Leganza: quelle nuove fake news su Schlein e Meloni

Non è questione di vite parallele, ma di destini incrociati. È questione di bugie politiche, ovvero di Elly Schlein e Giorgia Meloni, che per paradosso raccontano verità. Giacché l'una – Elly – salperebbe sullo yacht di John Elkann (ed un è falso, pare). Mentre l'altra – Giorgia – bacerebbe sulla bocca Elon Musk (e neppure è vero, purtroppo). E sono così entrambe al centro di falsi storici che nulla dicono di loro, e tutto dicono di noi. Ed ecco quindi che in pochi giorni due storie, di amicizia e di amore, si sovrappongono a mezzo social. L'una – la storia di Schlein – diffusa dal Corriere della Sera e poi smentita sul Manifesto. L'altra – quella di Meloni con Musk – che predilige invece mezzi più rapidi e avveniristici. Mezzi che, come si suol dire, non avevamo visto arrivare. Ossia algoritmi, deep fake, AI... Codici di geometrie esistenziali che plasmano – più della diceria – la realtà per come l'immaginiamo. Per come vorremmo che fosse. Per come l'inconscio collettivo se la figura. Sicché la domanda, che verte sulle due immagini fake, sarà proprio intorno al sottotesto. Intorno all'inconscio collettivo che quelle immagini le ha plasmate. Ma andiamo con ordine.       Il primo falso storico, si diceva, riguarda la segretaria del Pd. Che, nel corso dell'estate passata, allorché si vociferava d'una scomparsa mistica à la Majorana, sarebbe andata a ritemprarsi nel panfilo dell'amica Ginevra Elkann (di cui Schlein ha poi negato ogni conoscenza e contatto, come si fa con l'untore). Fatto che avrebbe spiegato, secondo la diceria, l'altrettanto mistico e religioso silenzio del Pd su Stellantis (timidamente interrotto con la ricomparsa di Elly ai cancelli di Pomigliano). Il secondo falso invece – troppo falso ma non per questo impossibile – è stato il bacio che in men che non si dica è diventato virale. Più dei cento e mille baci in loop di Catullo. Più del bacio di Hayez riprodotto in magneti sul frigo. Virale e “iconico” (come si dice oramai pure della carne in scatola) perché fra Giorgia Meloni e Elon Musk. A Parigi. In altre parole: tra la donna d'Italia, lo zio d'America, ma soprattutto nella città degli amanti. Nella città del cuore e del bacio alla francese. Bacio tra Musk e Meloni – che sempre vorremmo al centro d'una grande love story – in visita all'Eliseo per l'inaugurazione di Notre-Dame. E dunque, venendo al punto, il fatto è palese. Ed è che la diceria, come il pregiudizio, come il luogo comune, come l'AI persino, ottundono sì la realtà eppure svelando la nostra immaginazione. Svelano quello che inconsciamente vorremmo vedere e vediamo. Ovvero la segretaria del Pd con cittadinanza italiana statunitense e svizzera che dietro l'eskimo s'immagina nasconda ancora lo yacht: espressione di un potere antico (old money) e d'una vecchia Europa (gli Elkann). E la capa di una nuova Italia, venuta invece da Garbatella, che flirta con un mondo nuovo e una nuova America. Che bacia insomma Elon Musk, il quale, come dice il suo referente in Italia Andrea Stroppa, non ha mai preso un giorno di ferie in vita sua e sugli yacht si stufa (sic).       Perciò non è tanto questione di cos'è vero e cos'è falso, in questi due falsi cartacei e digitali. Ma, come in letteratura, è più questione di cos'è verosimile. Di cosa vorremmo che fosse. Di cosa vediamo noi in questi destini incrociati di amicizie smentite con gli Elkann e finti amori coi Musk, comunque realizzabili (anche perché si sa che “breve è il sentiero che dal finto amore porta al vero”). È questione di cosa vediamo noi in due donne che, tra dicerie e algoritmi, non sono tanto vite quanto mondi paralleli.      

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