Hey James(1991) e Zitte! Sta arrivanne 'o mammone.Con i Napoli Centrale, dopo la reunion, fa oltre 180 concerti in tutta Italia solo tra il 2015 e il 2016, senza dimenticare l'estero. Arriva quindi l'album O Sangheche vince la Targa Tenco come miglior lavoro in dialetto. "James Senese è stato un artista straordinario, un figlio della Napoli vera, passionale e intrisa di contaminazioni. È stato un onore averlo protagonista di molte nostre iniziative tra cui il Capodanno. Il suo sax risuonerà per sempre, nel nome di Pino Daniele", lo ricorda così sui social il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Tantissimi i messaggi di cordoglio dei suoi colleghi, anche più giovani. Tra questi quello di Raiz, leader degli Almamegretta alfieri della contaminazione negli Anni Novanta e anche loro, con le dovute differenze musicali, figli a pieno titolo di Senese: "'Me chiammano Gaetano, ma i' so' James!' Buon viaggio maestro, grazie".
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