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La spiritualità non si esprime solo attraverso una fede
30-03-2025, 17:12
Viviamo in un'epoca caratterizzata da ritmi frenetici, dominata dal consumismo e da una tecnologia sempre più invasiva. Le giornate piene di impegni, di lavoro, di responsabilità familiari e sociali lasciano poco spazio per la meditazione e per connettersi con la nostra dimensione più profonda. Si tende così a concentrarsi su ciò che è urgente piuttosto che su ciò che è significativo. La vita sembra scivolare via tra gli innumerevoli impegni quotidiani e sempre più persone si trovano a fare i conti con il vuoto interiore. Una crisi esistenziale che non può essere colmata dai beni materiali che invece distolgono l'attenzione da valori più profondi, quali relazioni, crescita personale ed esperienze significative. Il materialismo spesso porta a un ciclo infinito di desiderio e consumo. Quando si raggiunge un obiettivo materiale spesso se ne vuole un altro, senza mai sentirsi davvero soddisfatti. Purtroppo molti considerano le persone per ciò che possiedono o che possono offrire e il confronto sociale genera invidia, ansia e senso di inferiorità. Il successo, spesso misurato in base a beni tangibili come il denaro, la carriera e lo status, produce molto spesso un senso di frustrazione e alienazione. Il nostro desiderio innato è vivere, non morire. Per natura cerchiamo di scoprire quale sia il senso della vita e ci chiediamo chi siamo, perché siamo e dove siamo diretti. Proprio in questo contesto dovrebbe emergere con forza la spiritualità come una necessità essenziale per l'essere umano, un rifugio e una guida per trovare uno scopo e un senso di appartenenza. Attraverso la riflessione spirituale molti trovano valori che vanno oltre il quotidiano e che li guidano nelle scelte e nei comportamenti. La spiritualità, un cammino di natura personale, è qualcosa di diverso dalla religiosità formale per l'appartenenza a una fede. Rappresenta una sensibilità spiccata e profonda che abbraccia un senso di connessione con qualcosa di più grande di noi. Non è una cosa così strana se negli ultimi anni anche diversi scienziati sono giunti alla conclusione che l'uomo è portato per natura a cercare un significato più profondo della vita. Secondo alcuni esistono prove genetiche e fisiologiche indicanti che l'uomo sente il bisogno naturale di stabilire un rapporto con una forza superiore. La ricerca di Dio può avere un impatto positivo sul benessere fisico, mentale ed emotivo. Sono molti gli studi che evidenziano come questo viaggio interiore aiuta a sviluppare la consapevolezza di sé, riduce lo stress, migliora l'umore e genera una maggiore capacità di affrontare le difficoltà e di mantenere l'equilibrio emotivo. Si è scritto che la felicità, in un certo senso, è un grande paradosso. Può svilupparsi in qualsiasi terreno, vivere in qualsiasi condizione, vincere le difficoltà di qualsiasi ambiente perché non dipende tanto da ciò che abbiamo, quanto da ciò che siamo. È scritto: “Felice l'uomo giusto ... sua gioia è la parola del Signore, la ripete notte e giorno. Come albero piantato lungo il fiume egli darà frutto a suo tempo, le sue foglie non appassiranno: riuscirà in tutti i suoi progetti” (Salmi 1,1-3, TILC).
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