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"Lo Voi è stato irriso": Csm all'ultima spiaggia, che carta si giocano contro Meloni
07-02-2025, 11:58
Il consigliere del Csm Andrea Mirenda ha chiesto l'apertura di una pratica a tutela del procuratore di Roma Francesco Lo Voi "in relazione alle gravi e sorprendenti affermazioni pubbliche della presidente del Consiglio Giorgia Meloni". Sullo sfondo la vicenda del generale libico Almasri, rimpatriato dopo essere stato arrestato in Italia. Proprio per questa vicenda, la presidente del Consiglio, i ministri dell'Interno e della Giustizia Piantedosi e Nordio e il sottosegretario Mantovano sono stati iscritti sul registro degli indagati dal capo della Procura di Roma, Lo Voi, con le accuse di peculato e favoreggiamento. "Sappiamo che non tocca certo al Csm, e ancor meno a questo Consigliere, esprimere valutazioni tecniche sull'operato del procuratore capitolino nella c.d. vicenda Almasri, atteso il doveroso rispetto delle prerogative riservate al Tribunale dei Ministri - ha proseguito Mirenda -. Tuttavia, proprio la peculiare complessità del caso e la conseguente opinabilità delle possibili soluzioni giuridiche, si legge nella richiesta depositata oggi al Comitato di presidenza, consentono di escludere prima facie qualsivoglia abnormità (in senso tecnico) in quella che si è sostanziata in una semplice comunicazione agli indagati. Ci troviamo, difatti, dinnanzi ad atto dovuto, diverso da un avviso di garanzia (come, purtroppo, si è voluto far intendere), la cui pubblicizzazione è dipesa solo da studiata scelta dei destinatari". Il consigliere, infine, ha detto che pur riconoscendo la piena legittimità del diritto di critica al lavoro dei magistrati "ritiene, tuttavia, inaccettabile che la critica esondi in radicale messa in discussione della funzione giudiziaria stessa, come è avvenuto nel caso in esame, e ciò tanto più quando proviene dai vertici dello Stato. Esula, difatti, dalla normale dialettica istituzionale irridere il procuratore di Roma additandolo come '...lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona...', adombrando poi una sorta di movente politico dell'inchiesta sol perché scaturita da denuncia di parte avversa". Poi ha definito "inaccettabile" attribuire all'iniziativa del procuratore di Roma "connotazioni financo 'ricattatorie' e 'intimidatorie' ('non sono ricattabile e non mi faccio intimidire...', così ha dichiarato la Premier), come pure assumere, nella veste di primo ministro in carica, che al controllo giurisdizionale, nevralgico ai fini di bilanciamento dei Poteri, possa contrapporsi un superiore e indiscriminato diritto dell'Esecutivo di agire '... a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione'".
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