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“PRIMAVERA”, IL FILM DI DAMIANO MICHIELOTTO, DEBUTTA IL 25 DICEMBRE.IN 160 SALE ITALIANE.
Ieri 11-12-25, 22:54
Liberamente tratto dal romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa (Premio Strega 2009 – Einaudi Edizioni), il film Primavera segna il debutto cinematografico alla regia di Damiano Michelotto che, dopo aver ottenuto successi in tutta Europa, sfida il cinema con una storia che arriva al cuore anche di chi non si è mai accorto di averlo. L'ambientazione è del Settecento, dove fatti e misfatti concorrono a non valorizzare le donne. Eppure, nell’Ospedale della Pietà di Venezia ci sono tante giovani di grande talento. La musica, per loro, è un atto dovuto, ma anche un amore che le porta a sopportare i lunghi silenzi di una vita eccessivamente severa. Tra queste c'è Cecilia: ha 20 anni, è un'orfana destinata a sposare un uomo ricco che neanche conosce, ma è anche una bravissima violinista (Tecla Insolia). Le note del suo violino seguono il percorso della vita come un vento leggero che diventa un atto d'amore. Un amore mai vissuto. Della sua bravura se ne accorge anche il giovane Vivaldi (Michele Riondino), durante l'incontro nel conservatorio del convento, dove deve realizzare una serata dedicata alla nobiltà veneziana. Tra loro nasce un rapporto di stima, di ammirazione, di sentimenti taciuti. Sono due persone distanti che la musica unisce. “Prima di iniziare le riprese – racconta la Insolia (già vincitrice del David per L'arte della gioia) – mi sono dedicata per tre mesi allo studio del violino. Il tempo è stato poco, ma questo mi ha aiutato a interpretare Cecilia.” Leggere questa storia aveva sorpreso e incuriosito il regista: “Vado molto a intuito nella creatività – confessa – il film nasce dal desiderio di raccontare una storia particolare ed io, che ho sempre amato il cinema, cercavo di uscire dalla comfort zone. L'ambiente che respiravo sul set era sereno, mi sentivo a casa.” L'arte? “Non redime mai – risponde – non ha una morale. Cecilia, ad esempio, è una ragazza che ha voglia di uscire da quel luogo e, in un atto di ribellione, cerca la fuga, il sogno, l’aspettativa che rimane sospesa... In fondo Cecilia e Vivaldi sono due prigionieri: lei dietro le sbarre, lui che ha una malattia invalidante.” Riondino, perfetto in questo ruolo, aggiunge: “È stato importante interpretare Vivaldi, un innovatore, quasi un rivoluzionario. Sul set siamo stati liberi in questa rappresentazione. Damiano lo conosco e lo stimo da anni, devo dire che sono stato fortunato.” Il film esce con il marchio Warner Bros Entertainment Italia e Indago Film.
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