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L'opposizione si spacca anche mentre attacca Crosetto
10-08-2024, 06:47
È probabile che la vasta alleanza elettorale cui sta lavorando Elly Schlein alla fine si faccia. Ma un'alleanza elettorale e una coalizione di governo sono due cose molto diverse: la prima deve sommare i voti delle sue componenti per superare gli avversari, la seconda deve avere una direzione e un percorso condivisi su cui condurre l'esecutivo e il Paese. Ed è bastato che le truppe ucraine portassero la guerra all'interno dei confini russi e un portavoce della Commissione europea dicesse che Kiev «ha il diritto di colpire anche nel territorio nemico», per far saltare quella parvenza di unità d'intenti che avevano abbozzato a sinistra. Governassero loro, oggi l'Italia non avrebbe una linea di politica estera. I Cinque Stelle di Giuseppe Conte insorgono e bollano come «gravissime» le parole del portavoce di Bruxelles, e gli sforzi di Matteo Renzi per tenere un profilo compatibile con quello degli alleati del Pd non arrivano al punto di tacere davanti alla posizione del M5S. Per Italia Viva parla la deputata Isabella De Monte, accusando il movimento fondato da Beppe Grillo di «tenere nel mirino il suo vero nemico: l'Ucraina. Che per Giuseppe Conte non avrebbe neanche il diritto di difendersi». CACOFONIA DEMOCRATICA Mentre i parlamentari del M5S chiedono al governo «elementi certi» per escludere che l'offensiva ucraina stia utilizzando mezzi forniti dall'Italia, il senatore del Pd Filippo Sensi contesta l'esecutivo per la ragione contraria: secondo lui starebbe facendo «passi indietro nel sostegno al diritto alla difesa ucraino», e questo è «un pessimo segnale per l'Europa e per la tenuta della coalizione internazionale che sostiene la resistenza dell'Ucraina». In quella maionese impazzita che è oggi il Pd, Sensi appartiene alla minoritaria corrente «atlantica» del partito, dunque agli antipodi delle posizioni dell'ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio e della ex presidente di Emergency Cecilia Strada, che Schlein ha voluto portare nel parlamento europeo e sono su posizioni pacifiste sovrapponibili a quelle dei Cinque Stelle e dell'Alleanza Verdi-Sinistra. Sensi insinua che il governo stia preparando un «disimpegno» nei confronti dell'Ucraina (che poi è ciò che chiede l'ala sinistra del suo partito), e ritiene questo «intollerabile». Si riferisce alle parole di Guido Crosetto, che ieri ha criticato lo sconfinamento in Russia dell'esercito ucraino: «Nessun Paese deve invadere un altro Paese e dobbiamo mantenere questa linea anche in questo caso». Secondo il ministro della Difesa, inoltre, la «nuova tattica di Kiev» comporterà «un ulteriore peggioramento nell'atteggiamento bellico della Russia sul fronte ucraino e ciò allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco, che è la precondizione per un percorso di pace». Una scelta controproducente, insomma, anche se, pur rifiutandosi di «scendere in dettagli tecnici che sono secretati», Crosetto assicura che «in questo attacco non vengono utilizzate armi italiane». Per una volta sembra pensarla come lui il generale Roberto Vannacci. Secondo l'eurodeputato della Lega, le incursioni degli ucraini «comportano che i russi attacchino la catena di approvvigionamento delle armi occidentali che li minacciano sul loro stesso territorio, rischiando di colpire obiettivi o personale della Nato e spiralizzando l'andamento del conflit to». CAUTELA A PALAZZO CHIGI Da Palazzo Chigi, né Giorgia Meloni né altri prendono posizione sul mutato atteggiamento dell'Ucraina. L'impressione è che Crosetto parli a nome di tutto il governo quando assicura che l'attacco ucraino in territorio russo non è condotto con armi partite dall'Italia, ma a titolo personale quando contesta la decisione di Kiev di portare il proprio esercito oltreconfine. Lo fanno capire anche le parole di Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fdi in commissione Esteri alla Camera, il quale interviene per garantire che «non cambia la posizione italiana di vicinanza a Kiev» e ribadire che «non può esserci alcuna pace se non riconoscendo che la Russia è l'aggressore e l'Ucraina l'aggredito e che l'integrità territoriale delle nazioni non può essere oggetto di negoziazione». È la linea che la presidente del consiglio indicò il primo giorno di governo. La replica di Crosetto all'opposizione arriva in serata. Il ministro ha gioco facile nel deridere gli «alleati nel campo largo» che «la pensano in modo completamente opposto» tra loro: «Alcuni accusano di aver fornito aiuti militari che ora vengono usati per attaccare la Russia sul suo territorio, mentre altri dicono che non supportiamo abbastanza l'Ucraina». Fanno così, dice, «perché sono interessati solo alla spicciola polemica da politicanti di provincia, tra un cruciverba ed un aperitivo». Ripete che «l'attacco ad uno Stato sovrano, sul suo territorio, è sbagliato e condannabile anche in una situazione, teoricamente giustificabile, come questa». Pure se l'Ucraina non vuole occupare i territori russi, ma «sta adottando una tattica di difesa per obbligare la Russia a ritirare una parte di truppe dal suo territorio». Però riserva le parole più dure, senza citarlo, al piddino Sensi e a chi la pensa come lui: «Non posso accettare che ci accusino di abbandonare l'Ucraina. Quello che noi abbiamo fatto e facciamo per l'Ucraina ci viene riconosciuto sempre, in continuazione, dagli ucraini, da chi riceve l'aiuto e lo apprezza perché difende la loro libertà e le loro vite».
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