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L'Aria che tira, la sordina-Crespi sfida Parenzo: il "megafono di Landini"
Ieri 15-12-25, 08:38
«Te lo dico da uomo che viene dalla sinistra, questo modo di produrre contestazioni è sbagliato: imbrattare i monumenti, bloccare la gente che deve andare a lavorare, programmare gli scioperi al venerdì, dividere il mondo del sindacato sono cose incapaci di stare nel mondo e nell’attualità». Il politologo Luigi Crespi sfida David Parenzo nel giorno dello sciopero generale, regalando momenti di brutale realismo a L’aria che tira, su La7. La regia mostra il video delle migliaia di persone in piazza a Firenze per ascoltare il comizio di Landini. «Guarda queste immagini», gongola il padrone di casa. «Sono stupefatto dal fatto che hai la solita posizione agiografica», lo stronca subito il suo ospite. «Queste sono le immagini di un sindacato che ha diviso i lavoratori. Qua c'è solo la Cgil, non ci sono Cgil, Cisl e Uil. Ti rompo la retorica sindacalista, perché l’immagine di qualche migliaia, che io rispetto, sembra il paradigma di tutto il Paese». Landini, sottolinea Crespi, «non rappresenta 38 milioni di italiani. Con quelle affermazioni Landini si candida a soggetto politico e Di Vittorio si gira nella tomba. Dire “io rappresento 38 milioni di italiani” è una dichiarazione politica. Gli italiani li rappresenta la Meloni o la Schlein, non lui». «Lui ha detto che rappresenta i lavoratori, non l’opposizione», prova a difenderlo Parenzo. Una uscita che manda ai matti Crespi: «Se io devo accettare quel che dice Landini che passa attraverso il tuo megafono allora è inutile che mi inviti! Se tu vuoi ascoltare quello che ti dico, poi lo prendi e lo ridicolizzi come fai di solito. Credo che mi hai chiamato perché volevi sentire una voce diversa». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45385922]] Sorriso imbarazzato di Parenzo, con Crespi che continua: «Qui c’è il tema di un lavoro diverso, mi sembra un discorso giurassico. Il lavoro è cambiato, i lavoratori sono cambiati». «Non lo dire a me, devi dirlo a quelli nella piazza», protesta Parenzo. «Siamo nell’era dell’intelligenza artificiale - taglia corto Crespi - e l’anno prossimo vedremo delle cose che non possiamo nemmeno immaginare e qui siamo ancora a parlare di una manifestazione protesta che non è più in grado di generare un consenso». Eppure qualcuno si illude ancora. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45385909]]
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